Capitolo 38

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La voglia di prendere a pugni Theo Raeken cresceva in me ogni secondo che passava.

Ogni cosa di lui mi infastidiva.
Persino la sua voce.

Non riuscivo a fidarmi.
Scott sembrava così cieco, ci stava pensando veramente. Non sapevamo nulla di lui, nulla.
Il mio istinto gridava e scalciava.
Forse era il rancore ma mi era stato fatto di peggio.
Castiel aveva provato ad uccidermi una volta ma ehi, l'avevo perdonato.

Stiles la pensava come me.
O meglio ero io a pensarla come lui.

Aveva provato a dimostrare i propri dubbi trascinando anche Liam ma nulla.
Sembrava non avere segreti ma bastava scavare più affondo. Ai suoi occhi sembrava un povero omega che aveva bisogno di un branco.
Io vedevo un narcisista manipolare.

Nessuno era mai del tutto pulito.
Lui non sicuramente.

E poi non vedevano quell'idiota da troppo tempo.
Non conoscevamo nulla di lui, come poteva essere così cieco, così ingenuo Scott?

Nel frattempo però, stavo legando con il piccolo lupo mentre i rapporti con Scott sembravano rallentare, c'era meno dialogo del solito. Probabilmente per via dei segreti ma non volevo appesantire troppo il branco con i miei problemi.

Si, c'eravamo promessi di condividere di più ma era anche vero che avevo bisogno dei miei tempi.
Come tutti loro comunque.

Beacon Hills sembrava un mondo a parte.
Protetto e nascosto da una specie di scudo. Inattaccabile.
Ciò che accadeva all'infuori restava tale.
Qui alcuna ripercussione.
Come potevo spiegare a loro che avevo affrontato creature del purgatorio, quando qui, conoscevano solo parte della mitologia di cui praticamente tutta Beacon Hills era composta?

Mio dio.
La mia mente ritornò a pensare a Theo.

L'Alpha non dovrebbe essere il capo branco?

Mi mancava Derek.
Va bene era sempre sospettoso ma almeno ragionava.

Per i gemelli era stata dura conquistare la fiducia di Scott allora perché per Theo la strada era già spianata?

Persi per un secondo il controllo dell'auto tornando a concentrarmi sulla guida.

Dieci minuti dopo mi arrestai nel parcheggio della scuola e spensi l'auto.

Dovevo darmi una calmata.
Non potevo perdere il controllo in sua presenza, era come mostrargli che aveva il pieno controllo su di me.

Mai dare questa impressione.
Io ero la cacciatrice... lui? La mia preda.

-Come sta?-, dissi raggiungendo velocemente i Winchester all'ospedale.

Avevo perso tempo ad eliminare un dannato leviatano che si divertiva a canzonarmi.
Allora, posso comprendere i demoni perché potevano anche esseri divertenti delle volte ma loro? Erano disgustosi... mio dio si mangiavano fra di loro.

Poco prima di decapitarlo, uno sparo aveva riecheggiato fra le mura. L'Arcangelo in me aveva preso il sopravvento dando fuoco al leviatano.

Bobby aveva la testa fasciata e sorrideva.
Non ricordavo di averlo mai visto così.
Si era finito in segna a rotelle, avevo dato via l'anima ma questo era peggio.

Osservai i parametri vitali e non sembravano molto buoni. Forse erano normali per un uomo della sua età?

Scossi la testa.
Non ero un medico ne m'intendevo di tale materia.

Gli presi una mano, carezzandone la superficie e facendo attenzione alla flebo.
Era tiepido, non caldo come il solito.

Lui mi guardò.

Light in The Darkness: L'inizio della FineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora