«Dai, su, passami la sigaretta».
«Subito, signore». Il subordinato obbedì al sottufficiale.
«Grazie». Si concentrò sul motore.
Il subordinato era ancora accanto a lui. «Ehm».
«Che vuoi?» disse il sottufficiale mentre accendeva la sigaretta.
«Ho studiato a memoria alcuni dati».
«Sul motore?».
«No, macché. Sulla nostra Luftwaffe».
«E sarebbero?». Intanto smontava una maschera e poi guardò. Sembrava tutto a posto.
«La nostra Luftwaffe è proprio una buona arma».
«Sì?».
«Nella Luftwaffe ci sono un milione e mezzo di uomini e donne del personale».
«Ah». Il sottufficiale guardava meglio.
«Sì. Novecentomila nelle unità antiaeree, venticinquemila di stato maggiore e amministrazione...».
«Buono a sapersi». Ma non gliene fregava nulla.
«Inoltre ci sono cinquantamila uomini d'equipaggio, centomila per le trasmissioni, trecentosessantacinquemila sono impiegati nell'addestramento...».
«Bene. E noi?».
«Noi rientriamo nella manutenzione e siamo sessantamila».
Il sottufficiale lo degnò di un'occhiata. «Hai imparato bene la lezione».
«Oh, sì, signore» annuì compiaciuto il subordinato.
«E in Polonia? Sai com'è andata in Polonia?».
«Oh, certo. Abbiamo impiegato milleduecentocinquanta apparecchi e ne abbiamo persi solo duecentottantacinque».
«E i polacchi?».
«Trecentottantacinque. Perlopiù distrutti al suolo». Ridacchiò.
«Ottimo, ottimo».
«Ho studiato bene».
«E dimmi: di questo motore che mi sai dire?».
«Ehm...».
«È il motore di un BF109».
«Questo... lo so». Era a disagio.
«E che cosa sai?».
«Ehm...».
«Vai a prendermi le sigarette, imbecille. Invece di studiare a memoria i dati superflui, renditi utile per una volta!». Il sottufficiale parlò in tono aspro.
Mortificato, il subordinato disse: «Sissignore».
Il sottufficiale rimase solo a fare lavoro di manutenzione. Osservava tutte le componenti del motore, in cerca del guasto. Dov'era? Dov'era? Urlò quando uscì un fiotto di olio.
«Eccomi, signore». Arrivò il subordinato. «Signore?».
Il sottufficiale uscì da sotto il motore dell'aereo. Era di malumore. Per fortuna la sigaretta si era spenta, altrimenti avrebbe potuto prendere fuoco. Sbuffò.
«Signore?». Il subordinato represse una risata.
Il sottufficiale lo fulminò con lo sguardo. «Taci».
Quello accennò: «Uhm».
«Taci e renditi utile».
«Come, signore?».
«Pulisci il pavimento, mentre mi do una lavata alla faccia».
«E le sigarette?».
«Posale lì».
«Sissignore».
Il sottufficiale andò a pulirsi, ma gli rimase la puzza di olio. Quando tornò, il subordinato era febbricitante di gioia. «Che succede?».
«Ho trovato il guasto» asserì lui.
«Sì, come no».
«Sul serio». Andò nell'abitacolo e accese il motore.
Il BF109 era tornato operativo, constatò il sottufficiale. «E come avresti fatto?».
«Stava tutto nell'olio. Grumi di olio avevano danneggiato il filtro ed è bastato sostituirlo».
«Ma se non sapevi nulla!» esclamò interdetto il sottufficiale.
«Non sapevo, ma ora so». Il subordinato sorrise.
Il sottufficiale lo mandò al diavolo.
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La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 Germania
Short StoryQuarantasette racconti brevi sulla Germania nella Seconda Guerra Mondiale, ognuno tratto da un'illustrazione di un libro sulle uniformi del conflitto.