Chapter 36 (Tribunale)

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Zayn's pov.

Sono oramai giorni che sono chiuso dentro questa catapecchia. Matt per caso qualche giorno prima venne lì, trovandomi per terra, troppo fatto per capire cosa era successo. Mi aiutò e qualche ora dopo riuscii a spiegargli cosa era successo.

Per giorni mi ha portato l'essenziale, come vestiti, cibo e acqua.

È andato persino a casa dei miei. Non riusciva neanche a descrivere l'espressione di mia madre non appena gli raccontò che la polizia stava cercando suo figlio per possesso e spaccio di droghe.

Non riuscii a trattenermi, piansi, piansi per giorni interi, piansi per tutti quegli anni che non lo feci.

Ed ora, ora mi ritrovo seduto su una vecchia sedia scricchiolante, con in mano  l'ennesima sigaretta.

"Dovresti mangiare qualcosa." È quello che mi hanno continuato a ripeter Matt e Jason per tutto il tempo.

Ma la voglia di mangiare è andata a puttane.

"Voglio vederla." Sussurro, dopo ore interminabili di silenzio.

"Sai che è rischioso... Se vai da lei qualcuno potrebbe riconoscerti. In più sai chi è suo padre." Mi risponde subito Matt togliendomi dalla mano la sigaretta appena iniziata.

Lo guardo male.

"Non mi interessa." Ne prendo un'altra dal pacchetto accendendola, prima di continuare. "Non potrò rimanere a vita chiuso qui dentro." Mi guardo attorno con faccia schifata.

"Come vuoi, ma sappi che io in quel caso non potrò fare niente." Mi risponde sospirando.

"Andrò questa notte, quando tutti staranno dormendo." Dico aspirando quello che è diventato oramai il mio ossigeno.

"Okay." Risponde semplicemente, scuotendo la testa.

****

"Ne sei proprio sicuro?" Mi chiede Jason, nella sua macchina, a qualche casa più in là dalla mia meta.

Annuisco.

Mi poggia una mano sulla spalla, scuotendomi appena per darmi forza.

Prendo un grande sospiro ed esco dalla macchina.

Quatto quatto, mi avvicino a quell'abitazione.

Con il cappuccio in testa, alzo lo sguardo verso la finestra della sua camera. Nessuna luce e accesa.

Con molta fatica riesco a salire dalla pluviale, con l'aiuto del robusto rampicante.

Sapendo che avrei avuto problemi per la finestra, Jason era riuscito a passare prima che chiudesse la finestra per metterci uno spessore in modo che non si sarebbe chiusa completamente.

Sforzandola un po'finalmente riesco ad aprirla.

Lei è lì, dormiente, con il respiro pesante.

Mi avvicino, inginocchiandomi davanti al suo letto. Le poggio una mano sulla guancia, accarezzandola lievemente.

Diamine, mi è mancata così tanto...

Mi avvicino lentamente, sto osando troppo lo so, ma non riesco proprio a resistere, a resisterle.

Le mie labbra si poggiano leggere sulle sue. Un bacio casto, leggiadro, niente di malizioso.

Mi stacco non appena fa un mugolio girandosi completamente verso di me, non stando più supina.

Un piccolo libretto le cade per terra e subito lo prendo in mano.

È il suo diario.

"Forse non dovrei leggerlo..." Sussurro a me stesso, guardando verso la ragazza dai lunghi capelli castani.

Amore in polvere. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora