Rabbia e rivelazioni ( Capitolo 14 )

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Da quando Camil se ne era andata, è inutile dirlo, T/N non era più lei.

Non usciva mai dalla sua stanza, se non per mangiare e svolgere le lezioni quotidiane, ma se durante il suo cammino incontrava qualcuno, non lo degnava di uno sguardo e se le sue amiche, le quali erano giustamente preoccupate, le chiedevano se stesse bene, lei gli rispondeva con un cenno della testa e un sorriso, che lei stessa aveva definito, per compiacere le masse.

Si sentiva tremendamente in colpa per quello che era accaduto, ma nonostante tutto, non riusciva a darsi pace, perché aveva pensato più volte a quello che era accaduto, ma i conti non le tornavano. 

Come potevano essere arrivate li le chiavi, se non erano più nelle sue tasche, qualcuno doveva averle prese, ma c'era anche alla possibilità che la sua mente le stesse giocando dei brutti scherzi, facendole credere alla possibilità che lei stessa aveva messo le chiavi sulla scrivania dell'ufficio, però le macchie d'inchiostro cosa c'entravano.

Per lei, quello che successe, era come un castello di mattoni al quale mancava il pezzo portante, senza il quale, esso non avrebbe retto e sarebbe crollato come un castello di carte.

Tutto questo la stava corrodendo dall'interno senza lasciare spazio a altri pensieri, dalla mattina in cui si svegliava alla sera sera quando andava a dormire, però almeno per un giorno, T/N doveva abbandonare quei pensieri e tirar fuori il suo sorriso migliore, perché era il giorno in cui i bambini avrebbero incontrato i futuri genitori che volevano adottarli e in seguito deciso con i quali andare per vivere una vita migliore.

........................ Il giorno dopo ...........................

T/N si era preparata alla perfezione, dalla punta dei capelli alle scarpette nere, se doveva essere sincera provava una sensazione diversa, un emozione che, da un anno a questa parte, pensava di aver dimenticato da tempo, la felicità.

Tutte le bambine di 10 anni ( T/N non ha ancora 10 anni, li farà tra qualche giorno), vennero mandate a chiamare per riunirsi nella sala centrale e incontrare i futuri genitori. Le bambine si dovevano disporre una per una formando una fila orizzontale all'arco d'entrata della sala, così che gli adulti si sarebbero disposti in fila davanti a loro per poter avere un colloquio.

Sfortuna vuole che T/N si trovò di fianco a Cloe, essa non appena la vide le parlò senza esitazioni.

Cloe: < Allora T/N, come stai? Non ti si vede più praticamente in giro da quando se n'è andata Camil, non avrei mai detto che sarebbe stata in grado di fare una cosa del genere. >

T/N: < ............. >

Cloe: < Davvero, non me lo sarei mai aspettata, mi dispiace tanto. >

T/N: < ............. >

Cloe: < Certo se qualcuno avesse chiuso la porta, e non avesse perso le chiavi per il corridoio mentre raccoglieva un foglio, tutto questo non sarebbe successo....... > disse con un sorriso beffardo sul volto, mentre tutti i genitori entravano nella sala.

T/N si mise a riflettere, come poteva sapere cosa fosse successo in quella stanza, se l'istitutrice aveva specificatamente detto di mantenere il segreto, e soprattutto come sapeva che aveva perso le chiavi nel momento in cui si era fermata a raccogliere il foglio, cadutole nel corridoio.

Davanti a quelle parole, tutti i dubbi di T/N, ebbero delle risposte. Era stata lei, aveva architettato tutto nei minimi particolari per vendicarsi dell'umiliazione subita.

Cloe intuendo che T/N aveva scoperto la verità, non fece una faccia dispiaciuta o sorpresa, no, allargo il suo sorriso beffardo che diceva " questo è tutto quello che ti meriti ".

A quell'espressione T/N, fu accecata dalla rabbia e non resistette più, le saltò addosso, cominciando a tirarle i capelli e gridando a più non posso.

T/N: < SEI STATA TE!!!! COME HAI POTUTO!!! SEI UN MOSTO!!! > continuò a ripetere.

.......: < T/N!!!!! SMETTILA SUBITO!!!!! > gridò M.Greta, mentre correva da loro, per poterle dividere.

Tutti i genitori erano scioccati dalla vista di quella scena, persino quelli che erano interessati all'adozione di T/N, rimasero allibiti, tutti tranne una persona, la stessa che si era interessata a lei più di tutti.

Dopo quella scena, era totalmente convinta di volerla, T/N doveva essere sua a qualunque costo.
Perché adesso era diventata ciò che voleva, un essere vuoto dentro, senza emozioni, che avrebbe seguito i suoi ordini senza obbiezioni.

Dopotutto le persone così, sono più facili da manipolare e T/N era perfetta.

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