XX.

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In un tempo lontano, quella, era stata una voce amica. Adesso però, quel pesante accento dalla dubbia origine vibrava nell'aria leggera della prima sera, portandosi con sé tutta l'inquietudine di una vita dimenticata.

Jonathan Barlow vide le ombre mutare di nuovo, prendere consistenza e smettere di tremolare. Respirò profondamente e si girò in direzione della voce.

«E' una vita che non ci vediamo, Mezza-lama Skarsgard.»

Il corpo di Benjamin mezza-lama Skarsgard vibrò per una risata roca e profonda e, per un attimo, sembrò diventare fumo.

«Le tue provocazioni non mi sfiorano.» sputò a terra e, per quanto si sforzasse, il fastidio che invece provò sentendosi chiamare a quel modo era lampante.

«Piuttosto, sono contento che tu sia venuto da me, mi hai risparmiato un po' di fatica.» ghignò.

Gwen, rimasta incantata dalla scena così come il resto dell'equipaggio della Mary, si girò di scatto verso Luke.

«E' lui, la voce che ho sentito sull'isola è sua.»

«Ne sei sicura?» le chiese lui sconcertato, senza perdere di vista quel nuovo, strano personaggio.

Rabbrividì, non ne era sicura ma una brutta sensazione le fece salire la bile su per la gola e si trovò costretta a dover mandare tutto giù, a tacere e a trattenere addirittura il fiato. I due capitani adesso si fronteggiavano, ognuno a un passo del parapetto della propria nave, sul proprio ponte di comando, con la propria ciurma alle spalle.

«Ma non dovevi scomodarti, amico.»

«Tu non sei più mio amico.» ringhiò e il suo corpo vibrò di nuovo. «Non mi sarei mai scomodato per te ma hai qualcosa che mi appartiene ed è arrivato il momento di saldare un vecchio debito.»

Per quanto acuto fosse il suo sconcerto, Jonathan ebbe la forza di mascherarlo e proseguire.

«Io non ho proprio nulla che ti appartiene, Skar – ma non ne era più sicuro, pensò allora a Gwen ma evitò di cercarla – Non abbiamo nulla da spartirci noi due.»

A rompere il silenzio fu Long John Silver, precipitatosi zoppicando fuori dalla cabina del capitano. Doveva parlare con Barlow di quella scoperta, doveva chiedere spiegazioni sul perché avessero un'inutile fanciulla a bordo anche se aveva già fatto congetture a riguardo, ma trovarsi davanti il capitano Skarsgard lo paralizzò.

Per lui Benjamin era ancora un ragazzo, congelato nella sua mente mentre lo aiutava a fasciarsi quel che gli era rimasto della gamba, con i ricci capelli neri sugli occhi che grondavano sudore. Si ritrovò con la lingua gonfia e secca davanti a un uomo che credeva morto.

«Ben-bow...»

Così lo chiamava perché, a detta sua, era tale e quale a un suo vecchio amico che si chiamava John Benbow.

Skarsgard distolse lo sguardo da Jonathan per guardare il vecchio Silver e per un attimo la sua durezza venne a mancare, indugiò scrutandolo con nostalgia, poi tutto tornò normale.

«Ti sei tenuto il cuoco. A me non ci avete mai pensato? Non vi è mai venuto in mente di venirmi a cercare? – fece un passo avanti e mise le mani sul parapetto, poi continuò senza dar modo a Jonathan di rispondere – Ormai non ha importanza. Avete tutti un debito con me.»

Con fare teatrale sguainò la sua spada i la posò su ognuno dei membri della ciurma della RedMary, facendola scorrere sui loro visi confusi. «Tutti voi!» il suono delle sue parole echeggiò in modo innaturale.

«E tu! – si fermò sul capitano Barlow – Sai bene cosa mi devi.»

Jonathan Barlow cominciava a capirlo e sperò vivamente che anche la diretta interessata avesse capito, doveva combattere come un uomo e nascondersi tra le figure dei suoi compagni di viaggio.

Sturm und Drang - Tempesta ed ImpetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora