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Il suono provocato da trapano e martello riempie la casa, e probabilmente anche il bosco circostante. Ammetto di cominciare ad avere mal di testa, sebbene mi sia rifugiata in salotto a leggere un libro per cercare di distrarmi e di ignorare questo fracasso. Sospiro, prima di posare la testa contro il vetro della finestra sistemandomi più comodamente sul davanzale. Da qui riesco benissimo a vedere la serra in costruzione, la nonna che dà direttive a Blake e Simon, i quali sistematicamente alzano gli occhi al cielo, prima di rimettersi a lavoro e fare comunque di testa loro. Sorrido brevemente, dopodiché abbandono il mio posto e mi dirigo in cucina. Qui recupero una caraffa di limonata dal frigorifero e riempio quattro bicchieri, che adagio su un vassoio insieme ad un piatto di biscotti preparati ieri dalla nonna. Prima che possa farmi carico di questo peso, però, la vibrazione del mio cellulare mi fa sussultare; mi calmo solo quando vedo che si tratta di Jane che mi informa di stare arrivando. Deglutisco la paura e poso di nuovo il cellulare sul bancone, tentando di fare dei respiri profondi per tranquillizzarmi prima di farmi vedere da chiunque altro.

E' passato un mese ormai dalla pubblicazione di quel video, un mese dalla sua misteriosa sparizione da internet. Non ce n'è più nessuna traccia, da nessuna parte, e dato che Simon mi ha assicurato che lui e Jane non hanno fatto assolutamente niente, l'unica cosa che mi rimane da pensare è che sia stato cancellato dal colpevole. Nonostante ciò, però, il numero di persone che l'ha visto era troppo alto perchè tutti se ne dimenticassero, e negli ultimi due mesi Jane ha passato il tempo a scuola a lanciare occhiatacce a chiunque tentasse di dirmi qualcosa a riguardo. Il mio cellulare, poi, ha continuato a vibrare per giorni a causa di messaggi, mail e notifiche di Instagram, quando finalmente si è calmato è stato il mio corpo a cominciare ad impazzire, facendomi sussultare all'arrivo di ogni chiamata e di ogni messaggio. Fortunatamente, però, Blake non se n'è accorto.

Prendo un ultimo respiro, subito dopo sollevo il vassoio e  mi affretto a raggiungere la serra. È da due settimane che durante i weekend Blake e mio fratello ci lavorano, credo non manchi molto perchè sia completata, il che è un bene, visti i cumuli di polvere, i vasi e la terra sparsi per casa ed il sopracitato fracasso. Fortunatamente questo si acquieta non appena faccio il mio ingresso nella struttura in vetro; data la luce del sole fa molto più caldo qui rispetto che in casa.

« Oh, Rose, sei un angelo.» cantilena la nonna, sorridendomi e togliendomi il vassoio dalle mani. Simon si avventa su un bicchiere di limonata senza dire una parola, sembra distrutto, ma Hortense lo ignora per concentrarsi su un altro soggetto. « Andrew, tesoro, è ora di fare merenda.» lo chiama cercando di attirare la sua attenzione, eppure lui è concentrato su delle piccole assi di legno e sulla vernice, ovviamente non tossica, con cui sta dipingendo: le sue mani sono completamente verdi, il suo viso è macchiato di blu e sui suoi vestiti si alternano chiazze arancioni, gialle e rosse. E' un disastro.

Tuttavia, una seconda voce mi porta a distogliere lo sguardo. « Grazie, Hortense.» mormora Blake prendendo il bicchiere di limonata che la nonna gli porge, le brillano gli occhi e posso solo attribuirlo al sorriso sghembo che il mio ragazzo le sta dedicando. Mi perdo ad osservarlo per quelle che sembrano ore, concentrandomi sulla t-shirt nera che aderisce perfettamente ai muscoli delle sue spalle e del suo petto, i miei occhi si spostano sul suo pomo d'Adamo, il quale si alza ed abbassa mentre deglutisce la limonata, ha le guance arrossate per il lavoro, i capelli scuri spettinati, gli occhi verdi chiusi per la luce del sole e le labbra che posano sul bordo del bicchiere... Dio, com'è possibile che abbia ancora i crampi allo stomaco al pensiero di quelle stesse labbra sulle mie?

Prima che possa riprendermi dal mio stato di trance, o che possa anche solo rendermi conto di esserci entrata, Blake finisce di bere la sua limonata e posa gli occhi su di me, corrugando la fronte per un secondo a causa della confusione, ma sorridendomi subito dopo. E qui il mio cuore manca un battito.

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