«Non avrei mai pensato di vedere la Germania».
«Coraggio. Siamo tutti sostenitori della libertà della nostra Terra e del nostro Popolo».
«Sì, belle parole. Ma adesso la Lettonia è in mano ai russi» berciò l'ausiliario.
«E quindi? La riconquisteremo».
«Caro amico, credo che tu pecchi di troppo ottimismo». Si sedette sull'affusto del cannone antiaereo.
«Ma che dici? Guarda che è così».
«Ma se siamo a Lipsia! Le forze dell'Asse si sono ritirate e, più a est, non c'è più il territorio tedesco, né polacco... ma l'Unione Sovietica. Siamo nel 1944, fra poco finisce l'estate, e tu credi di essere ancora al momento della Liberazione».
«Pessimista della malora».
«Sono realista».
«I russi non credono nelle nostre tradizioni, nelle nostre leggende. Per esempio i vampiri...».
«Che c'entrano i vampiri?».
«Sono un mito della Lettonia».
«E chi se ne importa dei vampiri?».
Il commilitone troppo ottimista stava per ribattere, ma arrivò il capopezzo. «Ancora a discutere?».
«Il fatto è che lui non crede nella Vittoria e nella Liberazione del nostro...».
«Taci con queste sciocchezze patriottiche, che siamo reietti» ringhiò il capopezzo.
«Visto?».
«E anche tu sta' zitto, che non credi in nulla».
L'ausiliario pessimista rise.
«Sta per esserci un'incursione aerea» li informò il capopezzo.
Furono percorsi da una scossa.
«Ma... Come? Non si è sentita la sirena» protestò l'ausiliario pessimista.
L'aria fu squarciata da una sirena antibombardamento.
«Allora? Altre sciocchezze da dire?» lo interrogò il capopezzo.
«No, affatto».
«E allora tutti ai posti di combattimento».
Si disposero intorno al cannone. Come una catena di montaggio, prepararono gli ordigni da scagliare in cielo. Uno fu inserito e il capopezzo prese la cordicella. «Pronto?» domandò, allora.
«Sissignore» ci fu la sequela di conferme.
Il capopezzo tirò la cordicella. Uno schiocco e il proiettile si tuffò nel cielo.
Ma quelle aquile di metallo schivarono il colpo che detonò in un fiore nero e poi si dissolse.
L'ausiliario pessimista fissò il cielo. Tutte quelle aquile di metallo, e il loro tentativo patetico di fermarle.
«Ehi, allora? Che fai? Vieni ad aiutarci!» disse con foga il più ottimista.
«Sì, arrivo». Si era perso nell'osservare le bombe che cadevano. Gli sembravano uova.
Nuova procedura e ci fu un rumore strano. Un plof, schizzi di fango.
Tutti guardarono in quella direzione.
L'ottimista stava inserendo nella culatta un nuovo proiettile.
Il capopezzo stava per urlare un ordine.
L'ausiliario pessimista - o realista - aveva lo sguardo perso nel cielo.
I vampiri, esseri immortali.
Forse doveva dare più importanza alle tradizioni locali.
Ci fu un tuono. Una fiammata. Sì, sarebbe stato meglio essere vampiri: immortali.
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La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 Germania
Short StoryQuarantasette racconti brevi sulla Germania nella Seconda Guerra Mondiale, ognuno tratto da un'illustrazione di un libro sulle uniformi del conflitto.