01. Al passo coi De Doux

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Blake - 5 anni

Questa casa non è come la nostra: è piccola, si vedono le assi di legno con cui è stata costruita, il tetto scuro è pieno di foglie, il giardino è invaso da erba alta e fiori rossi, gialli e viola, per arrivarci ci abbiamo messo tantissimo, e non sono stato male per le curve della strada solo perchè ero troppo spaventato dagli alberi alti che sembravano caderci addosso. Quando papà ha detto che il mio amico Simon mi aveva invitato a giocare a casa sua ero contento, ora non tanto.

« Andiamo Blake.» Dana, la mia tata, mi prende per mano e mi costringe a seguirla oltre le erbacce, su per i gradini in legno fino al portico. Le assi scricchiolano, non so se mi piace. Non appena bussa alla porta, una donna la spalanca sorridendo. E' vecchia.

« Oh, lei deve essere la tata di Blake! La stavamo aspettando!» saluta Dana, poi guarda me. « E tu sei Blake, ovviamente.».

Le tendo la mano imbarazzato. « Molto piacere, signora.» sussurro, ma alle mie parole lei scoppia a ridere, si abbassa e mi dà un bacio per guancia.

« Chiamami pure Hortense.» dice continuando a sorridere. Sono contento, ma anche sorpreso: gli amici di mamma e papà non mi hanno mai chiesto di chiamarli per nome. Prima che me ne renda conto Dana mi scarica e se ne va, lasciandomi di fronte ad Hortense sotto questo portico che cade a pezzi. « Su avanti, entra, è Settembre ma dalle temperature sembra già autunno inoltrato.» mentre borbotta riguardo al tempo, la seguo dentro casa: anche questa è piccola e disordinata, ci sono giocattoli ovunque, tele bianche e colorate sparse in giro, barattoli di pittura aperti vicino alle scale e nell'aria c'è profumo di torta. « Vado a chiamare Simon.» mi avvisa, prima di cominciare a salire gli scalini che, neanche a dirlo, scricchiolano.

Rimango fermo al mio posto per qualche secondo, so che non si deve curiosare in giro in casa di estranei, ma il profumo di torta è buono e sembra davvero vicino. Voltandomi verso la porta socchiusa alla mia sinistra, intravedo un grande bancone in legno, deve essere la cucina. Pian piano mi avvicino alla stanza per sbirciare dentro. Il profumo di torta diventa più forte, mentre quasi all'istante la mia attenzione viene catturata dalla bambina seduta sul bancone. Ha in braccio una ciotola in vetro sporca di qualcosa color cioccolato, probabilmente l'impasto della torta. Lo sta mangiando con un mestolo in legno, il suo viso è sporco e anche la maglietta gialla che indossa. Quello che mi sorprende di più, però, sono i suoi capelli rossi legati in una coda disordinata. Non ho mai visto dei capelli così, vedo la mamma di Simon quando viene a prenderlo all'asilo, e lei non li ha come questi. Sono belli.

Mi accorgo che la bambina ha smesso di mangiare e ora mi sta fissando, gli occhi sono blu e ha un sacco di macchie sul viso, più di quelle della mamma di Simon.

« Chi sei tu?» domanda in tono poco amichevole.

Mi faccio avanti aprendo del tutto la porta. « Sono Blake, l'amico di Simon.»

« Blake...» sussurra socchiudendo le palpebre. « Se dici alla nonna che ho mangiato l'impasto ti odierò.» mi minaccia poi.

Non oso risponderle, anche se forse dovrei dirle che è sporca di cioccolato ovunque.


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Blake - 6 anni

« Tre... due... uno... arrivo!» la mia voce rimbomba per il bosco, questa volta tocca a me cercare. Prima sono riuscito a nascondermi dietro un grosso masso, Simon ci ha messo tantissimo a trovarmi, per scovare Rosie, invece, gli ci sono voluti due secondi. Non si è accorto di quanto ci è rimasta male, però è colpa di entrambi: lui è troppo competitivo, lei non è capace a giocare a nascondino. A sua discolpa, l'aria in cui ci è permesso di giocare è limitata: la mamma di Simon e papà ci hanno vietato di andare troppo lontano da dove si sono fermati loro. Lei voleva dipingere e noi ne abbiamo approfittato per venire a giocare qui, visto che ormai conosciamo tutti i nascondigli in casa.

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