Angolo autrice:
Vi scrivo giusto due parole prima di lasciarvi al nuovo capitolo. Per me questi sono stati giorni molto importanti: la settimana scorsa ho ufficialmente finito i miei esami universitari e tra poco inizierò a scrivere quella che dovrebbe essere una delle storie più importanti della mia vita, la mia tesi di laurea.
Ringrazio le ragazze che continuano a farmi sentire il loro sostegno così come tutti coloro che semplicemente si fermano a leggere. Scrivere è una delle mie maggiori passioni e vedere che riesco anche a trasmettere qualcosa, mi lusinga.
Detto questo, vi lascio al nuovo capitolo!Velvet non riusciva a chiudere occhio: era passata più di un'ora da quando aveva vissuto uno dei momenti più speciali della sua vita e mentre Richard accanto a lei, sembrava ormai perso nel mondo dei sogni, le sue palpebre non ne volevano sapere di serrarsi.
Una parte di sé voleva giustificare quel suo stato con l'eccitazione divampata in lei quando aveva sentito i gemiti di Richarf mentre lo toccava e la sensazione di averlo addosso mentre cercava di raggiungere il suo piacere continuando a sussurrare il suo nome, sempre più affannato.. però un'altra parte di sé le diceva che in realtà la sua insonnia era dovuta a ben altro: era scombussolata per la discussione avuta con la madre di Richard e ancora di più per il senso di colpa che la attanagliava ogni volta che ripensava alla conversazione con il dottor Collins.
Ormai le lenzuola intorno al suo corpo sembravano andare a fuoco e per non finire con lo svegliare anche Richard, decise di alzarsi. Quando provò a sottrarsi alla presa del ragazzo addormentato al suo fianco, finì, però, con l'essere ancora più attaccata a lui: Richard le posò una gamba sopra le sue e poggiò il viso sul suo seno, mentre il braccio con cui le circondava la vita, la avvicinò ancora di più al suo torace.
"Che c'è piccola?" Le chiese con la voce impastata per il sonno
"Non riesco a dormire"
Lui si strusciò contro il suo fianco come se stesse facendo le fusa, e sentendolo di nuovo pronto per lei, Velvet arrossì repentinamente.
"Hai bisogno di un pò di coccole?" Le chiese sussurrando direttamente al suo orecchio.
Velvet si trovò a boccheggiare, stupita per quell'audacia che Richard le aveva mostrato e allo stesso tempo smaniosa di vedere un pò di più di questo suo lato.
"I-io.."
"Shh. Sono solo io angelo, io che voglio prendermi cura di te". Le disse iniziando a lasciarle umidi baci lungo il collo, fino ad arrivare al mento che iniziò a mordicchiare. Un sospiro lasciò le labbra di Velvet e Richard non tardò ad approfittare del momento per baciarla, a lungo e profondamente.Velvet cercava di dar retta alla parte del suo cervello che le diceva che non poteva approfittarsi della situazione e fermarlo, doveva parlargli e essere sincera con lui, se non voleva ferirlo più di quanto non stesse già facendo.
Però le sue mani erano così calde, così morbide mentre lasciavano una scia di brividi sul suo ventre che Richard stava accarezzando al di sotto della maglietta. E poi il suo odore era così buono: aveva sempre sognato di avere qualcuno che la facesse sentire così protetta e al sicuro e per quella volta decise di spegnere la parte pedante della sua mente e dar ascolto a quello che il suo corpo le stava urlando.Quando sentì la mano di Richard afferrarle un seno, la sua bocca formò una O perfetta: la sua presa era salda tanto da farle sentire ogni dito e allo stesso tempo le trasmetteva un calore incredibile, che da quel punto si diramava in tutto il corpo fino ad arrivare laddove anelava maggiormente il suo tocco.
"Sei senza reggiseno -le disse Rochard continuando a stuzzicarla- Mi farai impazzire Velvet".
Richard si sollevò leggermente facendo forza sul braccio con cui non la stava toccando e serrò gli occhi, sopraffatto dalla voglia che aveva di vederla."Quanto vorrei guardarti mentre ti faccio tutto questo" le disse con voce roca.
"Lo stai facendo, mi stai guardando attraverso le tue dita e mi vedrai attraverso i suoni che emetterò".
Le guance di Velvet divennero ancora più rosse, consapevole di quello che aveva detto. La mano di Richard si staccò dal suo seno e salì lungo il collo fino ad arrivare alla sua guancia.
"Scommetto che sei arrossita, ma non ce n'è bisogno. La tenerezza che usi ogni volta che mi parli, potrebbe farmi scoppiare il cuore"Richard le lasciò un bacio a stampo e poi la sua mano riprese a scendere fino ad arrivare al bordo dei pantaloncini di Velvet: ne tracciò il contorno con indice e medio che poi fece scendere all'interno della stoffa.
Il primo contatto li fece sobbalzare entrambi, Velvet a causa di quella sensazione del tutto nuova che non sapeva definire e Richard perché si rese ancora di più conto di quanto lei lo volesse davvero per quel che era e soprattutto fu vinto dalla consapevolezza che una volta avuta lei, non ne avrebbe più potuto fare a meno."E così mi vuoi anche tu eh?" Le disse prendendo ad accarezzarla lentamente.
Non si aspettava una vera risposta da lei, che viveva per la prima volta quel tipo di emozioni: il fatto che lui fosse il primo, lo fece riempire di puro orgoglio maschile e di una strana smania di volerne ancora.
Provò ad approfondire il loro contatto, spingendo le dita più in basso ma subito dopo lei tentò di serrare le gambe per sottrarsi a quella intrusione.
"No, angelo: lasciami entrare" le sussurrò con la voce ancora più roca di qualche attimo prima continuando a far pressione con le dita, umide degli umori di lei.
Con dolci carezze la indusse a rilassarsi ed accettare tutto quello che lui le stava dando, fino a quando non la sentì stringersi intorno a lui e un sorriso affiorargli alle labbra per l'euforia che sentiva dentro, al solo pensiero di cosa sarebbe successo quando i loro corpi sarebbero, finalmente, diventati un tutt'uno.Quando tornò al suo lato del letto, Velvet gli si accoccolò contro prendendo a tracciare dei disegni astratti sul suo petto.
"Grazie" sussurrò baciandolo all'altezza del cuore.
"Non devi mai ringraziarmi per questo, angelo mio. Mai" le rispose Richard lasciandole un bacio tra i capelli che subito dopo prese ad accarezzare.La sentì sospirare profondamente.
"C'è qualcos'altro che devi dirmi, vero?"
"Io.. in realtà si. Volevo proporti una cosa"
"Ti ascolto"
"Ecco.. vedi.. so che con i tuoi genitori le cose non vanno bene, però ci tengo davvero che le cose si sistemino. Hai una famiglia che a te ci tiene, e tanto e non vorrei che buttaste tutto all'aria".
"Tu non vai d'accordo con i tuoi?"
"No, non è mai andata bene tra di noi. Sono il frutto di un matrimonio combinato per questioni di interesse e i miei probabilmente rimasero anche delusi dal fatto che non fossi un maschio. Avere un figlio era un obbligo per dare un erede alla loro azienda. Mi hanno sempre detto cosa fare, quale sarebbe stato il mio futuro, mi hanno imposto scelte non mie, mi hanno privato di un sacco di esprienze che avrei voluto fare, senza mai darmi in cambio un pò di amore, un pò di quell'affetto che per natura i genitori dovrebbero provare per i figli. Volevano anche decidere cosa avrei dovuto studiare all'università ma ho deciso di andarmene prima, anche se quello ha voluto dire rinunciare alla vita agiata che avevo sempre condotto. E così sono arrivata qui e il resto lo sai"
"Mi dispiace"
"Non dispiacerti per me. Però non lasciare che la tua famiglia scappo via come sabbia tra le dita".
"Non sono ancora pronto".
"Che ne dici se iniziamo da tuo fratello? Lo potresti invitare stasera e vediamo come va. Preparerò una cenetta con i fiocchi" gli disse baciandolo sulla guancia.
"Alla fine vinci sempre tu." Borbottò Richard rafforzando la presa su di lei che si lasciò andare ad una risata piena, prima di addormentarsi con il cuore più leggero: non gli aveva ancora detto tutta la verità, ma poteva aiutarlo ad essere felice.
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Mercy - Richard Madden
RomanceAutrice di: "Little Things - Liam Payne" "No Control - Louis Tomlinson" "If I could fly - Sequel di No Control" #532 in Storie d'amore 21/08/2017 #260 in Storie d'amore 25/08/2017 Questa storia è il frutto di un'idea improvvisa e, spero, riuscita, i...