Chapter 42 (Romeo e Giulietta)

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"Ilary, tesoro, svegliati." Mi scuote mia madre, cercando di svegliarmi, ma ricevendo solo un mugolio da parte mia.
"Non ho voglia." Rispondo, girandomi dal lato opposto.
"Questa mattina devi andare a lavorare, te lo sei dimenticata?" Mi richiama mia madre, facendomi sbarrare gli occhi.
È vero, di solito vado il pomeriggio, ma il signor Hall mi aveva chiesto di venire al mattino dato che l'altra ragazza si era ammalata.
"Ora mi alzo." Dico, sospirando pesantemente.
"Va bene, la colazione è pronta." Mi risponde, prima di andarsene, facendomi annuire.
Con la velocità di un koala, mi alzo dal letto, diretta verso il bagno per fare i miei bisogni mattutini.
Seduta sulla tazza inizio a pensare ciò che era successo la sera prima.
Che poi, perché mi ero arrabbiata così tanto? Non gli ho fatto tutta questa sceneggiata quando l'hanno arrestato, ma l'ho fatta questa volta perché lui mi ha detto che non gli piace quando fumo.
Rido istericamente di me stessa e penso a quanto il ciclo possa modificare il modo di percepire le cose.
"Che cretina..." Sussurro, tirando lo sciacquone e andando diretta verso il lavandino per sciacquarmi il viso e lavarmi i denti.
Dopo aver finito, scendo giù da basso e trovo i miei pancakes fumanti sopra al tavolo, con sopra la Nutella.
Diamine, mia madre mi conosce così bene!
Cercando di mangiare il più velocemente possibile, dato che, come al solito, sono in ritardo, mi sporco la maglia del pigiama di quella dolce crema alle nocciole.
Sbuffo e corro di sopra. Di fretta e furia cerco dei vestiti consoni per poter andare a lavoro. Dopo una decina di minuti, finalmente, sono pronta.
"Io vado." Dico ai miei che sono seduti sul divano a guardare la tv.
"Certo, ci vediamo dopo!" Risponde mia madre.
Esco fuori di casa, ma subito mi ricordo di aver lasciato le chiavi della macchina.
"Che stupida!" Mi do un buffetto sulla fronte e faccio retro front.
Non appena metto piede in casa sento mio padre dire: "E finalmente siamo a casa noi due soli soletti, finalmente ci potremo coccolare come si deve." Seguito da una risatina di mia madre.
"Oh, mio Dio." Sussurro tra me e me. Ringrazio tutti i santi non appena ricordo che le chiavi sono poggiati sul mobile vicino alla porta, di conseguenza non devo neanche passare di fronte a loro.
Con uno scatto fulmineo le prendo ed esco definitivamente da casa mia, non volendo immaginare ciò che avevano progettato di fare.
Scuoto appena la testa per togliere quell'orrifilante immagine dalla mia mente ed entro nella mia macchinina, partendo a tutto gas.
Dopo svariate imprecazioni agli automobilisti incapaci e continui semafori rossi, finalmente arrivo alla libreria.
Posteggio nel parcheggio riservato e mi precipito subito verso la mia meta.
"Ciao Ilary!" Con un sorriso raggiante, il mio capo, il signor Hall, mi saluta.
"Ciao!" Rispondo felicemente. Mette sempre di buon umore, per fortuna. Non avrei sopportato dover lavorare in un posto non accogliente.
Vado verso la piccola stanza riservata al personale e poggio le mie cose. Non appena sono pronta, esco e vado verso alcuni scatoloni pieni di libri.
"Oh, quelli sono i nuovi arrivi!" Mi dice Hall, facendomi annuire.
"Per favore, sistemali nei vari scaffali e poi sistema anche quei libri che hanno lasciato sul tavolo." Mi indica il tavolo pieno di libri.
"Certo." Gli sorrido prima di mettermi al lavoro.
Mi avvicino al primo scatolone, notando la scritta 'romanzi rosa'. A calci, lo trascino fino allo scaffale riservato a quel genere, prendendo, poi, i libri ad uno ad uno per porgerli in base all'annata. Dal più vecchio al più nuovo.
Sorrido non appena noto il titolo di un libro che mi aveva lasciato Mary, stringendolo per qualche secondo a me. Lo so che è sempre con me. Con cura, poi, lo poggio affianco a tutti gli altri.
Indaffarata a mettere tutto apposto, non mi accorgo che un acquirente è al mio financo, così sobbalzo non appena lo sento toccarmi una spalla.
"Oddio che spavento." Mi porto una mano al cuore, facendolo sorridere appena.
"Che piacere rivederti! Come stai Brayn?" Chiedo sorridendogli e abbracciandolo.
"Oh tutto bene, tu?" Mi chiede ricambiando il mio abbraccio, prima di staccarsi.
"Tutto bene! Cosa ci fai qui? Non lavori al tuo bellissimo supermercato oggi?" Lo scimmiotto facendogli scuotere la testa.
"No, fortunatamente no, oggi ho il giorno libero e avevo voglia di farmi un giro, poi mi sono imbattuto in questa libreria e boom, ti ho incontrata!" Ridacchia lui, facendomi annuire appena.
"Wow, che fortuna allora." Gli dico.
"Mi sembra come di avere un déjà-vu. Non ci siamo mica incontrati in questo modo noi? Solo che allora eri tu ad avermi chiesto dove fossero i fagioli in scatola." Mi dice, facendomi annuire.
"Hai ragione, ma mi spiace, qui non ti potrò aiutare con i fagioli in scatola, al massimo libri." Gli rispondo, facendolo ridacchiare.
"In realtà non leggo molto, ma ti ho vista quindi sono entrato." Mi dice, facendomi annuire.
"Ah, capisco." Rispondo, per poi prendere un altro libro e porgerlo nello scaffale.
"Senti, Ilary... Ti andrebbe di andare a mangiare qualcosa qualche sera? Sai, una pizza, o del cibo tipico Inglese, non so, come vuoi tu." Mi chiede, lasciandomi di sasso. Sto ferma per qualche secondo, prima di riiniziare a fare ciò che stavo facendo prima.
"Guarda... Non lo so." Dico sinceramente.
"Eh dai, che sarà mai!" Mi dice lui spingendomi appena, con la spalla.
"Davvero, io non lo so..." Dico un'altra volta, ma lui mi interrompe.
"Vediamoci domani sera, al ristorante dietro al supermercato, quello Turco, alle 20.15." Mi dice, prima di lanciarmi un bacio volante e correre via.
"Bah." Sussurro tra me e me.
Scuoto la testa e mi rimetto a lavoro.

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