Bugia bianca ( Capitolo 13 )

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* per chi non lo sapesse, le bugie bianche, sono quelle bugie che vengono dette o usate, in un certo senso, a fin di bene. *

T/N raggiunse Camil nelle sue stanze e appena aprì la porta, la vide che stava raccogliendo le sue cose e piegando i suoi vestiti per preparare la valigia ed andarsene.
Allora T/N salto sul letto e sbatté le mani sulla valigia per chiuderla e attirare la sua attenzione.

T/N: < NO! Te non te ne vai! > annunciò con sguardo di sfida.

Camil: < Dai T/N, lasciami finire che devo preparare la valigia > disse con un sorriso di gioia sul volto, che in realtà nascondeva tanta amarezza per la partenza e orgoglio per il fatto che lei voleva fermarla, ma ormai era troppo tardi, il dado è tratto, ciò che era successo non poteva essere cancellato.

T/N: < NO! Io non mi muovo, perché te non centri niente, non è stata colpa tua, andrò io a parlare con Miss Greta, le spiegherò che è stata tutta colpa mia, tanto il massimo che mi può fare è darmi una punizione, ma almeno te non te ne andrai > disse tutto d'un fiato, con gli occhi lucidi.

Camil: < O dolce T/N, è vero che non sono stata io, ma nemmeno te, quindi non puoi prenderti la colpa per una cosa che non hai fatto, solo per salvare me, dopotutto te sei ancora una bambina devi crescere, commettendo degli errori e imparando da essi, e..... >

T/N: < ma nemmeno te puoi prendertene la colpa.....>

Camil: < Tesoro, io sono un'adulta, non ho paura di quello che mi può accadere, posso badare a me stessa.
Poi è vero che non è stata nessuna di noi, ma io non avrei mai permesso  a qualcuno di portarti via da me, anche se per impedirlo, avessi dovuto versare l'inchiostro su tutti i documenti che ci sono o dover lottare contro l'istitutrice.
Dopotutto nessuna madre al mondo vorrebbe vedere la propria figlia, venire allontanata da lei o maltrattata davanti ai suoi occhi. > le rivelò facendole l'occhiolino.

A quelle parole, T/N non seppe più resistere e si abbandonò tra le sue braccia, in un pianto disperato.
Perché lei si sentiva la causa dell'accaduto e Camil questo lo aveva percepito sin dall'inizio, che T/N provava un forte senso di colpa.

Camil: < Su, su, T/N.
Non piangere, possiamo dire che questa è una piccola "bugia bianca", un modo che la tua mamma ha usato per difenderti lei, questa volta.
Quindi fai la brava bambina e smettila di piangere, dopotutto questo non è mica un addio. > le disse prendendole il volto e asciugandole le lacrime.

T/N annuì.

Camil: < A già, prima che me ne dimentichi, devo darti una cosa....( si mette a rovistare nei cassetti).....
Eccolo qua!
Questo è il quadernetto che avevi accanto il giorno in cui ti trovai davanti alla porta dell'orfanotrofio, con una lettera che diceva di consegnartelo il giorno del tuo 10° compleanno.
Io te lo consegno adesso, ma non fare la furbetta né, devi aprirlo solo quando avrai quell'età.
Me lo prometti? > le domandò, porgendole il quadernetto.

T/N: < Si, te lo prometto, ne farò tesoro. > affermò, portandosi il quaderno al petto.

Camil: < Molto bene, adesso che tutto è stato chiarito, posso pure andarmene.
Mi raccomando T/N, non cambiare mai, non dimenticare ciò che sei e non perdere quel tuo splendido sorriso anche nei momenti più brutti e oscuri, perché anche una piccola luce come tè, può risplendere nell'oscurità. >

T/N: < Arrivederci Camil, "arrivederci mamma"

Camil: < Arrivederci T/N , "arrivederci piccola mia" > detto ciò, le diede un ultimo abbracciato e se ne andò.
[ le virgolette sono i loro pensieri ]

Camil prima di uscire dall'orfanotrofio, salutò tutti, amici, colleghi di lavoro, le bambine e i bambini, persino Miss Greta.

Non voleva avere rimpianti, così decise che era stato meglio salutare tutti quanti, compresa T/N, con il sorriso sul volto.
Ma appena varcó la soglia, scoppiò in un pianto dirompente e corse via, per non farsi vedere. Nonostante fuggisse, tutti i suoi pensieri e le sue preghiere erano rivolte a T/N, nella speranza che un giorno la potesse rincontrare, ma fino ad allora, doveva sopravvivere in quella città e puntare verso una nuova meta, per far in modo che un giorno il suo sogno possa avverarsi.

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