Charles Moore non aveva cattive intenzioni, quel ragazzo non sembrava capace di provare malizia, ma il suo essere irrimediabilmente maldestro lo portò ad inciampare su un tronco, a colpire ad una spalla Jonathan Barlow e a capitombolare di pancia sulla sabbia fredda.
Il tonfo che fece non fu rumoroso quanto il verso strozzato che gli uscì dalla gola, molti si svegliarono di soprassalto e qualcuno sobbalzò nel sonno. Le sue più sincere scuse non lo protessero dalle bestemmie e dalle maledizioni ma dopo qualche secondo tornò la quiete, non avevano intenzione di perdere un solo minuto di quel riposo prezioso.
Mentre Gwen crollò subito in un sonno profondo e senza sogni, Jonathan cadde invece in un'inquietante dormiveglia. Nonostante ciò, evitò di rigirarsi sul posto e passò invece un'interminabile ora a rimuginare sugli eventi passati e sui possibili eventi futuri.
Aprì gli occhi che Charles aveva appena messo una trave sul fuoco e questo, rianimandosi scoppiettando, aveva illuminato i contorni del viso di Gwen, coricata accanto a lui.
Spese qualche minuto ad osservarla ma fu presto interrotto.
A quel punto fece finta di dormire mentre una figura, un po' più in là, si alzava e raggiungeva Charles.
Pensò quasi di esserselo immaginato quando, dall'altra parte del falò, Freddie Mezzapagnotta si alzò anche lui e si allontanò, scuotendosi via la sabbia da dosso.
«Sono perfettamente d'accordo con te, Vincent!» esalò a voce un po' troppo alta; quello che doveva essere Vincent lo ammonì sibilando qualcosa di incomprensibile.
Jonathan si pentì di non aver teso prima l'orecchio, perdere l'inizio di una conversazione che prospettava essere così emozionante lo infastidì.
«Non mi sembra giusta questa cosa, di guai ne abbiamo già abbastanza.»
Udì chiara la voce bonaria di Charles. Pensò che probabilmente stava grattandosi quel suo testone fulvo, come faceva quando gli capitava di pensare a qualcosa di importante.
«E in questi guai chi ci ha cacciati? Dimmelo tu, pel-di-carota.»
Più sommessa gli giunse la voce di Vincent Crochon, con quell'irritante accento francese. I suoi timori sulla rappresaglia che aveva già preso forma quando erano ancora a bordo della Red Mary divennero un po' più reali. Aveva sperato ingenuamente che quel guaio del naufragio avesse placato gli animi, almeno per il momento, ma il seme dell'ammutinamento era ancora ben piantato dentro di loro.
«Potremmo farlo fuori stanotte.»
Freddie Mezzapagnotta era il peggiore di loro quando decideva di parlare. Lo faceva senza prima pensare a cosa dire e le parole gli uscivano sgrammaticate, mozzate, pronunciate con una tale voce da babbeo cattivo che solo a sentirlo c'era da pensare che una vita da sordo sarebbe stata meglio di quel singolo momento.
«Rognoso di un cane, vuoi farti sentire?»
Il battibecco continuò ma a Jonathan arrivarono soltanto una serie di incomprensibili sibili. Consapevole del fatto che erano troppo lontani e distratti per vederlo, allungò una mano nell'ombra e strattonò Gwen, addormentata accanto a lui.
«Della ragazza che ne facciamo? Quella femmina non mi piace, ci ha messi lei un questo pasticcio.»
Charles sembrava non partecipare alla conversazione e Jonathan ne fu sollevato.
Spintonò più forte Gwen e, quando questa aprì gli occhi, le strinse un polso affinché tacesse. Al tocco la trovò tanto bollente che solo la febbre poteva avere; era stato troppo preso dalla conversazione che stava avendo luogo alle sue spalle per accorgersi che la ragazza tremava febbricitante.
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Sturm und Drang - Tempesta ed Impeto
AventuraEtà d'oro della pirateria | Nassau è centro di scambi commerciali illegali, porto sicuro per pirati e casa accogliente di puttane e malfattori. Henry Morgan è il governatore indiscusso di questo spietato ma meraviglioso regno. Gwendolyn Morgan, su...