Capitolo 4

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Beacon Hills.
Mercoledì 21 settembre 2012
Ore 20:10


Kanima

Creatura con le sembianze di una grande lucertola bisognosa di un padrone.
Rispecchiava persone prive di carattere forte.

Possiede le stesse paure del padrone e una volta morto quest'ultimo, l'assassino ne diventa il nuovo padrone.

Chiusi di scatto lo schermo del computer, riluttante nel continuare a leggere. Ammetto che di creature ne esistevano molte, altre talmente rare da risultare una leggenda.

A parer mio, il Kanima era una di queste.

Non ne avevo mai sentito parlare. In caso contrario mio zio mi avrebbe informata ma era evidente che anche per lui risultasse sconosciuta.

Non rimasi molto da Scott. Tornarmene a casa risultava la decisione più giusta che potessi prendere. Avevo bisogno di dormire dopo tutte quelle informazioni.

Avevamo passato il pomeriggio a raccontarmi gli ultimi avvenimenti. Soprattutto l'esperienze vissute lontani l'uno dall'altro.
Evitai di parlare su ciò che avevo scoperto su di me. Non mi sentivo abbastanza pronta ad affrontare un discorso del genere.

Scott era un lupo mannaro con la capacità del controllo, mentre io appartenevo o almeno dovrei, ad un mondo del tutto diverso dal suo.
Un mondo di cui non mi sentirò mai parte.

A volte le mie capacità mi spaventavano. Speravo ogni minuto, secondo, momento e giorno di non perderne mai il controllo. Non mi è chiaro di cosa sarei in grado di fare, ma lasciare che prendano il sopravvento su di me...sarebbe come lanciarsi nel vuoto con un paracadute.

Ciò che ho fatto con Derek quella mattina non era nulla, un semplice gesto da principianti per una come me. Era di altro che parlavo.

Come reagireste se da un giorno all'altro iniziaste a percepire i pensieri della gente che vi circonda?

Cosa fareste se intorno a voi gli oggetti si spostassero da una parte all'altra?

Ricordavo quel giorno in cui accadde. Era un pomeriggio di primavera, stavo riordinando la cucina quando tentai di afferrare un bicchiere, per riporlo nello scaffale. Semplicemente si mosse, allontanatosi leggermente.

Ci riprovai.

Un tintinnio alle mie spalle mi costrinse a voltarmi. I bicchieri puliti si schiantarono verso il mobiletto che avevano difronte infrangendosi, uno dopo l'altro.

Mi prese il panico.
Non sapevo cosa stesse accadendo ne ero terrorizzata.

Mia zia rientrò qualche momento dopo e notando il disordine, capì che qualcosa fosse cambiato.
Lei sapeva di me, delle mie "capacità".

Io invece sembravo confusa e spaventata davanti a quello scenario e alle parole assurde che mi disse.
Non volevo crederle, non avevano alcun senso quelle parole.
Poi però dovetti "accettare" e cambiare idea.

- Amara? -

La voce di mio zio mi riportò alla realtà.

Gli corsi incontro e lo abbracciai senza dargli un preavviso. Ero così felice di vederlo, mi era mancato moltissimo.
Erano anni che vivevamo separati.
Ma ora ero finalmente tornata.

- sei mancata anche a me, Mer -, mi disse stringendomi a se.

Mi erano mancati anche i suoi abbracci, erano così affettuosi e dolci.
Sciolsi l'abbraccio sorridendo e indietreggiando.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora