51.

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« Come diavolo avete fatto a scoprirlo?!» sussurra Simon con gli occhi sgranati, al che Jane alza i suoi al cielo, esasperata ma stranamente tranquilla. Subito dopo, mio fratello si rivolge ad Alex. « Avevi detto che non l'avrebbero mai capito.».

Alex lo fissa a sua volta come ad intimargli di tacere, ma noi non abbiamo bisogno di altri indizi per capire che le nostre supposizioni erano esatte e a questo punto Daisy parte alla carica. « Alex Walker, io ti affogo in piscina!» esclama avanzando verso di lui. Per un attimo è divertente vedere un ragazzo tanto imponente spaventato da uno scricciolo dai capelli biondi, ma non appena i miei occhi si spostano su chi c'è appena oltre le spalle di Alex, l'ilarità evapora.

Blake ha gli occhi sgranati, a discapito dell'abbronzatura è evidentemente pallido e non mi sfugge nemmeno la tensione che gli pesa sulle spalle. Nonostante la paura che deve provare in questo momento, non riesco a dimenticare la foto di Scott, la sua espressione terrorizzata, e non posso credere che Blake, il mio Blake, sia stato capace di fare una cosa del genere. « Rosie...» sussurra, tentando di richiamare la mia attenzione.

Dovrei parlargli, lo so, dopo tutto quello che ha fatto per me dovrei come minimo dargli il beneficio del dubbio e la possibilità di spiegare, però il groppo che sento in gola mi indica che le lacrime sono in arrivo, e non ho intenzione di farmi vedere così da Simon e da Jane. Quindi, senza doverci nemmeno pensare, supero tutti ed esco dalla dependance. Sento i passi di Blake seguirmi a ruota, mentre il caldo afoso mi investe in pieno e la vista mi si annebbia nel breve tragitto fino al corpo principale della casa. Non appena oltrepasso la porta a vetri, l'aria condizionata mi aiuta a riprendermi leggermente e a capire che se voglio restare da sola l'unica meta possibile è la mia camera. Salgo le scale, supero un corridoio dopo l'altro e finalmente apro la porta in legno scuro. Dopo aver mosso un paio di passi oltre la soglia mi fermo, sentendo il battito del mio cuore rimbombare all'inverosimile, il fiato corto dovuto al passo veloce e la testa che gira a causa di un improvviso abbassamento di pressione. E le prime lacrime, nemmeno quelle mi sfuggono.

Non so esattamente perchè sono tanto arrabbiata, credo di avere troppi motivi per capire quale sia il principale. Prima di tutto sono furiosa per il fatto di essermi fidata di Scott, furiosa per essere stata tanto stupida da girare quel video e, in seguito, da confessargli tutte quelle cose in merito alla mia famiglia. Sono furiosa con Scott per averlo pubblicato nel tentativo di ferirmi, furiosa con tutta la gente che l'ha visto. Sono furiosa con me stessa perchè mi faccio influenzare tanto da quello che si bisbigliano da non dormirci la notte, furiosa con Blake perchè non mi ha ascoltata, perchè si è vendicato quando gli avevo chiesto di lasciar perdere e, soprattutto, sono furiosa con lui perchè mi ha mentito.

« Rose.» sussurra ancora, raggiungendomi e chiudendo la porta dietro di sé. Io gli do le spalle in un vano tentativo di riprendermi, ho paura di svenire da un momento all'altro. Dio, perchè fa così caldo in California? « Rose, per favore, guardami.»

« Vattene via.» gli intimo con voce tremante.

Blake non ci sta, in poco tempo lo trovo di fronte a me, le mani sulle mie guance per costringermi a guardarlo in faccia. « Sei... sei pallida.» constata ansioso, mentre con le dita tenta di asciugare le lacrime che scivolano sul mio viso. Mi sembra assurdo che si preoccupi tanto per me quando lui è evidentemente terrorizzato.

« Credo...» comincio, ma mi ritrovo a chiudere gli occhi per prendere un bel respiro prima di rifissarli nei suoi. « Credo sia stato il caldo.»

« Sediamoci un attimo.» mormora, abbassando le mani per stringere le mie e condurmi verso il letto. Vorrei ribellarmi, soprattutto quando mi ritrovo seduta sulle gambe di Blake, con le sue braccia che mi stringono contro il suo petto ed il suono del suo cuore che mi martella nell'orecchio. Però sono stanca, e anche se odio ammetterlo il suo profumo mi fa sentire meglio. « So che sei arrabbiata...»

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