**per la lettura di questo capitolo vorrei suggerirvi di mettere in loop "Blood on my name" (https://youtu.be/xz5Mx3a8kRw) dei The Brothers Bright.
Buona lettura!
Benjamin mezza-lama Skargard si librò fluttuando e un grido di collera ferì l'aria, riecheggiando più volte sulla tavola piatta che era il mare.
Quell'urlo disumano risuonò ancora e ancora dentro i membri della ciurma della RedMary; anche quando il silenzio ebbe ripreso il suo dominio e la tempesta si fu placata, quel grido tornò a tormentare i sogni di tutti i filibustieri che lo udirono.
I mezz'uomini attendevano l'ordine del loro capitano mentre la ciurma avversaria già correva e sparava all'impazzata, ignara del pericolo. Quando Skarsgard alzò la lama mozzata al cielo allora si mossero, spinti dalla luce che quella emanava più che dal gesto in sé. Era per quel barlume che lo avevano fatto capitano, lui possedeva l'ultima speranza di libertà.
La distanza tra le due navi, allontanatesi di qualche metro per la corrente, permise l'uso dei cannoni che cominciarono a sparare come se fossero sempre stati pronti per quella battaglia, in entrambe le navi.
Prima il rumore dei passi, poi il cozzare delle spade e le grida di dolore e di rabbia.
Tutto girava vorticosamente agli occhi di Gwen che, al suo primo impatto con lo scontro, si ritrovò ancora rannicchiata in un angolo, tutta tremante di terrore e di freddo. Perse di vista Luke; vide Jonathan sparare un colpo, buttare via la pistola ed estrarre l'altra spada prima di gettarsi nella mischia; Long John Silver pareva aver ritrovato la gamba perduta per l'agilità con cui lo vide combattere.
Ognuno di loro faceva la sua parte, tranne lei.
Il ghiaccio che le aveva raggiunto le ossa era paralizzante ma capì subito di avere ancora la sciabola, stretta tra le mani sudate. Si poggiò a terra con entrambe le mani, fissò un piede sul ponte e poi l'altro, con estrema fatica si rimise in piedi. Sentiva ancora le ginocchia tremarle ma presto si arresero a lei, così come si arrese il resto del suo corpo. Strizzò un paio di volte gli occhi che le pizzicavano per il fumo, tossì ma non ne udì il suono, poi si ritrovò di nuovo a terra, qualche metro più in là, scaraventata via con violenza.
Di colpo i suoni della battaglia tornarono a tartassarle le orecchie e scoprì di aver perso l'equilibrio per via di un colpo di cannone che aveva colpito la Mary.
Ringhiò con rabbia e si rimise in piedi, aveva perso ogni tremore, era tornata.
«Io so tutto Jonathan.» gli urlò Benjamin Skarsgard schivando prontamente un colpo dopo l'altro.
«So quanto hai sofferto per quel mostro di creatura, ti osservavo. – gli bloccò la spada con una lama buona – Difendere quella puttanella di sua figlia non la riporterà da te.» soffiò a pochi centimetri dal suo viso.
Mostro. Alie, un mostro. Come aveva osato? E come aveva osato offendere Gwen a quel modo?
Un moto di rabbia gli fece ribollire il sangue nelle vene e con un calciò ben piazzato riuscì a lanciare via il mezz'uomo che, ridendo istericamente, scivolò veloce e viscido all'indietro.
Una nebbia lattiginosa si condensò su tutta la superficie del ponte della Red Mary e lentamente si spinse più in là, con un'innaturalezza che non sorprese nessuno, ricoprendo anche il galeone.
Dall'altra parte del vascello, Gwen era in piedi, fiera e terribile, con la sciabola tesa e i capelli scompigliati da un vento sempre crescente.
Com'era già successo una volta, il cielo che era stato terso fino a poco prima si ricoprì di gonfie nuvole che non ci misero molto prima di decidersi a buttar giù altra acqua.
STAI LEGGENDO
Sturm und Drang - Tempesta ed Impeto
AventuraEtà d'oro della pirateria | Nassau è centro di scambi commerciali illegali, porto sicuro per pirati e casa accogliente di puttane e malfattori. Henry Morgan è il governatore indiscusso di questo spietato ma meraviglioso regno. Gwendolyn Morgan, su...