Al suo risveglio Richard allungò automaticamente il braccio verso la parte di letto al suo fianco, certo di trovarci Velvet ancora immersa nel mondo dei sogni, ma trovando le lenzuola gelide, si ritrovò ad aprire di scatto gli occhi e a mettersi a sedere al centro del letto.
Provò a chiamarla, pensando che potesse essere in bagno o in cucina ma non ricevendo alcuna risposta, decise di alzarsi. Non voleva farsi prendere subito dal panico, ma una sensazione strana gli aveva fatto accartocciare lo stomaco fino a ridurlo alla grandezza di una pallina da tennis. Muovendosi piano lungo le stanze di casa sua, trovò Kiro che si era strusciato contro la sua gamba per fargli percepire la sua presenza.
"Tu sai che fine ha fatto Velvet?" gli chiese come se magicamente lui potesse rispondergli ed effettivamente l'uggiolare triste del suo cane, iniziò a fargli pensare che i suoi presentimenti erano corretti.
Non era mai stato il tipo di ragazzo che fuggiva da una cosa che gli faceva paura, quindi si decise a vestirsi e prendere le chiavi di casa, prima di uscire portandosi dietro Kiro. Si diresse verso l'appartamento di Velvet e dopo aver cercato a tentoni il campanello, provò a suonare.
"E' aperto" sentì dire da una voce maschile dall'interno.
"Credo di aver sbagliato casa. Cercavo Velvet" rispose dubbioso Richard, pronto a tornare verso il suo appartamento e rifare da capo il tragitto, magari aveva sbagliato a contare le porte che dividevano il suo appartamento da quello del suo dolce angelo.
"No, questa era la casa della signorina Velvet" rispose la stessa voce, mentre Richard capì che si stava facendo più vicina.
"Era" chiese stranito mentre sentiva i battiti del proprio cuore aumentare di frequenza.
"Si, la signorina mi ha chiesto di venire a prendere le sue cose. Io sono Marcus". L'uomo tese la propria mano davanti a sé, ma ricordandosi delle condizioni del ragazzo, la ritirò, quasi imbarazzato e si decise a continuare. "Lei è Richard?"
"Si. E vorrei sapere che diavolo sta succedendo"
"Come le ho già spiegato, io sto solo eseguendo quello che mi è stato chiesto di fare. Non sono tenuto a dirle altro, però ho qualcosa per lei" disse prendendo un suo braccio e lasciandogli in mano una busta. "Qui, credo che ci sia quello che vuole sapere. Ora, se permette, dovrei continuare il mio lavoro".
Richard se ne andò senza emettere un solo suono e si chiuse la porta di casa sua alle spalle: non voleva credere che Velvet si fosse comportata in un modo tanto meschino, che lo avesse abbandonato dopo che lui si era aperto così tanto a lei, non voleva credere che per lei fosse stato tutto semplicemente un gioco.
Si sedette, rigido, sul divano e tracciò più volte i contorni di quella busta di carta prima di decidersi a prenderla. Dentro vi trovò un foglio di carta più grande, uno più piccolo e un oggetto più pesante che, dopo averne tracciato i contorni, capì essere un registratore.
Nervosamente, premette il tasto di accensione e dopo qualche attimo di silenzio, la stanza fu riempita da un sospiro e poi la voce di Velvet si diffuse in tutto l'ambiente.
"Amore mio, so già che stai pensando, non dovrei più usare queste parole pensando a te, ma non potrei chiamarti in maniera diversa, perché solo ora posso dirti che se l'amore vero esiste, allora tu sarai il mio. So che in questo momento non ci starai capendo niente, ma ti prego, ascoltami fino alla fine. Sono arrivata in questo palazzo, per recuperare me stessa: ho sempre vissuto sotto una campana di vetro, che invece di proteggermi dai mali del mondo, mi stava pian piano soffocando: sono partita senza lasciarmi dietro praticamente nulla se non i miei soldi e mai avrei sperato di trovare la felicità in così poco tempo. Certo, all'inizio ho pensato che tu fossi davvero uno stronzo, ricordo ancora quando te l'ho urlato la prima volta, ma poi ho capito tutto il dolore che si nascondeva dietro quella maschera che ti eri cucito su così bene e il mio primo pensiero è stato quello di volermene fare carico, almeno un po'. Credo che l'incidente di Kiro sia stato allo stesso tempo il momento più tragico che abbiamo vissuto insieme, ma anche il momento di svolta. Quella sera, al piano, sentendoti dietro di me, ho capito che tu saresti potuto essere colui che mi avrebbe salvata dai miei demoni. Ho sempre pensato, dentro di me, che ci fosse qualcosa di sbagliato, visto che neppure i miei genitori riuscivano a volermi bene, ma con te, ho capito che per costruire un rapporto vero, servono impegno e volontà e se non si ha voglia di sacrificarsi, l'amore non arriverà mai. So che non capirai perché te lo sto dicendo proprio ora, ma devo farlo: Ti amo Richard, ti amo davvero. Ti amo così tanto che mi manca l'aria anche se sono solo poche ore che sono lontana da te: questa notte è stata la più bella della mia vita, un dolce ricordo che farà parte di me per sempre, che mi scalderà dal gelo che mi sta pian piano avvolgendo e a cui mi aggrapperò quando sentirò di stare per cadere. Mi dispiace di averti lasciato senza parlarti di persona, ma era l'unico modo per non tornare indietro: non capirai, lo so, ma lo sto facendo per te. Nella busta troverai un assegno, lì c'è la cifra che ti serve per l'operazione che ti ha proposto il dottor Collins e per le spese necessarie. Va dai tuoi genitori, parlaci, riconciliatevi: quando ieri sera mi hai parlato di tutto quello che è successo con loro, mi si è stretto il cuore. Non potevo accettare che per soldi, si disgregasse una famiglia nata sull'amore vero, quello che io non ho mai provato. Da ogni tua parola ho capito quanto tu sia legato a tua madre e tuo padre e non voglio che i tuoi sensi di colpa, per qualcosa che non puoi nemmeno controllare, siano un ostacolo alla tua felicità, perché lo so che rivedere il sorriso sulle loro labbra, vorrebbe dire farti felice davvero. E per questo non mi costa nulla sacrificarmi per te, in fondo te l'ho detto che ti amo, no? E per te farei di tutto. Una parte di me sarà sempre lì con te, ma ogni cosa ha un suo prezzo, e rimanere separata da te, è quello che devo pagare io. Ma starò bene, vedrai, grazie a te me la caverò. Mi devi promettere di tornare a sorridere presto, di accettare il mio regalo senza sentirti offeso perché l'ho fatto col cuore e, se puoi, non odiarmi, conserva di me un bel ricordo e vivi Richard, ricomincia a vivere perché te lo meriti. Nella busta troverai anche un foglio più grande, è una lettera per te. Voglio che tu la legga dopo l'operazione perché sono certa che questa è la volta giusta. Lì dentro c'è l'unica cosa cara che io possa darti, il mio cuore e ricordati che sarà per sempre tuo".
Non si era neppure reso conto di avere le guance bagnate, fino a quando non sentì una leggera presa sulla sua spalla, che gli fece sollevare di scatto la testa.
"Richard"
"Jordan. Te lo ha chiesto lei?"
"Si" rispose il suo amico, prima di sedersi al suo fianco ed abbracciarlo.

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Mercy - Richard Madden
RomansaAutrice di: "Little Things - Liam Payne" "No Control - Louis Tomlinson" "If I could fly - Sequel di No Control" #532 in Storie d'amore 21/08/2017 #260 in Storie d'amore 25/08/2017 Questa storia è il frutto di un'idea improvvisa e, spero, riuscita, i...