«Ragazzi miei, è chiaro a tutti... è sotto il naso di tutti: la guerra sta finendo, e con esito negativo per noi tedeschi». Guardò il mar Baltico con malinconia.
«Maestro» disse uno dei marinai, «ci vorrebbe più ottimismo».
«Ottimismo, dici? Come si può essere ottimisti? In questo mare, ormai, è tutto finito. Un tempo eravamo qui, con le nostre navi, a contrastare l'arrivo di rifornimenti ai sovietici. Andava tutto bene. Sì che c'era ottimismo, come tu dici». Il maestro fece una smorfia al ripetere quel sostantivo. «Ma adesso solo i folli sono ancora convinti di vincere».
«Bah» mugugnò un marinaio.
Gli altri sbuffarono.
«Non credete alle mie parole?». Il maestro fece un caloroso sogghigno.
«Non va bene dire così. Si genera disfattismo».
«Ottimismo e disfattismo. Due termini contrapposti, l'uno surreale, l'altro che più si confà ai nostri tempi. Indovinate l'abbinamento».
«Forza, forza! Non restate lì impalati, a bordo!».
Tutti guardarono il capitano di corvetta e, dopo essere sobbalzati, si affrettarono a salire sulla fregata.
«Eccoci, eccoci...» disse il maestro.
«Bene. E tu» lo indicò il capitano di corvetta.
«Io?».
«Sì, proprio tu, maestro».
«Mi dica signore». Guardò oltre. Doveva pensare alle comunicazioni.
Il comandante lo squadrò. «Non dovresti fare certi discorsi».
«Signore, siamo nella Kriegsmarine, non nelle Waffen SS».
«E allora?». Prima che potesse rispondere, continuò: «Siamo in un momento critico, ma non è detto che perderemo la guerra».
«Dice?».
«Sì».
«Mah, siamo in agosto, fra poco giungeremo al quinto anno di guerra e la situazione è pessima. Gli italiani ci hanno abbandonato, i sovietici stanno dilagando in Europa orientale, gli Alleati minacciano i confini occidentali e i camerati finlandesi sembrano sul punto di mollare nonostante il nostro sostegno».
Il capitano di corvetta fece un gesto di stizza. «Non mi parlare dei finlandesi. C'eri pure tu, quando siamo andati da loro, il mese scorso... come gli italiani non ci credono più tanto. Non credono in noi».
«Non è importante in cosa credono i finlandesi, ma cosa crediamo noi tedeschi. Lei cosa crede?».
«Che domanda impertinente! Non sono un tuo parigrado, maestro». Eppure il capitano di corvetta aveva un comportamento blando.
«Cosa ne pensa?».
Fece un sorriso amaro. «Scommettiamo che fra un anno la situazione si sarà capovolta?».
«Con noi tedeschi che abbiamo conquistato Londra e Mosca e minacciamo gli Stati Uniti?».
«Sì, è così».
«Cosa vuole scommettere?».
«I miei gradi contro i tuoi».
«Allora so già che sarò capitano di corvetta». Pure lui fece un sorriso amaro.
«Ora pussa via che dobbiamo partire».
«Sissignore». Il maestro guardò di sbieco l'arrivo di alcune casse di munizioni.
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La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 Germania
Short StoryQuarantasette racconti brevi sulla Germania nella Seconda Guerra Mondiale, ognuno tratto da un'illustrazione di un libro sulle uniformi del conflitto.