Capitolo 27

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-Non è divertente-, bofonchiò Sam mentre tentava di rialzarsi.

-Oh andiamo-, risi alzando le braccia e facendo una boccaccia.

-Mi hai fatto lo sgambetto! Non vale-.

Risi.

Mi stava addestrando, mi insegnava le poche mosse che conosceva. Dean aveva insistito che lo facesse lui durante la sua assenza e non Bobby.

Ma ero decisamente più forte di lui.
Forse era l'adrenalina che avevo in circolo o il mio frenetico desiderio di imparare.

O forse...

-Eh così Dean in questo momento, si sta divertendo?!-, esclamai perplessa.

Gli porsi la mia mano che lui afferrò e lo aiutai ad alzarsi.

-Sembra assurdo, lo so-, si aggiustò i capelli, -ma con questa vita, con tutto quello che abbiamo passato e che affronteremo... ci sarà sempre qualcosa di cui stupirsi-.

Sapevo ben poco sul loro conto.
Non avevo mai domandato, non che non m'importasse perché ero molto curiosa ma non erano semplicemente affari miei.

Sapevo che Mary, la loro madre, era morta in circostanze misteriose. John, il padre, altrettanto. Non conoscevo i dettagli così come loro per quanto riguardava me.

Sapevano che ero figlia di Arcangelo e di un'umana, ma non conoscevano l'intera storia.
Fra l'altro erano del tutto confusi sull'idea che creature del genere potessero esistere, il che rendeva perplessa me... non era, in certo senso, ovvia come possibilità?

Non avevo mai domandato.

Il motivo del nostro incontro sembrava un enorme enigma; perché nessuno di noi riusciva a capire come le nostre strade si fossero incrociate.

-Ho cercato su ogni libro possibile, non ho trovato nulla e visto che gli rimane poco tempo, è giusto che si diverta un po'-.

Ripose alcune armi, che avevamo utilizzato prima del corpo a corpo, nel baule.

-Che cosa farai quando Dean non ci sarà più?-.

I dettagli erano confusi ma con quel poco che avevo compreso, Sam era stato ucciso. Dean, non potendo sopportare quel dolore, aveva stipulato un contratto con un demone degli incroci. Sam era tornato ma a Dean rimaneva solo un anno di vita prima di finire dritto all'Inferno.

Avevo i brividi solo a pensarci.

Non rispose.
Me l'aspettavo.

Mi rivolse un breve sorriso, chiuse il cofano e si diresse verso la casa di Bobby.

-Andiamo, c'è ancora molto che devo insegnarti-.

Ero esausta.
Avevamo trascorso tre giorni a cercare Lydia ogni dove senza mai trovarla.
Perché rapire lei? Eravamo tutti lì alle prese con Styles e le bende.
Poi realizzai che magari fosse per il suo straordinario potere. Era una Banshee, ne avrebbe ricavato molteplici vantaggi.

Osservai Styles torturarsi le mani tremante, percepivo il suo dolore e non quello a livello fisico ma mentale.
La sua controparte aveva torturato e ucciso con le sue sembianze, ciò che provava era legittimo ma non tutti riuscivano a capire il suo disagio.
Una parte di me capiva.
Avevo ucciso qualche demone e angelo non volendo. Ricordavo benissimo il potere che prendeva il sopravvento sulla mia parte umana. Ricordavo le sensazioni, il blocco; il rimanere bloccata nella mia stessa mente e il dolore che avevo provato una volta fuori. La sua era stata una possessione, la mia no ma erano due sensazioni quasi simili fra loro.

Presi le sue mani fra le mie, lui alzò lo sguardo fissando i miei occhi con smarrimento. Non mi strattonò come aveva fatto con Scott, rimase immobile.
Era così freddo. Più freddo del normale quasi quanto me. Mi ricordava il ghiaccio, era così pallido da sembrare un fantasma, un cadavere.

C'era quella orribile sensazione nel petto che non mi lasciava tregua. Facevo fatica a deglutire, era un peso troppo grande e pesante. Non ne capivo il significato ma ero quasi certa che qualcosa, presto, sarebbe accaduto... ma nulla di positivo.

Non ero una Banshee, non percepivo la morte... ma la percezione era di quel genere.

Perché non riuscivo a toglietemela di dosso?

In parte sapevo che cosa stesse passando Stiles, un essere si impossessa del tuo corpo e compie azioni indicibili tra cui degli omicidi ma tu non puoi fare nulla perché sei bloccato nella tua stessa mente... l'avevo già visto.

Con i Winchester avevo avuto occasione di imbattermi nei demoni... riuscivo a percepire il dolore, la disperazione e il terrore delle vittime che gridavano e di dimenavano nelle proprie menti per riuscire a liberarsi; per cacciare via ciò che li tratteneva, che li teneva segregati e richiusi. Era un inferno. La maggior parte di loro dopo un lasso di tempo, veniva sottomessa e soppressa. Il corpo a disposizione del demone mentre quell'anima soffocata dalle fiamme, condannata per l'eternità.

Pochi erano riusciti a sopravvivere, avevano lottato per la libertà... ma davvero pochi.

Dean mi aveva raccontato di una ragazza, loro non sapevano che la vittima fosse viva o semplicemente era più importate fermare il demone in superficie. Era caduta da un palazzo ma nonostante ciò, Dean la liberò ma morí poco dopo per via delle ferite riportate. Il suo corpo era distrutto, le sue ossa rotte così come una parte della sua mente. Ma si era aggrappata alla vita senza però poterla vivere appieno dopo l'agognata libertà.

Quella giovane era una delle tante vittime di una guerra senza senso.

Così come lo era stato Stiles.

La differenza stava che lui avrebbe vissuto per ricordare, un promemoria di un'esperienza che l'avrebbe segnato per sempre.

Non sapevo dire se quella ragazza fosse stata fortunata a non sopravvivere... ma speravo con tutto il cuore che avesse trovato la pace che tanto meritava.

Perfino Sam era sopravvissuto ad una possessione. Dopo ciò, i fratelli si erano fatti tatuare un simbolo che non permetteva a quegli esseri di prendere il loro corpo e la loro mente.
Avevo lo stesso tatuaggio anche io per gentile concessione di mia zia. In un primo momento la mia capacità di rigenerazione l'aveva fatto sparire ma lei non si era arresa, aveva trovato un modo per renderlo definivo.

Ricordavo soltanto il bruciore della mia pelle, avevo perso i sensi solo dopo qualche minuto. Il simbolo però non aveva avuto effetto sulla mia parte di Arcangelo, i miei poteri delle volte prendevano il sopravvento e agivano.

Fortunatamente ora avevo accettato a pieno la mia natura, non mi spaventava. Beh più o meno, le emozioni erano legate ad essa... qualche rischio c'era sempre.

Vedere Stiles in quello stato mi riportava a mente quei momenti passati... il sentirsi debole e impotente.

Strinsi di più le sue mani fra le mie

-Andrà tutto bene-.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora