42 NON SI CONTRADDICE IL MAESTRO

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«Questa divisa che portiamo ha una storia, signori».

Qualcuno sbuffò.

Qualcuno gli diede una spallata.

Il maestro annuì con amarezza. Solo perché era un maestro lo ascoltavano. Ma lui lo voleva proprio dire! «La divisa da licenza è stata disegnata nel 1848...».

«Ma se non eravamo ancora unificati nella grande Germania!» esclamò quello, era fra i più insofferenti.

Il maestro si indispettì. Cercò di essere gentile. «Certo. Fu disegnata per la Marina Prussiana».

L'oppositore fece un versaccio, e lo soffocò in un sorso di birra.

Il maestro percepì imbarazzo. «L'arma a cui apparteniamo ha un passato glorioso. Ma, all'inizio, fu modesto: nel 1870 la Federazione del Nord della Germania comprendeva trentasette navi. E adesso? Adesso, ah!».

«E la Panzerschiff Deutschland?».

«Ammetto che devo studiare a riguardo». Il maestro si concentrò sul boccale.

Quell'insolente scoppiò a ridere.

Il maestro lo fissò storto. Come si permetteva?

«Signori!».

Tutti si girarono.

Al maestro, per poco, la birra non gli andò di traverso.

«L'avete saputo?».

Era un marinaio della Panzerschiff Deutschland?

«Ma cosa, per la miseria?» lo interrogò un altro sottufficiale.

«La guerra, signori. La guerra». Parlò cercando di darsi un tono solenne, seppur i capelli scarmigliati e il volto paonazzo gli davano un'altra apparenza.

«Oooh!» sbottarono tutti.

Il maestro disse: «Non sarà come la Grande Guerra, credetemi!».

«E lei come fa a saperlo?». Era quel solito marinaio insolente.

«Lo so perché ho fiducia nel Führer». C'era decisione, nella voce.

«Bah...».

«Oh, signori, cerchiamo di festeggiare!» incitò quell'altro marinaio, quello dell'annuncio.

«E cosa dovremmo festeggiare?». Aveva il tono ironico.

«Ma adesso la Germania sarà un paese più potente, più grande, più temuto. Noi della Panzerschiff Deutschland affronteremo tanti pericoli, tanti rischi. Ma... ma otterremo tanta gloria. Non ci pensate?».

«Bah...» ripeté lui.

«Ma che cos'hai?».

Il maestro rispose al suo posto. «È ironico, sarcastico... è disfattista».

«Ho solo qualche dubbio, tutto qua».

Il maestro sibilò, seccato da quel tentativo di svicolare. «È un po' che ti tengo d'occhio e mi sembri... mi sembri...».

Quello rise.

Il maestro si stizzì e gli tirò addosso il boccale di birra.

Tutti furono in piedi.

Il marinaio colpito in faccia gemette e sputò sangue.

«Ah, marinai... sempre piantagrane. Via! Via di qui!» intervenne l'oste.

«Ma mi ha provocato» piagnucolò il maestro.

«Non m'interessa. Via dalla mia locanda!».

Chi sbuffando, chi inveendo, lasciarono il tavolo e uscirono dal locale.

Il maestro, una volta fuori, fece per dire a quel marinaio: «Di ritorno sulla nave io...».

E il marinaio estrasse il coltello.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 GermaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora