Allucinazioni ( Capitolo 43 )

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Camil era stata addormentata con una siringa contenente una droga molto potente, che come effetti secondari, creava una forte sonnolenza e il soggetto al suo risveglio soffriva di una breve amnesia per un paio di giorni.

Nonostante la scomparsa definitiva di T/N, il tempo al di fuori della casa di Camil, scorreva normalmente.
Da quando si era risvegliata aveva un forte mal di testa e sentiva che qualcosa le mancava, però per quanto ci pensasse, non riusciva a capire cosa fosse.

Erano passati già dei giorni dal suo risveglio, ma quel giorno al posto di essere andata al lavoro, si era messa su una panchina nel parco vicino alla sua abitazione, perché il giorno prima era andata dal medico e le aveva consigliato una settimana di riposo per frequentare i posti che le sembravano famigliari, se voleva riportare alla luce i ricordi del suo passato che aveva dimenticato, così si sedette e si mise ad osservare gli uccellini che cinguettavano sugli alberi e i bambini mentre si divertivano e ridevano.

Quell'aura di pura felicita, le faceva venire alla mente il volto di una bambina che le correva in contro con un sorriso sul volto e , quando si fermò davanti a lei, le porse la mano per permetterle di afferrarla, anche se un po' titubante, decise di afferrarla e lasciarsi trasportare dal suo passo spedito.

Per quanto le sembrasse strano che quella bambina conoscesse alla perfezione la strada per tornare a  casa sua, non osò fermarla perché voleva vedere fin dove si sarebbe spinta. Una volta arrivate davanti alla porta di casa, la bambina le faceva segno di aprirla e così fece, non appena aprì la porta, la bambina corse su per le scale senza nemmeno aspettarla.

Camil: < Aspettami! Non correre su per le scale ti farai male se cadi > ma la bambina era già salita ed era scomparsa girando l'angolo, così fu costretta a chiudersi la porta alle spalle e correre anche lei su per le scale.

Arrivata al piano superiore non vedeva nessuno, ma sentiva delle risate e c'era la porta della sua stanza aperta di poco, pensando fosse li dentro, aprì la porta molto lentamente e infatti la trovò seduta sul suo letto.  

Continuava a sorriderle e rimaneva li ferma con il corpo, mentre muoveva le gambe avanti e indietro, quando fu certa di avere la sua attenzione, alzò il braccio e con la mano si mise a indicare sotto il letto, nella speranza che capisse.

Camil: < Mi dispiace ma non puoi rimanere qua a dormire con me, sicuramente i tuoi genitori saranno molto preoccupati e ti staranno cercando > sfortunatamente non aveva capito, così la bambina si dovette alzare e con il braccio si mise ad indicare ripetutamente sotto il letto < Ti è caduto qualcosa sotto il letto? > negò con la testa.

< No....

Vuoi che guardo sotto il letto? > 

A quella domanda, la bambina si mise a sorridere e si risedette sul letto < E va bene, guardiamo un po'....... >

Così si avvicinò e si abbassò per osservare cosa ci fosse sotto al letto, nell'oscurità di esso vedeva qualcosa brillare, allora allungò il braccio per poi afferrare quel piccolo oggetto che brillava con la mano.

Quel piccolo scintillio era una cornice di un portafoto con il vetro rotto, appena vide la foto, notò che la ritraeva con una bambina per mano ed a prima vista assomigliava a quella che fino a poco fa l'aveva portata a casa ma che adesso non era più con lei, però, sul posto in cui prima sedeva, c'era una rosa nera con i petali tutti staccati dal picciolo e sparsi in quel punto.

Come un fulmine a ciel sereno, la mente di Camil cominciò a ricordare tutto, delle lacrime e dei singhiozzi di tristezza si fecero sentire prepotentemente < O cielo.

Adesso ricordo tutto e T/N se n'è andata per sempre, cosa posso fare.....

So di averle promesso che avrei vissuto la vita per entrambe, ed è quello che farò, voglio vivere per vendicarla, finché avrò vita e respirerò, io dedicherò tutto il mio tempo a lei.

Ma prima, devo parlare con una persona..... > 

Mafia Sans x Assassin ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora