Velvet rimase immobile davanti a Richard, incapace di rispondere.
"Che cazzo hai fatto Velvet?" Tuonò ancora.
Un brivido involontario le percorse la schiena: si, in quel momento aveva paura di lui.
Mark notò la espressione spaventata e provò ad intervenire.
"Rich, perché non proviamo a parlarne con calma?"
"Tu- disse voltando il viso verso di lui- fuori da casa mia. Sapevo che sarebbe stata una pessima idea chiamarti. Sei come i nostri genitori, capace solo di tramare alle mie spalle" concluse velenoso.Mark trasalì. "Non lo pensi davvero"- Strinse talmente tanto i pugni da far sbiancare le nocche- io sono sempre stato dalla tua parte. Sempre. Come mi puoi dire una cosa simile?"
Il suo tono fece, probabilmente, riacquistare un minimo di lucidità al fratello. "Scusami. Scusa, hai ragione. Ti prego, però, vai via ora. Ho bisogno di parlare con lei perché mi sembra che stia andando tutto a puttane".
Mark annuì anche se Richard non poteva vederlo; gli si avvicinò poggiandogli una mano su una spalla e si accostò al suo orecchio."Non fare cazzate" gli disse prima di lanciare un sorriso forzato a Velvet e chiudersi la porta alle spalle.
Non appena sentì lo scatto della serratura, Richard si voltò di nuovo verso di lei.
"Ti ripeto la domanda: che cazzo vuol dire quello che ho sentito?"
Lei trasalì indietreggiando, fino ad incontrare il piano del lavello e pogguarvisi con le mani."Quando abbiamo incontrato i tuoi genitori qui, ad un certo punto hanno nominato questo dottor Collins e tu hai fatto una sfuriata e sei andato via. Beh io sono rimasta a parlare con loro qualche altro minuto e prima che andassero via, tua madre mi ha lasciato il numero di questo medico, pregandomi di fare qualcosa e..."
"E tu hai pensato bene di prendermi in giro. Chissà quante altre volte lo hai fatto! Mi hai mentito su questo, sull'incontro con mia madre, e poi su cos'altro? Magari anche sulla storia commuovente del rapporto con la tua famiglia!" Ribattè stizzito lui.Velvet non si rese conto di essersi allontanato dal piano della cucina fino a quando non sentì rimbombare lo schiocco dello schiaffo.
"Non mi parlare così. Non ti ho mentito su niente, soprattutto sulla mia storia e se mi sono intromessa nella tua, è stato solo per non farti fare la mia fine".
"Non. Ne. Avevi. Il. Diritto" sibilò lui.
"E allora tutte quelle stronzate sul fatto che io sono il tuo presente, che non puoi fare a meno di me... erano bugie?"
"No. Le pensavo".
"Le pensavi? Parli già al passato".
"Perché ci ho creduto fino a quando ho avuto fiducia in te"
"Dici sul serio? Tu non ti fidi di me perché ho cercato di aiutarti e proteggerti?"
"Non mi fido di te perché hai agito alle mie spalle!" Urlò lui.
"Guarda che non ho ucciso nessuno. Il dottor Collins mi ha solo spiegato i danni che hai avuto a seguito dell'incidente e le possibilità che avresti avuto di recuperare la vista dopo l'intervento. Da quel giorno non l'ho più sentito, te lo giuro"."Questa cosa riguardava solo me e la mia famiglia. Tu non avevi il diritto di intrometterti e se avessi voluto sapere qualcosa, avresti dovuto chiedere a me".
"A te?- chiese lasciandosi andare ad una risata amara- ma se sembri essere punto da una tarantola ogni volta che si accenna al tuo incidente! Ti dici tanto in pace con te stesso su questo tema, ma se lo fossi davvero, riusciresti a parlarne!" Urlò questa volta Velvet.
"E cosa vuoi sapere eh? Che i primi giorni mi sembrava di impazzire ad essere circondato costantemente dal buio? Che avevo paura di uscire perché non sapevo dove avrei messo i piedi? Che ho percepito ogni singola goccia di dolore dei miei genitori riversarsi su di me? Eh, cosa vuoi sentire?"
Ma senza darle il tempo di continuare, lo fece lui.
"Oppure vuoi sapere quanto mi sono sentito una merda a costringere i miej genitori a vendere parte dell'azienda per avere i soldi necessari per pagare le mie cure e sottopormi a tutfi gli trattamenti che si sono rivelati solo un fallimemto! Oppure quanto mi sento in colpa ancora oggi al pensiero che non potrò mai risarcirli!"A Velvet si strinse il cuore ascoltando quelle parole e le sembrò che il suo dolore si riversasse su di lei. La rabbia che aveva provato fino a poco prima, sembro placarsi.
Gli si avvicinò toccandogli una mano mentre con l'altra accarezzò la guancia ancora arrossata dallo schiaffo."Tutto quello che hanno fatto, lo hanno fatto perché ti amano. Non se ne sono pentiti. Vogliono solo che tu sia felice". Gli disse con tono più dolce.
Sentire che Velvet si era tranquillizzata, ebbe un effetto positivo anche su di lui: Richard sentì il peso che aveva sulle spalle affievolirsi e insipirò lentamente cercando di calmarsi ulteriormente."Non voglio sottopormi a questo intervento. Ho paura di peggiorare le cose e di sentire ancora più dolore. In passato, dopo ogni trattamento, passavo settimane intere con gli occhi chd mi sembravano andare a fuoco".
Le lacrime riempirono gli occhi di Velvet ad ascoltare quelle parole così piene di dolore: guardò quel ragazzo davanti a lei e avrebbe dato tutto quello che aveva per non farlo soffrire più."C'è altro vero?"
"Non voglio che i miei rinuncino a quello che hanno costruito in una vita di sacrifici per me. So quanto costa l'intervento che mi ha proposto il dottor Collins e so anche che non risolverei nulla. Ne ho provate tante e non ho mai avuto il minimo miglioramento. Mi sono abituato alla mia nuova vita, sono quasi autonomo, sto imparando a farmi di nuovo degli amici e... ho te. Non voglio perdere tutto questo per qualcosa che sono sicuro non funzionerà".
"So che ai tuoi genitori non importa nulla dei soldi. Lo farebbero volentieri per vederti felice".
"Loro vogliono indietro il loro vecchio figlio. In me vedono solo una brutta copia di quello che ero e neanche tutti i soldi del mondo potranno migliorare le cose".
"Ma..."
"Niente ma, davvero- aggiunse lui stringendo la presa sulle dita di Velvet- ho deciso così. Non valgo tutti i soldi che hanno speso per me e poi... sto bene così".Due calde lacrime solcarono le guance di Velvet di fronte a quella confessione: Richard si era confermato il ragazzoz più altruista che avesse mai conosciuto. Nonostante tutto quello che la vita gli aveva tolto, non voleva sacrificare quella di nessun altro.
E una vocina dentro di lei, le disse che si, si sarebbe potuta innamorare di lui.
"Hai detto che hai me" gli ricordò di punto in bianco.
"Si" confermò lui.
"Quindi non vuoi buttarmi fuori da qui?" Chiese timorosa, asciugandosi le altre lacrime che si erano formate per il sollievo di aver ascoltato quelle parole.
"No. Scusami, angelo, non volevo urlarti contro, né accusarti di niente ma mi sono sentito come se anche tu mi avessi tradito".
"Scusami. Ti giuro che non era quella la mia intenzione".
Velvet avrebbe potuto dirgli molto altro ma non sapeva se fosse il momento giusto.
"Lo so, ora lo so".
"Dovresti scusarti anche con tuo fratello: come me, non aveva cattive intenzioni".
"So anche questo ma ancora non ho finito di scusarmi con te" le disse avvicinandosi a lei e poggiando le mani sui suoi fianchi.
Una scossa le percorse la spina dorsale, seguita da una sensazione di calore che le arrivò fino al petto e al viso.
Iniziò ad indietreggiare sotto la spinta di Richard che si fermò solo quando Velvet incontrò di nuovo il piano della cucina.
"Che-che vuoi dire?"
"Che conosco un solo modo per farti capire quello che sento per te"
Non ricevendo risposta da lei, si decise a continuare con il cuore che gli pompava direttamente in gola.
"Fai l'amore con me angelo. Lo so che sono stato uno stronzo per la maggior parte del tempo, ma ho così tanto bisogno di te, da stare male e questo è l'unico modo che conosco per dimostrartelo".Velvet lasciò che il suo sguardo percorresse tutto il viso del ragazzo che aveva di fronte: aveva un'espressione tormentata, come se aspettare una sua risposta, lo facesse davvero soffrire. Eppure, anche in quel momento, era così bello. Era vero quello che aveva detto ma i momenti che avevano costruito insieme, avevano di gran lunga superato il male che si erano fatti.
Velvet aveva sempre pensato che avrebbe fatto l'amore solo con chi avesse amato davvero e, così, lasciò che fosse il suo cuore a rispondergli.
"Si" sussurrò flebimente prima di serrare gli occhi e poggiarsi con la fronte al suo petto.Angolo autrice:
Beh diciamo che sembra sia finito tutto per il meglio. Ma le sorprese saranno davvero finite?
Che ne pensate del capitolo?
Xx

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Mercy - Richard Madden
RomantikaAutrice di: "Little Things - Liam Payne" "No Control - Louis Tomlinson" "If I could fly - Sequel di No Control" #532 in Storie d'amore 21/08/2017 #260 in Storie d'amore 25/08/2017 Questa storia è il frutto di un'idea improvvisa e, spero, riuscita, i...