Chapter 29 (Maybe can we...?)

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Ilary's pov.

Erano ormai passati un paio giorni da quella volta in cui mandai a quel paese Zayn, che per tutto quel tempo aveva provato a chiamarmi e ad inviarmi messaggi. Io non avevo mai risposto, troppo orgogliosa per farlo.

Ma oggi, diamine oggi non smette di inviarmi messaggi e non vuole proprio mollare la corda, continua, imperterrito, a chiamarmi.

"Cosa c'è?" Chiedo esperata, rispondendo finalmente all'ennesimo squillo.

"Buongiorno fiorellino; oggi il sole splende, gli uccellini cinguettano e i fiori sbocciano." Risponde lui felicemente.

"Zayn, sei ubriaco?" Tento di rimanere seria.

"Io? No, cioè boh, sì, forse, anzi no no." Sbiascica.

"Zayn sono appena le otto della sera e tu sei ubriaco marcio?" Mi mordo il labbro inferiore per poi sospirare.

"Sono le otto? Cazzo allora è l'ora dell'aperitivo!" Urla lui per poi ridacchiare.

"Dove sei?" Chiedo sistemandomi meglio sul letto.

"Penso a casa mia, aspe, vado a vedere se ci sono le foto." Dice lasciando probabilmente il telefono sul divano o sul tavolo e iniziando a camminare, probabilmente, a zonzo per casa sua.

Sento qualche bestemmia ed altri rumori.

"Sì! Sono a casa mia! Non me la ricordavo così! Tu te la ricordavi così?" Chiede facendomi ridere.

"Cazzo Zayn, tu ti sei calato qualche pastiglia di acido, altro che alcol." Ridacchio io scherzando.

"Precisamente! Fresche fresche dalla Thailandia." Risponde lui.

"Ah, ma io stavo scherzando..." Ammetto arricciando il naso.

"Ah, io no." Ride lui.

"Va beh Zayn, ciao!" E riattacco prima che possa dire un'altra delle sue idiozie.

Decido di spegnere il telefono.

Non ho voglia di sentirlo, soprattutto se sotto effetto di qualche strana droga.

Mia madre chiama dal piano inferiore, così scendo e ci mettiamo a cenare. Va tutto alla perfezione, i miei raccontano cos'è successo nella loro giornata, io faccio finta di essere interessata alle loro cose,  finché non suona il telefono di casa.

"Vai tu Ilary?" Chiede mia madre mentre porta il roastbeef a tavola.

Annuisco e mi alzo, diretta verso il fisso.

"Pronto?" Chiedo.

"Fiorellino! Perché mi hai riattaccato in quel mod-" Riattacco pure questa volta, lasciando la cornetta fuori dal suo posto.

Che ansia!

"Chi era?" Chiede mio padre.

"Oh, niente di che, della pubblicità." Invento al momento facendo partire una discussione sui centralinisti che dovrebbero stare a casa dalle loro famiglie, al posto di chiamare la sera a casa delle persone.

Zayn è così strano...

Con tutta la calma del mondo mangio e quando è ora di andare a dormire, mi dirigo verso camera mia, dove avevo lasciato il telefono, spento, a caricare.

"Non ho il coraggio di accenderlo." Sussurro a me stessa.

Faccio il segno della croce, pregando tutti i santi possibili e lo accendo, trovando decine e decine di telefonate perse.

Amore in polvere. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora