«Vi sentite bene, signorina?»
Il ragazzo si protese verso di lei prendendola per gli avambracci ma subito Killian tentò di spostarlo, reggendo da sé la presunta sorella.
«Non preoccupatevi, sir. Mia sorella ha soltanto bisogno di un bicchiere d'acqua. Forse il punch è stato troppo forte per lei.»
Gwen ancora reggeva stretto il bicchiere di punch e questo dire di Killan Jones le ricordò quanto fosse effettivamente forte e dolce quella bevanda. Senza esitare ne bevve tutto d'un fiato il contenuto e con qualche sforzo riuscì a reggersi sulle sue gambe. Le guance le si colorirono e un luccichio negli occhi le illuminò il volto. Luke si presentò a Killian con il nome di Sebastian Locke e dopo prese la candida manina di Gwen tra le sue, mani troppo ruvide e dure per appartenere ad un ragazzo benestante.
La fanciulla però, presa un po' dall'ebrezza del punch e un po' da una gioia che nulla frena, invece di lasciarsi baciare la mano strinse quella del ragazzo e lo attirò a sé, abbracciandolo come due persone in quel contesto non dovrebbero fare.
«Mi sei mancato così tanto.» gli sussurrò tra i capelli mentre questi decideva dove tenere le mani; si inebriò del suo profumo riconoscendone però soltanto a tratti quello a cui era abituata e gioì sentendo quel tocco che tanto aveva bramato sui suoi fianchi.
Presto però altre mani si posarono sul suo corpo e la trascinarono indietro, portandole alla mente il momento in cui l'aveva perduto.
«Dovete perdonarla Signorino Locke – si sforzò di dire Killian, lasciando la ragazza nelle mani di Charles Moore – Non credo si senta molto bene. Potete condurci in un posto tranquillo? Il tempo di tranquillizzarla, non vorremmo crearvi altri problemi.»
Con mille riverenze Killian chiese perdono per quel gesto avventato che aveva lasciato anche Luke frastornato, tanto è vero che ora guardava nel vuoto corrucciato.
Possibile che fosse qualcun altro? Possibile che non ricordi? Ormai Gwen aveva imparato che tutto, in quel mondo, era possibile. Ciononostante l'odore di marcio che si nasconde dietro le faccende losche continuava a pizzicarle il naso.
«Chiedetegli se si ricorda di me – biascicava, mentre tutti e tre seguivano quel Sebastian – Non deve ricordare voi ma almeno me.»
Quella briciola di egocentrismo che prima le avrebbe dato fastidio le sembrò adesso doveroso. Lei con Luke aveva un rapporto diverso, loro si volevano bene. Che si amassero addirittura? Forse. Per questo doveva rammentare almeno lei.
Luke era rimasto turbato dal comportamento di quella fanciulla tanto da rifiutare l'aiuto di un servitore e condurre da sé i tre ospiti in una stanza tranquilla. Li guidò attraverso aiuole fiorite, prati verdi interrotti dal sentiero di ghiaia sul quale camminavano e zampillanti fontane. Quando il parlottare e il tintinnio della festa si fecero distanti, giunsero ad un ampio finestrone che conduceva appunto ad un salottino interno particolarmente sfarzoso.
Gwen non poté far a meno di fissare i suoi occhi in quelli del giovane che, ancora preoccupato, osservava mentre Killian la stendeva su uno dei divani.
«Signorina Elizabeth, posso fare qualcosa per voi?» chiese direttamente a lei, facendo qualche passo avanti.
Lei stava per rispondere a modo suo, chiedendogli probabilmente di darle la mano o anche solo di lasciarsi guardare, ma un pizzico sulla spalla le fece prendere coscienza della realtà.
«Siete stato così buono a non arrabbiarvi per la mia mancanza di rispetto, non potrei chiedervi altro.» sorrise amabilmente e la cosa parve rassicurarlo.
«Vi farò portare dell'acqua. Mi auguro di vedervi a cena ridestata.» le sorrise di rimando, prendendole di nuovo la mano e baciandola con delicatezza. Si voltò, indugiò un po' sulla porta perduto tra i suoi pensieri e poi andò via per la strada da cui erano venuti.
La calma dell'atmosfera si ruppe in sospiri di sollievo e in passi svelti, Gwen non riuscì a starsi zitta.
«Il piano salta, dobbiamo riportarci Luke a casa.»
Ma come fare a sapere se era davvero lui?
Lei rispose che non poteva essere altrimenti perché lo sentiva. Percepiva la sua presenza fin sotto alla pelle e quel contatto scandaloso avvenuto solo poco prima ne era stata la conferma. Stava per uscire dalla porta, senza un piano o anche solo una vaga idea di cosa fare, pronta a prendere Luke per le orecchie davanti a tutti e a trascinarlo con sé. Charles però, sotto comando di Hook, la prese per le spalle di peso e la rimise seduta.
Stanca di non ricevere il rispetto che le dovevano, si alzò di nuovo in piedi e cambiò espressione. Sfilò dai capelli acconciati una forcina appuntita come un piccolo fioretto e svelta la mise al collo di Killian Jones.
«Devo ricordarvi chi è il vostro capitano, signor Jones?» ringhiò a denti stretti, a un palmo dal viso del giovane. Questi sorrise malizioso, si inumidì le labbra e le diede un buffetto sulla testa.
«A me sembrate un capitano piuttosto capriccioso, mia signora.»
Gonfia e rossa per la rabbia, con l'altra mano sfilò un'altra forcina e lo punse in mezzo alle gambe, all'altezza della sua virilità, facendolo subito indietreggiare e chiedere perdono.
«Capitano, con il dovuto rispetto, dobbiamo seguire il piano per il bene di tutti. Troviamo quello che vuole Skarsgard e poi pensiamo a Luke.» si intromise Charles con il suo solito fare bonario.
«Per Dio, Gwen! Non ricorda né voi né tantomeno noi e per quanto quel giovane gli somigli non possiamo essere sicuri che sia effettivamente il nostro Luke. Volete fare il capitano? Questo è il prezzo da pagare. Il bene della ciurma prima di tutti.»
Con l'acconciatura ormai disfatta e la consapevolezza della veridicità di quelle parole, Gwn prima tirò su col naso, poi si mise dritta sulle spalle e con nonchalance finì di sciogliere i capelli che mossi le caddero sulle spalle.
La porta si aprì. Un servitore portava con sé una caraffa d'acqua il cui contenuto venne versato in un calice. Andò via prima di assicurarsi che la ragazza bevesse.
«Cosa sappiamo di questo frammento di lama?»
I due uomini si scambiarono uno sguardo e ridacchiarono.
«Brilla.»
Qui la domanda a cui vorrei ricevere una risposta:
Capitoli brevi ma frequenti oppure capitoli più lunghi con pubblicazione settimanale?E comunque spero che questo capitoletto qui vi sia piaciuto 🌸
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Sturm und Drang - Tempesta ed Impeto
AdventureEtà d'oro della pirateria | Nassau è centro di scambi commerciali illegali, porto sicuro per pirati e casa accogliente di puttane e malfattori. Henry Morgan è il governatore indiscusso di questo spietato ma meraviglioso regno. Gwendolyn Morgan, su...