Capitolo 12

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Non risposi a quella domanda....era già abbastanza imbarazzante che me l'avesse posta.

Ok, era successo. Non mi pentivo di ciò, ma dopo quel bacio avevo capito che tra me e lui ci sarebbe stata solo amicizia.
Conoscevo Derek sin dalla tenera età...mi venivano i brividi a pensarlo in quel contesto.
Inizialmente c'era stato un momento di confusione e contrasto di emozioni nei suoi confronti...quel bacio era servito a chiarire quei dubbi che mi infestavano la mente.
Non si trattava della sua natura di Lupo mannaro o della mia. Sul quel lato ero ancora...non ero pronta ad accettarla.

La lezione terminò velocemente o così mi era parso visto che avevo trascorso tutto il tempo immersa nei meandri della mia mente.
Fortunatamente avevo due ore buca e nulla da fare per passare il tempo.
Mi recai in biblioteca, in quel mondo colmo di quel buonissimo profumo di carta che mi attendeva.
Avevo sempre amato leggere. Poco mi importava il genere, mi soffermavo piuttosto sulla trama. Se quest'ultima mi attirava allora era il libro giusto.
Per ogni singola volta che mi ritrovavo in una libreria, l'istinto di acquistarli veniva fuori prepotente.  Mi piaceva annusare il profumo che la carta emanava e indovinarne la datazione.
Come un lupo che aguzzava l'olfatto in cerca della sua preda o di un indizio.
Certo, non proprio nello stesso modo!

Mi presi il giusto tempo di passare tra gli scaffali in cerca di qualcosa da leggere. Fra tanti libri, dopo qualche minuto, uno di loro attirò la mia più totale attenzione.
Terza fila a partire dal basso. L'afferrai per poi accarezzarne la superficie con delicatezza e scacciando via quel poco di polvere che lo ricopriva. La copertina era di un marrone tra scuro e chiaro, le lettere sembrano essere stampate in rilievo.

-Non riesci a scegliere?-.

Una voce mi fece sobbalzare per lo spavento.

-Cazzo-, sussurrai.

Chiusi gli occhi per poi riaprirli un secondo dopo. Dio, perché le persone devono spaventare le altre? Santo cielo! C'erano altri modi!

-Credo di aver trovato ciò che cercavo-.

Lydia mi guardò accigliata.
-Ah sì? Allora cosa aspetti a prenderlo? -.

Che cosa voleva dire?
Abbassai lo sguardo sulle mie mani accorgendomi che il libro di poco fa, era svanito.
Mi volsi verso lo scaffale nel punto dove l'avevo trovato.
Si trovava esattamente lì, come se non l'avessi mai preso.
Ma che diavolo stava succedendo?!

-Io ero certa di...devo andare-.

Non le diedi il tempo di ribattere, mi allontanai seguita dalla voce di Lydia che urlava il mio nome.

Non c'erano spiegazioni.
Non mi ero certa immaginata di prendere quel dannato libro! Ok, ero sempre soprappensiero ma non così tanto.

Concluse le lezioni, andrai direttamente in clinica dove avrei trovato mio zio alle prese con paziente a quattro zampe.
Avevo bisogno di spiegazioni e chi meglio di lui poteva darmi?

Per quasi tutto il tragitto in auto, ripensai a quel libro. Non avevo letto neppure il titolo per quanto interessante mi era parso per via della copertina.

Arrivata, parcheggiai l'auto e scesi.
Respirai a fondo prima di muovere un passo. Pregai che fosse solo o per lo meno che non ci fossero gli Argent. Non avrei permesso a loro di interrompermi...non questa volta.

Presi un ultimo respiro e avanzai.
Entrai raggiungendo la stanza comune e vi trovai mio zio con un ragazzo. Quest'ultimo aveva un'aria familiare, forse l'avevo visto a scuola ma non sapevo il suo nome. Stiles non mi aveva presentato lui neppure Scott o Allison.

-Amara-, mi chiamò mio zio con voce sorpresa. - Isaac, ti presento Amara. Amara ti presento Isaac-, terminò indicandoci l'uno all'altra.

Mi avvicinai annuendo posando poi lo sguardo su zio Alan.
-Posso parlarti?-, gli chiesi.

-Certo, di cosa si tratta?-.

Guardai Isaac intimandolo con gli occhi di andar via. Lui capì voltandosi verso lo zio per poi guardare me.
-È meglio che vada-.
Poi ci lasciò soli non prima di avermi rivolto un'occhiata perplessa.

-È successa una cosa strana oggi a scuola,- iniziai non appena restammo soli -mi trovano in biblioteca e stavo cercando un libro. Giusto il tempo di prenderlo e ammiralo che svanì dalle mie mani tornando dove l'avevo preso non appena Lydia mi sorprese -.

-Di che libro si trattava?-, mi domandò perplesso.

-Io non...saprei. Non ho avuto modo di aprirlo-.

-La copertina, com'era fatta?-.

-Ehm...era di un marrone tra scuro e chiaro, le lettere sembrano essere stampate in rilievo-.

-Ricordi il titolo?-.

Con quella domanda mi fece capire di aver capito di cosa si trattasse. Ad un tratto mi sentii svuotata e incapace di ricordare quelle poche lettere. Perché non riuscivo a ricordare? Che cosa impediva alla mia mente di memorizzare tale informazione?

Guardi perplessa mio zio.
Ero...spaventata. Sapevo che il cervello umano riusciva a rimuovere un ricordo doloroso lasciando un vuoto nella memoria. Il mio aveva fatto lo stesso, cancellando quel titolo.

-Ascolta: è normale. Finché non sarai pronta ad accettare chi sei realmente, non potrai ricordarlo -, mi disse capendo il mio disagio.

Cosa?! Le sue parole mi sembravano confuse e del tutto prive di senso. Perché a quel libro doveva importare tale cosa? Era mia la scelta.

-Perché?-.
Fu l'unica cosa che riuscii a dire.

Mi guardò in un modo strano.
Non saprei definirlo ma sicuramente sapeva qualcosa. Qualcosa che preferiva non dirmi.

Indietreggiai spostandomi una ciocca di capelli indietro e me ne andai.
Non volevo rimanere un istante di più.
Se doveva mentirmi...

Mi scontrai contro qualcuno e quasi finii a terra ma venni afferrata per il braccio, sostenendomi.

-Mi dispiace-, mugugnai.

-Tranquilla, però la prossima volta guarda dove cammini-.

Sembrava quasi un rimprovero.
Alzai lo sguardo incrociando gli occhi di blu profondo, erano semplicemente...stupendi.
Ma il suo proprietario...oh mio dio.

-Peter-, sospirai.

-Tu sei....? La strana creatura che mi ha spinto contro una parete-, disse curvando la un po' la testa mentre mi guardava perplesso e incuriosito.

Accennai ad un leggero sorriso di soddisfazione.
In questi tutti anni non era cambiato neanche un po'...beh a parte che era diventato un assassino a sangue freddo.
Mi ricordavo di lui.
Era sempre con Derek, l'autocontrollo gliel'aveva insegnato lui. Non mi sono quasi mai totalmente fidata di Peter. Trasmetteva una certa...inquietudine.

-Amara, è il mio nome-.

-Amara. E che cosa sei?-.

Mi divincolai dalla sua presa.
Poteva essere anche un lupo mannaro ma la forza l'avevo anche io. Una parte di me era umana ma l'altra...era totalmente diversa.

Non ebbi il tempo di ribattere, fui sorpresa dall'Impala del 67 che si arrestò davanti a me.
Dean mi aprì la portiera del passeggero invitandomi a salire.

-Dobbiamo parlare-.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora