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"Therese che ci fai di nuovo qui?" Chiese Richard marcando volutamente la parte finale della sua domanda.
"Oh insomma Rich, lo sai che appena ho un pò di tempo libero, passo a farti una visita. Sono anni che andiamo avanti così, no?"
"Appunto e credevo di essere stato chiaro l'altra volta quando ti ho detto di togliermi dalle tue fantasie. Tra noi è finita 7 anni fa"
"Ma.."
"Non c'è nessun ma. Ti amavo e ora ti voglio bene come se fossi una sorella".
Sapeva di aver usato parole poco delicate ma per molto tempo aveva cercato di farle capire cosa sentiva e se questo era l'unico modo, allora non avrebbe usato mezzi termini.
Non poté vedere l'espressione della ragazza davanti a sé ma il sussulto arrivò dritto alle sue orecchie facendolo sentire anche in colpa.
Si ridestò subito perché in fondo lo faceva per il bene di quella ragazza: ben presto l'amore che tanto decantava si sarebbe trasformato in compassione; una cosa era fargli visita di tanto in tanto e trattarlo come un bambolotto, un'altra era vivere la quotidianità con lui e adattare il proprio stile di vita al suo. Sapendo a cosa era abituata Therese, non le aveebbe mai chiesto un sacrificio tanto grande e neppure lui avrebbe potuto accontentarsi di semplice affetto, qualcosa che ti trasmette un tiepido tepore ma non ti scalda al tal punto da farti impazzire.

Quando Louisa richiuse la porta dopo qualche istante, Richard trasse un sospiro di sollievo.
"Sbaglia a trattare sempre male tutti".
"Questa volta era necessario e lo sai anche tu".
"Si, quella ragazza continua a vivere ossessionata dal vostro ricordo. Deve andare avanti".
"Ecco. La pensi proprio come me"
"Questo però non ti giustifica dal trattare male me, o Velvet" continuò lei rincarando la dose.
"Ormai mi conosci da anni e sai quanto io sia suscettibile. Non avercela con me Louisa" chiese cacciando un piccolo broncio che riusciva sempre ad intenerire la sua governante.
"Non tentare di impietosirmi o di cambiare argomento. Devi delle scuse a quella ragazza. Da quando è arrivata, non le hai dato tregua".
"Né lei a me" borbottò lui.
"Ma certo, perchè cercare di essere gentili è una forma di tortura".
Iniziò fastidiosamente a battere la punta delle sue scarpe col tacco sul pavimento: sapeva quanto quel ticchettio infastidisse Richard.
"E va bene, appena la incontrerò le parlerò. Contenta?". Sperava di avergliela dato a bere perché avrebbe fatto di tutto per rimandare questo incontro e, in cuor suo, sapeva anche che lei avrebbe fatto altrettanto.

Nel frattempo Velvet aveva deciso di rimanere al bar anche dopo la fine del proprio turno: aveva pranzato con una maci insalata presa direttamente dal bancone e intervallando un boccone con una breve chiacchierata con Jordan quando era libero per qualche minuto.
Aveva deciso di concedersi un pomeriggio di sana nulla facenza e alla fine, quando era l'ultimo cliente era andato via, Jordan la trovò comodamente appollaiata su uno sgabello con il viso sorretto dalle mani e le braccia poggiate sul bancone.

"Allora, il mio consiglio di dedicarti per un pò al dolce far nulla ha funzionato?" Le chiese slacciandosi il grembiule.
"Magnificamente" gli rispose stiracchiandosi.
"Bene, credo sia ora di andare, ci vediamo domattina".
"Ferma donzella. Ti accompagno io. È notte e non vorrei avere scrupoli"
"Pensi che non sia in grado di difendermi da sola?" Gli chiese inarcando un sopracciglio.
"Al contrario. Poveretto il malvivente che ti incontra" le disse dandole un buffetto sul naso per poi farle cenno di seguirla verso la sua moto.
"Wow" disse lei guardando quel mostro blu metallizzato.
"Su sali e metti il casco".
Velvet eseguì l'ordine e si poggiò a Jordan resistendo alla tentazione di poggiarsi con la guancia contro la sua schiena: Jordan era un bellissimo ragazzo e a lei stava simpatico ma non voleva dargli l'impressione di essere una che ci prova col capo. In realtà lei non ci provava con nessuno e basta.
Gli diede indicazioni per raggiungere il suo appartamento e pochi minuti dopo erano davanti al suo palazzo.
Scese dalla moto e si tolse il casco cercando di sistemare la treccia ormai sfatta.
"Grazie per il giro. Ci vediamo domani mattina -e prima che lui potesse aprire bocca, lei lo anticipò- puntuale!"
Jordan le sorrise e lei gli restituì il casco proprio nel momento in cui qualcosa di peloso le solleticò la mano libera.
"Kiro" disse abbassandosi verso di lui per lasciargli qualche grattino dietro l'orecchio.
Poco dopo all'ingresso apparve anche il suo padrone.
"Ehi Rich" salutò Jordan.
"Jordan?" Chiese l'altro stranito dal trovarlo di fronte al proprio portone.
"Già. Ho accompagnato Velvet a casa. Come mai in questi giorni non ti sei fatto vivo?"
Nonostante il barista gli fosse sempre stato alquanto simpatico per la sua schiettezza, il fatto di ritrovarselo davanti in quel momento lo aveva infastidito.
Nella sua mente immaginava la sua vicina stretta a lui con le braccia agganciate alla suo petto e le gambe agganciate alla sua vita e la cosa non lo lasciava indifferente. Ma come al solito decise di sopprimere l'istinto.
"Ero influenzato"
Velvet iniziava a sentirsi davvero in imbarazzo perché non sapeva cosa dire così si sollevò e prese il guinzaglio di Kiro.
"Beh io vado. Ci vediamo domani capo!" Disse sorridendo verso Jordan; poi si avvicinò a Richard.
"Vuoi il guinzaglio o lo lascio libero?"
Lui rimase un attimo sorpreso. Certo, gli aveva parlato ma il suo tono era intriso di falsa indifferenza.
"No, dammelo per favore".
Lei gli prese la mano e lasciò andare il laccio di pelle. Poi provò a proseguire verso le scale.
"Aspetta" le disse Richard bloccandola.
"Cosa?" Rispose lasciando trapelare un pò del suo fastidio.
"Ti va di venire con noi? Devo parlarti".
"Forse è il caso che io vada" si intromise Jordan sentendosi di troppo.
"Resta pure. Vado via io perché non ho proprio niente da dire e nessuna voglia di ascoltare".
Rispose laconica Velvet prima di entrare nell'atrio.

Angolo autrice:
Nuovo capitolo, che ve ne pare? Lasciate una stellina o un commento se vi va. Inoltre vi lascio qualche idea nel caso vogliate provare a leggere qualcosa di nuovo.
"Distract and sedate" di sissie_95
(È una traduzione ma fatta davvero bene!)
"Ugly girl" di AngelRose74
"La ragazza con le mani di vetro" di Ciomps93
"... E poi sei arrivato tu" di MauraGrignolo

Mercy - Richard MaddenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora