17.

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Sono bloccata di fronte a Scott, di fronte ai suoi occhi che mi fissano trepidanti ed emozionati, al suo sorriso radioso, ai capelli biondi resi più chiari dalla luce del sole che entra alle sue spalle e dal fatto che sia qui, a casa mia. Perché diavolo mi sono dimenticata il cellulare nella sua auto? Proprio oggi poi!

« Grazie.» farfuglio nervosa, mentre afferro l'oggetto incriminato.

Scott non perde il suo sorriso. « Posso entrare o vuoi che me ne vada?».

"Voglio che te ne vada" gli rispondo quasi automaticamente nella mia testa. Non vorrei cacciarlo, davvero, ma farlo entrare qui è troppo... imbarazzante? Ho visto casa sua, la magnifica villa nel centro di Montpelier, dai mobili laccati, i pavimenti lucidi, i lampadari eleganti e la perfezione intrinseca in ogni dannato metro quadro. Casa De Doux, invece, è ben diversa: mobili vecchi di cent'anni, pavimenti in legno rigati e cosparsi di giocattoli, luci mezze fulminate perché Simon non si decide a cambiare le lampadine ed il caos che regna sovrano. Senza contare che non saprei cosa dire a mia nonna e a mio fratello... senza contare che Blake è di là.

Prima che me ne renda conto, il sorriso di Scott si è dato alla macchia, sostituito da un'espressione preoccupata ed avvilita. « Ok, ho capito, me ne...»

« Entra.» lo interrompo decisa, per poi fare un passo indietro e dargli modo di fare ciò che gli ho chiesto. Senza farselo ripetere due volte, Scott mi supera facendo il suo ingresso nel posto dove mai avrei immaginato di vederlo. Si guarda intorno per qualche secondo, ma non dice assolutamente niente e, quando i suoi occhi si riconcentrano su di me ne capisco il perché: è stranamente felice. Sto per chiedergli il motivo di quel sorriso, eppure prima che possa farlo lui muove un paio di passi verso di me, posa le mani sulle mie guance e mi lascia un bacio sulle labbra prendendomi non poco alla sprovvista. Tuttavia, nel momento in cui inizio a godermi questo contatto improvviso, qualcosa fa sussultare entrambi: Belle inizia ad abbaiare come non mai.

All'istante mi volto per vedere cosa sia successo, e il mio stomaco ed il mio cuore sprofondano dieci metri sottoterra nel vedere Simon, la nonna e Blake di fronte alle scale che portano al piano di sopra. Il primo tiene le braccia incrociate con fare minaccioso, la seconda ha un sorrisetto soddisfatto in volto mentre Blake... non ho idea di cosa significhi quell'espressione sorpresa, era lui l'unico ad esserne già a conoscenza.

« Rose, non ci presenti il tuo ospite?» domanda la nonna, sempre più divertita e completamente indifferente al fatto che il mio cane sembri indemoniato.

« Mmm... certo.» mormoro, mettendo un po' più di distanza tra me ed il mio ragazzo. « Lui è Scott Wright, ne hai sicuramente sentito parlare.»

« Ma certo! Da Los Angeles, giusto?» si rivolge a lui con fare gentile ed una domanda retorica: lo sa benissimo che viene da Los Angeles, sono settimane che non si parla d'altro.

« E' corretto.» risponde lui ritrovando il sorriso.

La nonna gli porge la mano per stringere la sua e guardarlo con gli occhi che le brillano in maniera eccessiva. « Chiamami Hortense.» aggiunge poi, marcando la pronuncia del suo nome. Fatemi sparire.

« Lui è mio fratello Simon.» esordisco, riprendendo in mano la situazione e facendo deviare l'attenzione di Scott da mia nonna, anzi, da Hortense.

« Ma certo, Simon De Doux.» replica Scott senza perdere il sorriso. « C'è una coppa con sopra il tuo nome nella bacheca della scuola.».

A queste parole Simon scioglie le braccia e rilassa le spalle, il suo atteggiamento minaccioso è del tutto sparito. « Sono quello originale, sì.» risponde, stringendogli la mano e dandomi non poco sollievo nel vedere che si comporta come una persona normale.

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