Mercy - Richard Madden

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Velvet si svegliò sentendo il trillo della sveglia; si stropicciò gli occhi con la mano libera e si voltò verso il bellissimo ragazzo che ancora dormiva al suo fianco. Aveva ancora una gamba sopra quelle di lei e le braccia avvolte intorno al suo busto, con il viso nello spazio tra il collo e la spalla.

Si concesse qualche minuto per osservarlo: le ciglia lunghe incorniciavano quegli occhi che per lui erano tanta fonte di disagio ma che ancora a lei sembravano avere un colore unico; le labbra leggermente schiuse e di un rosa intenso, apparivano un pò gonfie a causa dei baci che si erano scambiati fino a poche ore prima e poi il mento in cui avrebbe affondato volentieri i denti nonostante fosse coperto da uno strato di barba di qualche giorno.

Continuò a guardarlo chiedendosi come fosse possibile che avesse passato la notte insieme ad un uomo tanto bello, e ripensò a quello che avevano fatto durante la notte: ai sospiri che aveva emesso, ai ti prego che aveva quasi urlato quando non sapeva neppure cosa stava chiedendo a Richard, alla sensazione delle mani di lui sulla sua pelle e pensò anche a tutto quello che avrebbe fatto se solo lui si fosse spinto a chiederglielo.

Velvet finì con l'arrossire per i suoi stessi pensieri che chiuse in un cassetto quando vide le ciglia di Richard iniziare a sbattere e arrivare a toccare gli zigomi. Lui si stiracchiò affondando di più nel collo di lei e riempiendo i polmoni di quel profumo unico di zucchero filato.
Strofinò il proprio viso sulla pelle delicata di lei e la sentì iniziare a divincolarsi tra le sue braccia.

"Ti prego smettila!" La sentì dire tra le risate. Ma decise di non accontentarla ed unire a quella piccola tortura anche il movimento delle sue dita all'altezza dei fianchi di lei.
"No anche il solletico no. Ti prego smettila, faccio tutto quello che vuoi" continuò lei mentre qualche lacrima le solcava le guance, a causa delle troppe risate.
"Tutto eh? -chiese Richard, più a se stesso che a lei- Allora resta qui con me e riprendiamo da dove ci siamo interrotti".

Per un attimo lui stesso si meravigliò di quanto aveva detto: da tempo non si sentiva tanto a suo agio con un'altra persona ed era tanto tempo che non si lasciava andare e si comportava come avrebbe voluto senza pensare alla sua condizione. Con Velvet, per la prima volta, non si sentiva come un disabile ma come un uomo, e voleva essere il suo uomo.

Certo, l'idea che stesse correndo troppo, gli aveva sfiorato la mente, così come si era chiesto come avesse fatto a cambiare atteggiamento in così poco tempo, ma quando si rimise ad ascoltare la dolce risata che gli riempiva le orecchie, capì che la risposta a tutti i suoi dubbi era proprio la ragazza che aveva al suo fianco.

"Non posso, lo sai, Jordan mi verrebbe a prendere fino a qui".
"E allora vorrà dire che ti torturerò ancora un pò" le rispose con una scrollata di spalle.
"No, no! Per favore! Chiedimi qualcos'altro dai!" Continuò ad urlare lei mentre cercava di sgusciare da quella presa che Richard non si decideva ad allentare.
"E va bene. Ma ricorda che dovrai fare tutto quello che ti chiedo" le disse con espressione furba mentre si allontanava leggermente da lei.
"Sei un prepotente" borbottò lei mentre lo spingeva leggermente per le spalle in modo da farlo stendere di schiena e sdraiarsi comodamente su di lui.
"Ciao" gli disse strofinando i loro nasi.
"Ciao" le rispose lui serrando la presa sui suoi fianchi e alzando leggermente il viso per andare incontro a quello di lei.

Quando le loro labbra si toccarono, fu come prendere la scossa per entrambi e in cuor loro, tutti e due si augurarono che fosse sempre così e che durasse per sempre.

Venti minuti dopo il suono della sveglia, Velvet riuscì ad alzarsi e prepararsi e dopo aver lasciato un ultimo sguardo al ragazzo che se ne stava comodamente spaparanzato a letto, coperto solo dalle gambe in giù dal lenzuolo e con un braccio teso dietro la sua testa, a mettere in evidenza i muscoli.