Capitolo 10

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Beacon Hills.
Domenica 25 settembre 2012.
Ore 23:00

Un leggero vento freddo mi solleticava il volto con insistenza tanto da indurmi ad aprire gli occhi, che fino ad un momento prima, tenevo chiusi per chissà quale ragione.
Il cuore martellava velocemente nel mio petto tanto da farmi male a causa di una strana sensazione che percepivo. Forse era quella la ragione per cui rifiutavo di aprirli.
Mi alzai guardandomi intorno: una stanza totalmente bianca mi circondava spaventosamente.
Il bianco era uno di quei colori che mi incuteva ansia e inquietudine.
Sarà per via del suo essere così candido e puro, della sua calma in momenti del tutto inappropriati.
Come negli ospedali, accompagnato sempre dal verde fin troppo chiaro.
Anche quel colore non mi piaceva.

Un sussurro mi costrinse a voltarmi senza però capirne la provenienza.
Forse non ero sola o forse era un sogno, altrimenti perché avrei dovuto trovarmi un posto del genere? A parte il fatto che non conoscevo nessun luogo che avesse quelle caratteristiche.
-Amara...-.
Di nuovo quel sussurro, iniziai ad agitarmi.
-Non è divertente. Se vuoi parlare, è meglio se ti mostri-.
Così fu.
Una figura indistinta mi si parò davanti e quasi sobbalzai.
Era l'ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.
Conoscevo il suo aspetto grazie alle foto che zio Deaton conservava, altrimenti non avrei avuto nulla. Avrei immaginato qualunque dettaglio come altri al mio posto avevano o avrebbero fatto.
Sorrisi e i miei occhi vennero innondati da frenetiche e improvvise lacrime di tristezza e felicità allo stesso tempo.
Mi soffermai su ogni suo dettaglio: i lunghi capelli cioccolato che ricadevano morbidi sulle spalle. La sua esile figura nascosta da un leggero abito bianco, le sue mani candide e le guance rosee.
Gli occhi...gli occhi mi colpirono profondamente. Erano di uno splendido verde smeraldo esattamente come i miei.
Ero pietrificata.
Volevo abbracciarla e tenerla stretta a me e scusarmi per il dolore che le avevo causato. Per averla uccisa per mettermi al mondo...in qualche modo però, lei sapeva...no conosceva i miei pensieri.
Fu così veloce che ci impiegai qualche secondo a rendermi conto del suo gesto. Mi attirò fra le sue dolci braccia stringendomi e cullandomi come solo una madre poteva fare.
Mi lasciai andare contro di lei e piansi fino ad esaurire le lacrime.
Quanto avevo sognato quel momento.
Poter abbracciarla e sentire il suo profumo. Riascoltare nuovamente la sua voce invece di cercarla nei miei ricordi.

-Ti voglio bene, amore-.
- Anche io, mamma-.

L'ultima parola mi provocò degli strani brividi in tutto il corpo. Non avevo mai pronunciato quella parola fino a quel momento. Mi sentivo come un neonato che pronunciava per la prima volta "mamma". Con la differenza che io non lo ero.

-So che vorresti rimanere qui con me, ma devi svegliarti -.

No.
Al diavolo tutto. A me bastava lei, rimanere con lei. Non volevo perdetela nuovamente.

-Ascolta-. Sciolse leggermente l'abbraccio per poi guardarmi.
-Noi ci rivedremo. Quando chiuderai gli occhi, quando andrai a dormire...io sarò qui ad aspettarti-.
-Non voglio lasciarti andare-.
-Lo so. Ma andrà tutto bene, ora svegliati-.

Come pensava che si sarei riuscita?

- come?-.
- SVEGLIATI-. Mi urlò facendomi sobbalzare.

La sua immagine si fece sempre più sfocata per poi svanire, lasciandomi un enorme vuoto dentro.



Mi svegliai di colpo, ignorando il capogiro mi sedetti. La testa mi doleva e il corpo era indolenzito e non avevo idea dove mi trovassi.

Mi guardai intorno spaesata: ero in una camera da letto.

Come c'ero arrivata?!
Stranamente non ricordavo niente della sera precedente.
Le uniche immagini che scorrevano nella mia mente erano: il Kanima che mi attaccava e io che reagivo.

E Derek? Scott? Dov'erano? Oddio Stiles, lo sceriffo e Melissa erano in quella prigione...mi alzai dolorante aggrappandomi alla spalliera del letto.

- Ehi ehi ferma. Dove pensi di andare? -.

Sobbalzai sentendo quella voce.
Non ero pronta accidenti! Non si prende di soppiatto una persona in quel modo, cazzo!

Alzai lo sguardo incrociando quello di Sam.
Aspetta...Sam Winchester?!
Ma che cavolo...oddio. Erano qui, i fratelli Winchester a Beacon Hills.

-devo...cosa...oh mio dio- balbettai.
-devo trovare i miei amici, devo andarmene via da qui-.

Si avvicinò a me afferrandomi delicatamente le spalle.

-ehi, va tutto bene. Stanno tutti bene-.

Stanno tutti bene.

Io al contrario loro, mi sentivo uno schifo.
Ero reduce di una lotta contro un Kanima che stranamente non ricordavo e dalla visione di mia madre.
Non mi era mai accaduto di sognarla.
Gli unici momenti che ricordavo lei, erano le sue mani sul ventre tondo e le parole dolci che ogni tanto mi sussurrava.

-Avevo detto a Cass di avvisarvi di non venire-.

-L'ha fatto. Ma Dean si è intestardito e non ha voluto ascoltarlo-.

Ovviamente.

-Questa città è piena di creature sovrannaturali e non tutte sono cattive-. Gli comunicai.

-Non siamo qui per questo, piuttosto per proteggere te-.

Risi istericamente curvando la testa indietro per poi guardare Sam.
Ma era serio?! Ci mancavano solo loro nei paraggi e ogni cosa avrebbe presto un'altra piega.
Gli Argent ne avrebbero approfittato.
Sapevo come sarebbe andata a finire: Sam si sarebbe fidato mentre Dean al contrario, rischiando di mettersi contro Gerard e la madre di Allison.
Di Chris forse potevo fidarmi, non potevo e non volevo credere nel contrario.

- Ok -. Risposi semplicemente.
Tanto arrabbiarsi non sarebbe servito a nulla.
Il bussare alla porta mi fece sobbalzare.
Prontamente Sam, sfilò la pistola dalla cintura dei pantaloni e mi incitò di starmene zitta. Seriamente, chi pensava che fosse? Il Kanima che invece di sfondare finestre, bussava alla porta? Ah.
Alzando gli occhi al cielo, avanzai verso essa con passo svelto con il richiamare continuo di Sam. Avevo una mezza di chi poteva essere ed ero certa che non fosse una sorta di nemico.
Aprì la porta e come supponevo, era suo fratello.
-Ehi Dean!-. Esclamai per poi lasciare la stanza senza dargli il modo di ricambiare.

Stranamente era sera.
Ricordavo che fosse verso il pomeriggio quando mi trovavo alla Stazione di Polizia con Scott e Stiles.
Ero rimasta svenuta per un bel po' di tempo probabilmente.
Mi incamminai nel bosco nonostante l'orario poco consono. Sarei andata dritta da Derek perché volevo capire che cosa fosse successo. Non ricordavo nulla eppure la mia capacità di memorizzare era formidabile.
La mezza luna richiamò la mia attenzione con quel suo splendido bagliore luminoso. Mi piaceva l'energia che riusciva in qualche modo a trasmettermi. Non che fossi soggiogata da lei ma ero solamente ammaliata dalla sua bellezza quando sopratutto, era nella sua intera forma.

Lo spezzarsi di un ramo mi allertò.
Aguzzai l'udito con molta attenzione e tentai di rimanere calma.
Si, bella idea inoltrarsi nel bosco da sola! Complimenti.
Eccola lì! La mia stupida coscienza che invece di aiutarmi, rideva di me. No che avesse poi torto, ma ero abbastanza brava nel cacciarmi in situazioni impensabili.

-Mettiamo in chiaro una cosa: se dovessi anche solo prendermi di soppiatto, mi augurerò che tu muoia in agonia-.

Sfilai dalle maniche del giubbotto due pugnali angelici, preparandomi.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora