XXXVI.

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Mezza-lama Skarsgard con il suo strano galeone fantasma li ha portati a Nassau, dove Alie è tenuta prigioniera da Barbanera e fa da esca per Gwen.

Sono una brutta persona che però adesso ha finito la maturità e scriverà tanto tanto per compensare il tempo perso.

Spero vi vada ancora di leggermi 🌸








Il canto che lentamente vibrava via dal corpo di Alie raggiunse, per una legge superiore di cui si ignora inevitabilmente l'esistenza, tutti coloro che avrebbero dovuto udirlo, e fu solo un caso che la Nuesta Senora si trovasse così vicina a Nassau. Non voleva avvertire nessuno, lei, né tantomeno spaventare il suo carnefice, ma le conseguenze a quel suo ingenuo gesto furono tragiche.

Era da poco passata la mezzanotte quando arrivò da Edward Teach, come un tristo mietitore, con la stessa consistenza che hanno certi fantasmi del passato. Si svegliò di soprassalto, tutto sudato. Pensò di averlo sognato; quel canto era impresso nella sua mente come "ricordo più dolce che avesse", e sorrise pure, prima di ricordarsi della spiacevole situazione che aveva generato.

Tentò invano di riaddormentarsi, girandosi e rigirandosi, ma ben presto si trovò seduto ai piedi del letto nel quale, se ne ricordò solo dopo, giacevano due prostitute native. Le osservò dormire alla luce della luna, pensando a quanto pallida sarebbe stata al confronto la giovane pelle di Gwen, liscia come seta e profumata di talco. Pensava all'innocenza di Alie, deturpata poi dal mondo umano, e fantasticava sulla possibile natura di quella bambina che lo aveva chiamato zio. Sapeva che era potente e non vedeva l'ora di farla sua.

Aveva alimentato per anni quel suo pensiero malato tanto che ora gli appariva normale, non tanto sposare una donna più giovane, che a quei tempi era consuetudine, quanto il fatto di fantasticare su una bambina che aveva cresciuto.

Sospirò, ascoltò a malincuore il resto della strofa che risuonò nella sua mente e infine gli balenò l'idea che dietro quel canto potesse esserci qualcosa in più del grido di un animaluccio ferito. Forse stava avvertendo qualcuno, forse l'attacco al forte era imminente, forse Gwendolyn stava tornando a casa. A quel punto si alzò come una furia e senza pensarci due volte indossò la spessa cappa di velluto rosso, fresca di sartoria, e infilò nel cinturone due pistole, uno di quegli acuti pugnali spagnoli chiamati misericordie e la sua spada.

Da quando ne aveva preso possesso dormiva nel forte e, passando per impervi corridoi alla luce di una torcia, ne raggiunse la parte più alta, dove aveva posizionato cinque sentinelle.

Si aspettava di trovarle allarmate e, dal modo in cui, tutto trafelato, si accingeva a raggiungerle dopo aver salito scale di pietra per parecchi metri, anche loro lo capirono. Le trovò invece tanto tranquille da rimanerne sconcertato e anche un po' indispettito, visto che sedevano tranquille con davanti le carte da gioco.

«Vi pare questo il modo di fare la guardia?» tuonò, non troppo convinto. Alla sua vista scattarono sull'attenti; imploravano perdono, consapevoli della brutalità del loro capitano. Per loro fortuna, però, quella sera Edward Teach non era tanto stanco quando triste e malinconico, e invece di piazzargli qualche pallottola nel cranio li liquidò con un gesto della mano e un grugnito nervoso.

Lasciò che l'aria fredda lo investisse, respirò a pieni polmoni guardando l'orizzonte che si allungava sotto quel terso cielo stellato. Si era abituato a governare quella repubblica pirata in breve tempo, avrebbe potuto accontentarsene, ma Barbanera non ne era il tipo.

La meraviglia di non trovare un vascello all'orizzonte fu minore di quanto ci si aspettasse, pensava già di essersi suggestionato, di aver immaginato tutto, e nonostante facesse male a pensare ciò, fu deluso dal suo stesso ottimismo perché non vedeva l'ora di saldare i conti.

Sturm und Drang - Tempesta ed ImpetoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora