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Velvet iniziò a pensare che se qualcuno l'avesse vista in quel momento, avrebbe potuto tranquillamente paragonarla ad un pesce che boccheggiava in cerca d'aria. Aveva aperto e chiuso la bocca più volte, senza emmettere una sillaba e stava facendo vagare gli occhi in ogni direzione mentre Richard la stringeva a sé. Non sapeva come reagire a quel suo comportamento: mai si sarebbe aspettata che una persona che all'apparenza sembrava tanto fredda e distaccata, avrebbe poi mostrato un lato tanto impetuoso.

L'unica cosa che sapeva è che non era pronta a far nulla con lui: per lei era tutto così nuovo e aveva bisogno di adattarsi per gradi alla loro intimità. Solo che, trovava molto difficile parlare con Richard che aveva un sorrisetto a metà tra il ragazzino e il malizioso sulle labbra, che era praticamente a petto nudo e che la stringeva a sé, inondandola di un calore che le arrivava dritto al cuore.

Stava cercando di trovare le parole giuste per dirgli tutto quello che le stava passando per la testa in quel momento: avrebbe voluto fargli capire che il suo non era un rifiuto, ma la paura per una cosa tanto nuova per lei e per i sentimenti che a quel punto non sarebbero potuti rimanere più nascosti era troppa.
Allo stesso tempo temeva che dicendogli di no, lui si sarebbe chiuso di nuovo e tanti saluti a quella complicità che avevano finalmente trovato.

Velvet prese un respito profondo e si girò tra le braccia di Richard per cercare di dirgli tutte quelle cose senza farlo scappare.
"Che c'è angelo?" Le chiese lui sfiorandole la guancia con la punta delle dita, come se fossero delle piume.
Velvet si trovò a boccheggiare di nuovo: i suoi occhi erano all'altezza del petto di lui, dive i muscoli ben delineati facevano capolino seppur ricoperti da una sottile peluria che trovava ancor più seducente.
E dinanzi a tutto quel ben di Dio, le sue paure le sembrarono persino un pò da verginella paurosa, cosa che in realtà era, si disse traendo un respiro e cercando di calmarsi

"Ehi" le disse ancora Richard. "Hai paura?" Le chiese avvicinandosi per lasciarle cari baci a stampo sulle labbra ancora socchiuse e un pò imbronciate.
"Si" disse in un sussurro per poi serrare le palpebre.
Lui aumentò la stretta su di lei e la avvicinò al suo corpo, abbracciandola. Velvet si trovò ancora di più immersa nel suo profumo e nel suo calore ee arrossì per i pensieri poco casti che stavano affiorando nella sua testa; si diede dell'incoerente ma avrebbe sfidato chiunque a rimanere lucido nella sua situazione.
"Sta tranquilla angelo, non faremo niente stasera"
"No?" Si decise a rispondere, consapevole che il suo tono era a metà tra il sollievo e un sospiro sconsolato.
"No. Anche se non posso vederti, ti sento tremare tra le mie braccia come un animaletto impaurito. Ci sarà tempo per fare l'amore, ci arriveremo per gradi, ma non stasera".
"No?" Ripetè lei con lo stesso tono di prima, provocando in Richard una leggera risata.
"No, angelo. Aspettami qui".

Velvet vide Richard mezzo nudo, uscire dalla stanza, e si beò delle linee solide della sua schiena, immaginando come sarebbe stato stringerlo a sé.
Si morse nervosamente un labbro e si lasciò di nuovo sopraffare dai sensi di colpa. Le parole che il dottor Collins le aveva detto per telefono, la tormentavano ancora.

Non si accorse che Richard era tornato, se non quando lo vide abbassarsi ai suoi piedi e recuperare la camicia che si era sfilato poco prima.
"Sei ancora svestita vero?" Le chiese con un tono giocoso.
Velvet annuì e poi si rese conto che per lui quella non era una risposta.
"Si" si affrettò a dire.
"Allora fatti mettere questa".
"Ma ce l'ho già qualcosa da mettere per la notte" protestò lei per poi rendersi conto della stupidità di quel commento.
"Con questa sarai più sexy però" ammiccò lui.
Si lasciò vestire, rabbrividendo prima per il contatto con il tessuto freddo e poi per le dita di Richard che le sfioravano la pelle.
"Tu resti così?"
"Si, ci sarai tu a scladarmi, no?"

Senza rispondere, si lasciò prendere per mano e portare in soggiorno dove Richard prese posto lasciando uno spazio per lei tra le sue gambe.
"Prendi il libro sul tavolo" le sussurrò all'orecchio. "Voglio leggerti una favola della buona notte" continuò mordendole leggermente la pelle del collo.
"Perché prima mi hai chiamata angelo?"
"Perché mi stai salvando dal mio inferno".

La morsa allo stomaco si ripresentò puntuale e così lo stupore per quel nuovo tentativo di apertura di Richard che sembrava sempre meno in difficoltà nel mostrarsi così com'era.
Lo vide aprire il volume e cercare la pagina giusta con il solo aiuto dei polpastrelli.
Si accoccolò meglio sul suo corpo mentre le braccia di lui la avvolgevano e si lasciò cullare da una voce calda e morbida che le sussurrava parole dolci all'orecchio.

Quando il giorno dopo si ritrovò a riaprire gli occhi, si rese conto di essere rimasta nella stessa posizione per tutto la notte, ma era stata semplicemente da Dio. Pensò che si sarebbe abituata facilmente a quel tepore intorno al proprio corpo, a quella leggera stretta intorno alla vita e a quel respiro caldo che si infrangeva sulla sua pelle. Girò appena il capo per osservare Richard che dormiva ancora sereno alle sue spalle ma non ebbe il tempo di far nulla perché sentì Kiro abbaiare davanti alla porta di ingresso e una voce, senza alcun dubbio femminile, chiamare Richard.

Angolo autrice:
Hey, questo è il nuovo capitolo. Come sempre spero di non aver deluso le vostre aspettative! Come avete trascorso il Natale?
Xx

Mercy - Richard MaddenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora