Capitolo 19

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Il cuore non rallentava, non ne voleva sapere. Batteva troppo forte, mi faceva male il petto.

Anche il mio respiro sembrava non riuscire a calmarsi. Quasi mi mancava l'aria.

La testa mi girava, il corridoio della scuola sembrava offuscarsi. Non riuscivo a restare in piedi, non riuscivo a...


***


-Amara?-.

Una voce mi chiamava ma le palpebre sembravano pesanti.

-Amara, mi senti?-.

No, lasciatemi stare.

Un ululato mi costrinse ad aprire gli occhi contro la mia volontà.

Era Scott.

-Ma che diavolo, McCall-, dissi sedendomi, -ti sembra questo il modo di svegliare una persona?-.

Mi massaggiai la testa, mi pulsava.

-Finalmente sei sveglia-.

Isacc mi abbracciò poi si allontanò.

-Hai avuto un attacco di panico e nel durante le finestre sono esplose-.

Guardai Stiles con confusione e incredulità.

Ecco cosa accadeva quando mi agitavo, era già successo una volta, ma era passato molto tempo.

Scott mi afferrò dolcemente una mano.
-Troveremo Deaton. Lo prometto-.

Deglutii.
Sfilai via la mano.

Non è che non gli credessi, ma ero troppo fuori di me per poter restare.

-Devo andare-.

Afferrai la giacca e abbandonai l'infermeria della scuola.

Non avevo bisogno di essere compatita, non avevo bisogno di parole confortanti ma di fatti.
L'avrei cercato da sola e niente o nessuno avrebbero potuto fermarmi.

-Flashback-

Dopo la scuola, mi recai subito in ambulatorio. Dovevo parlare con mio zio su ciò che avevo visto.

Durante gli anni trascorsi in Texas, mia zia, mi aveva spiegato molte cose sul lavoro di un Druido. Fatto studiare leggende e miti di ogni genere ma non c'era nessun essere che somigliasse a ciò che avevo visto nei miei libri.

Forse mi soffermavo troppo sulle immagini e poco sulle parole.
Al ritorno dal Motel, avevo tirato fuori tutti i testi che mi erano stati regalati.
Cercai la parola sacrificio e non trovai nulla. Tentai con vergini ma non trovai nessuna corrispondenza.
Ma unendo le due parole, in una sola frase... ebbi la mia risposta.

Dovevo confrontarmi con zio Deaton, era più esperto di me in questo campo. Ma sentivo di essere sulla strada giusta.

Arrivai davanti all'ambulatorio e mi arrestai.

La porta era spalancata.

Ebbi un sussulto.

Lentamente avanzai ed entrai.

Dio, speriamo che sia tutto ok.
Ma sapevo, anzi sentivo, che non lo era affatto.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora