8 STIVALONI E STRISCIARE

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Caldo, sudore e un serpente.

Il maresciallo capo si sistemò la bergmütze e bevve un po' dalla borraccia. Era solo una brodaglia. E poi quegli stivali da cavaliere che indossava lo facevano sentire ancora più accaldato. Che ci facevano lì, in nord Africa? Aiutavano Mussolini, si ricordò. Ma il maresciallo capo si era fatto l'idea che l'alleato italiano fosse parecchio inadatto alla guerra anche se i soldati italiani non indossavano quegli stivaloni. Preferiva aggiornarsi sulle notizie della guerra nell'est: le truppe tedesche avanzavano in Russia e lì, sembrava, c'era disponibilità di più gloria. Un conto combattere il bolscevismo e una razza inferiore, un'altra gli inglesi in quella pianura arida. Gli inglesi non erano poi tanto disprezzabili perché pure loro erano una razza del nord.

«Maresciallo capo!».

«Cosa c'è?». Il maresciallo capo si girò. Era un carrista.

«Dovremmo iniziare a muoverci. Dobbiamo raggiungere la quota designata».

«Sì, bene». Tutti e due salirono a bordo del Panzer III.

15° divisione: l'8° reggimento Panzer e due reggimenti di fanteria nella 15° brigata.

L'Afrika Korps: un corpo d'armata dall'altra parte del Mediterraneo.

Il maresciallo capo, da giovane, era stato in vacanza in Sicilia. Lì faceva molto meno caldo. Da dove veniva lui, poi, si stava meglio.

La colonna di Panzer III iniziò ad azzannare una serie di dune.

Una volta in cima, arrivò l'ordine di fermarsi. C'erano in vista dei carri britannici.

«Cannoneggiare fra pochi secondi» gracchiò la radio.

Ma i Matilda furono più veloci e le loro bocche da 40 millimetri tuonarono.

Il maresciallo capo fece capolino con la testa dalla torretta e vide i colpi saettare.

Anche i Panzer III iniziarono a fare fuoco.

Dietro l'8° reggimento, la fanteria tedesca si dispiegava.

Quel caldo e il furore delle fiamme... Alcuni Panzer III furono colpiti.

«Maresciallo capo, forse è meglio che si ripari» lo invitò un carrista, da dentro l'alloggio.

«Sì, forse è meglio». Il maresciallo capo ebbe l'idea di prendere posto sul seggiolino, ma poi gli venne in mente un'idea migliore, parecchio, parecchio migliore.

«Che fa?».

Il fuoco incrociato continuava e, fuori, era tutto un turbinio di incendi e schegge.

Il maresciallo capo uscì dal Panzer III e si arrampicò giù. Sulla sabbia, cadde ginocchioni. Vide un paio di Panzer III in fiamme, i membri degli equipaggi che urlavano.

No, quella guerra con gli inglesi è insensata. Meglio contro i russi, pensò.

Il maresciallo capo si tolse gli stivaloni e scappò verso occidente. Sarebbe stato disposto anche a strisciare come un serpente.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 GermaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora