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"Tu sai perché lo ha fatto?" Chiese a Jordan.
"Non credo di sapere tutto. Mi ha telefonato stamattina presto dicendo che non poteva più rimanere e che avrebbe rinunciato ai soldi che le dovevo come penale per essersene andata senza preavviso. Poi mi ha chiesto di venire da te e di starti vicino fino a che non fossi stato sicuro che stessi meglio".
"Se n'è andata come una ladra" riuscì solo a rispondere.
"Non credo che avrebbe voluto farti del male"
"E invece lo ha fatto. Mi ha ingannato, ha fatto si che mi fidassi di lei e se n'è andata"
"Sai anche tu che stai parlando per rabbia, eravate due persone scheggiate e vi siete riparati a vicenda. Forse non te ne rendi conto ma sei completamente diverso rispetto a qualche mese fa"
"Si vede che quello che sono ora non è stato comunque abbastanza per farla rimanere"
"Ho sentito che quello che ha registrato su quel nastro. Ti ama Richard e quello che ha fatto, lo ha fatto per te. Non pensare che lei non ci stia male perché il dolore che prova trasudava da ogni parola"
"Non aveva il diritto di scegliere per me"
"Alcune volte..."
"No!" Lo interruppe in modo brusco."Non continuare a giustificarla. Lei ha capito che uno come me non poteva essere altro che un peso e ha pensato bene di darsela a gambe non appena avevo abbassato la guardia. E per lavarsi la coscienza mi ha lasciato uno stupido assegno per un'operazione che non ho neppure intenzione di fare!".
Si alzò all'improvviso e prese le chiavi di casa, aspettò che Kiro lo affiancasse prima di uscire.

Andando il più veloce possibile, scese le scale e chiamò un taxi che lo portò fino a casa dei suoi genitori. Bussò più volte senza aspettare una risposta e quando il padre gli aprì, trovò davanti a sé una versione completamente sconvolta del figlio.
"Richard ma cos'è successo?"
Lui lo superò dandogli una spallata ed evitando la mano che il padre voleva posargli sul braccio.
"Chiama mamma. Devo parlare ad entrambi e devo farlo subito".
Sperando che la memoria non lo avrebbe ingannato, cercò di arrivare al soggiorno e si lasciò cadere sulla poltrona alle sue spalle. Poco dopo, un rumore di tacchi richiamò la sua attenzione.
"Richard che bello..." ma lui non la fece finire.
"Siediti mamma" le disse gelido. Si protese leggermente in avanti poggiando gli avambracci sulle ginocchia e chinando il capo.
"Non ce la faccio più. Non ne posso più di questa situazione ed è arrivato il momento di dire basta"
I suoi genitori si guardavano allibiti.
"Di cosa stai parlando?"
"Di voi. Di noi. Sembra che siate voi ad essere diventati ciechi ma sono io che sette anni fa ho avuto un incidente. Sono io che non ci vedo più e che ho dovuto imparare di nuovo a fare anche le cose più banali. Io! Da solo! E sapete perché? Perché voi non avete mai capito come starmi vicini, troppo presi dal passato. Io, da solo, ho dovuto farmi carico del mio e del vostro dolore e mi sono allontanato per non rimanerne schiacciato. In questi anni ho fatto tutte quelle visite solo per non darvi altri dispiaceri oltre al fatto di avere già un figlio disabile. Ma sapete cosa vi dico? Che non ne posso più! Sono un adulto e dovete accettare le mie scelte: non voglio fare nessuna operazione e niente più visite che non siano quelle di controllo. Vi avevo avvisato ma voi non avete saputo starvene al vostro posto e se la cosa più bella che mi era capitata da sempre, l'ho persa è anche colpa vostra. Colpa tua mamma, che hai voluto tirarla in mezzo a questa storia. Velvet se n'è andata e sapete perché lo ha fatto? Per lasciarmi un assegno con la cifra esatta per l'operazione. Ma io non ci faccio niente con i suoi soldi, voglio lei, la voglio con tutto me stesso e più di quanto ho mai desiderato qualcosa in vita mia. E farò di tutto per riprendermela: senza di lei sono davvero finito, più di quanto non fossi da quando mi sono svegliato dopo l'incidente. Questo sono io, ora: un uomo non vedente che ha imparato ad essere indipendente ma che ha il cuore spezzato e solo lei può rimettere insieme i pezzi oppure lasciarmi nel mio dolore. È solo lei che può decidere se io ne valgo la pena e se vuole ridarmi la vita oppure lasciarmi a sopravvivere. Perciò ora avete due possibilità: lasciarmi in pace per sempre, oppure affrontare una volta e per tutte il problema. È vero, non sono più il figlio che avete cresciuto e sono convinto che qualche volta la disperazione vi abbia persino fatto pensare che sarebbe stato meglio che fossi morto. Ma io ci sono, sono così ma sono vivo. Ero vivo, fino a quando c'era lei. Lei mi ha saputo accettare per quello che ero, non mi ha mai fatto pesare la mia disabilità e mi ha mandato al diavolo quando meritavo. Tornate da me solo quando saprete fare lo stesso" disse alzandosi e andando via insieme a Kiro che gli aveva leccato il palmo come a dirgli "ehi sono fiero di te" .

Lo so, il capitolo è un po' breve però credo che l'importante sia averlo scritto, no?
Cosa pensate farà Richard ora?
Vi aspettavate che fosse così duro con i suoi genitori?
Al prossimo aggiornamento xx

Mercy - Richard MaddenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora