Era buio tutt'intorno ed è inutile dire che Gwen andò letteralmente nel panico, sfogando in un grido acuto tutta la pressione subita per aver assistito all'attacco della taverna.
«Hey Gwen»
I rumori dello scontro arrivavano a loro sordi, attutiti dallo spesso strato di cemento e terra e tavole di legno che separava quella galleria dallo stanzone superiore.
La ragazza non voleva saperne di smettere di urlare e cominciò ad agitare le braccia in tutte le direzioni.
«Gwendolyn ferma! Dobbiamo andarcene di qui, calmati.»
Quando questa gli diede uno schiaffo per il troppo agitarsi a vuoto Luke riuscì a prenderla per un braccio e ciò parve calmarla.
L'unica cosa che vedevano era la fioca luce quasi innaturale emanata dai loro occhi.
Luke si abbassò e a tentoni sul pavimento trovò un bastone di legno. Senza chiederle nulla le strappò un lembo del vestito per avvolgerlo intorno all'estremità del pezzo di legno e, frugando in una tasca, trovò un fiammifero per fargli fuoco. La luce illuminò subito tutto e la galleria diventò chiara e distinta, colpita di una piacevole luce calda.
«Cos'è questo posto?» chiese Gwen.
«Ti ho mai detto che prima lavoravo alla taverna?»
Lei scosse la testa lasciandosi trasportare dalla mano di Luke che intanto, sicuro di sé, aveva cominciato a camminare.
«Vogliono te.» continuò il ragazzo con voce più bassa e seria.
«E perché mai?»
«Per farti fare lotte clandestine. Secondo te perché possono volerti? Un riscatto.»
Era nervoso, non sapeva come uscirne perché le strade brulicavano di quei loschi briganti di mare che nessuno aveva mai visto prima in zona.
«Scusami Gwen – vedendo che non parlava si girò verso di lei, senza lasciarle la mano – Sono contento di averti trovato alla taverna.»
«Devo andare da mio padre...» fece lei senza riflettere. Per tutta risposta Luke rise sarcastico, lei se ne accorse e continuò a seguirlo in silenzio.
Così camminarono a passo svelto per circa cinque minuti in cui soltanto Luke parlò spiegandole come era venuto a sapere dell'attacco e come, prima di andare alla taverna, era corso alla tenuta dei Morgan.
Quando non l'aveva trovata lì non sapeva se essere sorpreso o disperato ma era comunque tornato in paese per avvertire tutti nel modo più lucido possibile.
Avrebbe dovuto preparare prima i cittadini a quell'attacco ma via via che andava avanti il senso di colpa andava dissipandosi: non sarebbero stati pronti comunque.
«Gwenny ora devi fidarti di me, non ho idee migliori.» disse fermandosi all'improvviso.
Lei annuì seria.
«Con la figlia del governatore che non si trova una ragazza che scappa dà troppo nell'occhio.»
Sembrava che non volesse arrivare al dunque ma prese una boccata d'aria viziata e parlò.
«Devi spogliarti.»
Gwen strabuzzò gli occhi, gli lasciò la mano e gli tirò un pugno nello stomaco, perché gli schiaffi erano da femminuccia.
Lui stesso si meravigliò di tutta la confidenza che avevano quand'erano nascosti dal mondo intero.
«Sei un porco schifoso!» sputò lei allontanandosi.
«Hey chi te le insegna queste parole?» si lagnò tenendosi la pancia anche se non gli aveva fatto troppo male. «Lasciami spiegare... Hai comunque qualcosa sotto no? Voi femmine non portate dei mutandoni tipo?»
Lei si indignò ancora di più ma disse comunque di si, voltandosi dall'altra parte per la vergogna.
«Spegniamo la torcia, non ti guarderò neanche, ma devi toglierti la gonna. Dobbiamo anche darle fuoco per non lasciare traccia quindi ti conviene fare in fretta.»
Il trambusto ovattato era scomparso ma ora un altro rumore preoccupava i due ragazzi: dei passi pesanti in avvicinamento.
Trasalirono e senza che occorressero altre parole Gwen si sfilò il vestito rimanendo in biancheria. Luke lanciò la torcia sulla stoffa gettata per terra ed entrambi uscirono da un cunicolo sopra le loro teste ritrovandosi letteralmente nella sabbia.
Il calore della giornata era stato spazzato via da un vento freddo che preannunciava una classica tempesta estiva. Il vento li investì e continuava a torturarli mentre, insieme, correvano lungo la costa verso una barchetta arenata.
Il mare cominciava ad ingrossarsi e non fu facile raggiungere la RedMary, ormeggiata nella baia con gli altri vascelli e sola come almeno la metà di loro. Quella sera erano tutti a festeggiare il rientro e le poche sentinelle non avrebbero fatto caso al loro quartiermastro in compagnia di una donna svestita.
Gwen era bagnata e tremendamente imbarazzata; mentre passavano davanti agli altri marinai teneva la testa bassa e si abbracciava da sola, un po' per il freddo e un po' per coprirsi.
«Qui sei al sicuro.» fece lui richiudendosi una cabina alle spalle. Poi si avvicinò a lei e la abbracciò, senza che lei si aspettasse nulla e senza aspettarselo egli stesso. La strinse forte e per qualche secondo si scambiarono tutto il bene mai dimostrato che si volevano, poi lui si allontanò e tutto tornò come prima.
«Ora vediamo di trovarti dei vestiti.» rise.
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Sturm und Drang - Tempesta ed Impeto
AdventureEtà d'oro della pirateria | Nassau è centro di scambi commerciali illegali, porto sicuro per pirati e casa accogliente di puttane e malfattori. Henry Morgan è il governatore indiscusso di questo spietato ma meraviglioso regno. Gwendolyn Morgan, su...