39.

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Le zampette di Belle affondando nella neve alta, tutto il suo corpo sparisce per qualche secondo sotto il manto bianco, poi riemerge. Con la lingua di fuori corre come una forsennata, mentre io sono immobile al mio posto: le braccia incrociate al petto ed il nervosismo che mi scorre nelle vene. Belle scivola leggermente sul ghiaccio, io sospiro e porto le dita a massaggiarmi le tempie in senso orario.

Negli ultimi giorni non ho dormito molto bene, tanto da avere una leggera emicrania. Il professor Wilson non si è arreso, ha perorato la sua causa bloccandomi dopo le lezioni, mentre sua sorella si è preoccupata di dargli man forte non appena ho cercato rifugio in biblioteca.

L'ho pregata di non dire niente a nessuno riguardo a Yale, ma la verità è che non mi fido nè di lei nè di suo fratello. Non pensavo che fare domanda a Yale, per scherzo, avrebbe portato a questo, ora mi chiedo cosa cavolo mi sia saltato in mente.
Sapevo allora, come lo so adesso, che non posso lasciare Montpelier, non posso andare tanto lontano dalla nonna e da Andrew, soprattutto da lui. Prima se n'è andato mio padre, poi la mamma, nemmeno un anno dopo Simon è partito per Burlington insieme a Blake. Quante assenze può sopportare un bambino di quattro anni?

Sbuffo ed abbasso le mani, constatando l'inutilità dei massaggi alle tempie. La temperatura, oggi, è parecchio al di sotto dello zero, ma anche se il mio spirito di sopravvivenza mi suggerisce di tornare a casa, la mia coscienza mi ordina il contrario. Sto raccontando un'altra bugia, e questa volta sono da sola.

Belle trotterella verso di me, ma invece di fermarsi alle mie gambe mi supera, correndo via dal sentiero.

« Belle!» la chiamo standole dietro. Non mi ascolta, non accenna a fermarsi. « Belle, dannazione!» continuo con il fiatone.

Rischio di scivolare sul ghiaccio e decido di abbassare lo sguardo sui miei piedi per assicurarmi di evitare lastre pericolose, ben presto, però, sbatto contro qualcosa di solido. Quasi cado all'indietro, è una fortuna che due braccia mi circondino la vita impedendomelo. All'istante alzo lo sguardo, con il respiro irregolare ed un profumo ben familiare che mi riempie i polmoni: Blake mi fissa divertito.
Rimango immobile, presa ad osservare i suoi occhi verdi e luminosi, i suoi capelli leggermente scompigliati, le guance arrossate per il freddo ed il sorriso radioso che mi rivolge. Senza riuscire a controllarmi gli getto le braccia al collo prima di stringerlo più forte di quanto abbia mai fatto. Blake ride sommessamente, mentre rinsalda la presa sulla mia vita ed affonda il viso fra i miei capelli. Sento le zampe di Belle premere contro le mie gambe, per un attimo mi chiedo se abbia sentito l'odore di Blake in lontananza e sia scappata per raggiungerlo.

« Rosie...» mormora cercando di allontanarmi, io lo stringo più forte. Il cuore mi sta scoppiando in petto, il nervosismo e l'ansia degli ultimi giorni cominciano a sciogliersi come neve al sole. Mi bastava avere accanto Blake, tutto qui. « Rosie, che succede?» domanda, liberandosi dalla mia presa ferrea per potermi guardare negli occhi preoccupato.

« Mi sei mancato.» sussurro con un fil di voce.

I suoi occhi diventano, se possibile, persino più luminosi. Sposta una mano dalla mia vita per accarezzarmi la guancia ed infilare le dita tra i miei capelli. « Anche tu, Rosie, non sai quanto.» mormora. Un attimo dopo le sue labbra sono sulle mie ed il cuore va in tilt. Mi stringo contro il suo corpo, sentendo la sua lingua accarezzare la mia ed il suo respiro irregolare sfiorarmi la pelle. Mi metto in punta di piedi, avverto le sue braccia stringermi ancora di più, tanto che sento miliardi di brividi scuotermi il corpo. Poi, così come è cominciato tutto, finisce. Mi ritrovo di nuovo a guardare il viso di Blake, ora frustrato. « Ho detto a tua nonna che sarei venuto a cercarti, per fortuna ha trattenuto Simon ma... non possiamo restare qui fuori.»

« Oh.» borbotto delusa. Voglio stare da sola con Blake. Ne ho bisogno.

« Troveremo un momento per... » si interrompe, prima di chiudere gli occhi e di fare un respiro profondo. « Be', penserò a una soluzione.» conclude deciso, per poi lasciarmi un altro bacio.

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