Furono dieci secondi di tensione per gli uomini che l'avevano derisa ma tornarono presto a respirare, convinti che il loro quartier mastro avrebbe sistemato per le feste quel mozzo irriverente.
«Chiedimi scusa.» pronunciò Gwen a voce alta e chiara, richiamando l'attenzione di più marinai.
Da quando era arrivata lì ancora nessuno l'aveva udita parlare e, quando quelle parole arrivarono alle loro orecchie, se ne meravigliarono. Sentirono una voce forte, né maschile né femminile; una voce senza età e senza tempo. Gwen stessa si meravigliò di come quella piccola frase le vibrò in gola prima di uscirle dalle labbra e ne fu soddisfatta.
Luke, dal canto suo, cominciava davvero a preoccuparsi perché mai l'aveva vista così irata e decisa: sapeva di dover scegliere le parole con cura. Nonostante ciò non gli venne in mente nulla di utile.
«Andiamo fratellino, si scherza.» rise nervoso e poco convinto.
Sempre più marinai accorrevano a godersi lo spettacolo e tutti si aspettavano che, da un momento all'altro, il mozzo abbassasse la testa per non alzarla più.
Ma lei non lo fece.
Premette la spada sul suo collo, ruotandola e facendo un passo avanti per seguire il suo indietreggiarsi. Da quella distanza riuscì a vedere , accanto alla punta della lama, una vena che si ingrossava e pulsava di vita. Si soffermò su quel dettaglio per un po' ma riuscì a indurire di nuovo lo sguardo.
«Luke, chiedimi scusa.» ripeté con tranquilla freddezza.
A volte è assurdo come l'orgoglio maschile metta nei guai le persone. Lui era consapevole di aver sbagliato, glielo si leggeva in faccia, eppure si ostinava a star zitto. Per mostrarsi forte alla ciurma? Perché non voleva essere messo nel sacco da una ragazza? Ce l'aveva forse con lei? Il suo sguardo era impenetrabile e, anche se lui lo odiava, era a questo che si riferiva il nomignolo con cui qualcuno lo conosceva: Cuore di ghiaccio.
Che oscenità, pensava. Ma in fondo era la verità.
Invece di scusarsi, alzò un angolo della bocca tenendola leggermente aperta in uno dei suoi sorrisetti ammalianti. «Metti giù la spada, Billy, non vorrai mica tagliarti un dito?»
Gwen sentì un'altra scarica di rabbia che la fece rabbrividire; le salì in gola un conato di vomito che ricacciò giù a fatica.
Il bel tramonto che addolciva l'ambiente fino a pochi minuti prima era stato oscurato da un banco di nuvole uscite fuori dal nulla e lo Scirocco, caldoe soffocante, aveva cominciato a fischiare nelle orecchie dei presenti. In modo repentino anche il mare si era agitato: piccole goccioline d'acqua piovevano sul celo. Si libravano in aria come per magia, come una pioggia a ritroso, e avvolsero il vascello nella sua interezza.
Adesso, la scena aveva conquistato gli sguardi di tutta la ciurma; lo stesso capitano era uscito dalla sua cabina perché accortosi che c'era qualcosa di strano.
Poi c'era lei, al centro di quella composizione da dipinto romantico, perfettamente a suo agio con se stessa e pronta per la prossima mossa.
Saltò in avanti di un passo soltanto e squarciò l'aria all'altezza del costato di Luke che, prontamente, fece a sua volta un salto indietro. Non lo colpì e per un attimo ebbe un mancamento, un altro conato di vomito le pizzicò la gola ma lei, sferrando un altro fendente in aria, lo scacciò anche stavolta. Sentiva il suo corpo ribellarsi alla volontà di colpire Luke e il vomito era soltanto uno dei sintomi di questa lotta interiore: nello stesso momento cominciò a sudare freddo, brividi dolorosi segnarono tutto il suo esile corpo e le si addormentarono persino i piedi. Nulla di tutto ciò ebbe l'effetto desiderato.
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Sturm und Drang - Tempesta ed Impeto
AdventureEtà d'oro della pirateria | Nassau è centro di scambi commerciali illegali, porto sicuro per pirati e casa accogliente di puttane e malfattori. Henry Morgan è il governatore indiscusso di questo spietato ma meraviglioso regno. Gwendolyn Morgan, su...