1 ASSALTO AL VILLAGGIO POLACCO

505 11 8
                                    

«Per la Germania, avanti miei prodi!».

«Danzica o morte!» risposero quelli.

I dieci uomini della sezione uscirono allo scoperto dall'erba alta e corsero verso il villaggio polacco.

Le donne urlarono e corsero a recuperare i loro bambini prima di essere crivellate di colpi.

Il gruppenführer che li comandava annuì soddisfatto, per poi sparare a sua volta con la MP38.

Lo scontro non ci fu neppure. Il villaggio cadde nelle mani del battaglione in pochi minuti.

I bambini piangevano sui corpi delle madri e gli uomini fissavano truci le truppe tedesche.

Il gruppenführer non se ne interessò. Erano polacchi, esseri inferiori. Non avevano neanche un'ombra di esercito. Carri armati simili a scatole di latta, truppe di cavalleria che fuggivano di fronte ai Panzer. Non meritavano altro che essere schiacciati.

Il gruppenführer arringò gli uomini della sua sezione. «Quel che abbiamo fatto è un piccolo passo che, unito a tanti altri, ci permetterà di conquistare questa nazione di esseri inferiori. Ricordate, uomini: la Germania sopra di tutto!».

«La Germania sopra di tutto!» risposero i soldati, gli sguardi ferini.

«Gruppenführer, a me» lo richiamò il tenente.

«Sissignore». Il gruppenführer scattò.

Il tenente, seduto all'ombra di una casetta con una costellazione di buchi, gli spiegò la situazione. «Un ammassamento di truppe polacche poco più a est. Dobbiamo eliminarlo». Alzò il dito al cielo, mentre gli Stuka si gettavano in picchiata.

«Su quel che rimarrà, signore».

«Su quel che rimarrà» gli fece eco il tenente. Sorrise compiaciuto.

Non era una guerra, era una strage di esseri indegni di vivere. Non erano battaglie, erano solo massacri di esseri indegni di vivere. Il gruppenführer, così, si alzò in piedi e raggiunse i suoi uomini, alcuni che chiacchieravano e fumavano, altri che stavano a guardia di un segmento del perimetro. «Allora, uomini, dobbiamo...».

Un boato.

Si bloccò.

Che cos'era quel dolore? Cos'era quella sensazione di caldo e poi freddo e di nuovo caldo alla schiena, sopra il posteriore? Il gruppenführer si toccò la parte dolorante e alzò le mani. Insanguinate. «Io... io...». Sbiancò, per poi cadere a terra. Vide un contadino polacco armato di fucile che provava a fuggire dai soldati. Vide, poi, l'aquila sul suo elmetto e pensò che era stato colpito. Che i camerati schiacciassero quel contadino insulso, che la punizione fosse esemplare.

Il Il gruppenführer chiuse gli occhi.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 GermaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora