3 L'AZIONE DI UN ASSO

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«Ragazzi, ve lo devo dire proprio... sono un asso!».

«Ma la pianti, tenente» disse un aviere, un boccale di birra e le labbra umide di schiuma.

«Ma le vedete le mie decorazioni? Croce di ferro di Prima classe, un'altra di seconda classe. Ho l'insegna di pilota e di ferito. Vi basta?». Il tenente iniziò a scaldarsi.

«No di certo» rispose un altro aviere.

«Voi siete piloti che hanno appena iniziato a guidare i Messerschmitt BF109. Invece, noi del Terzo Gruppo Jagdgeschwader 26 siamo dei piloti eccezionali. Io sono fra loro, e ciò lo indica ancora di più».

«Sì, sì...». Gli altri si concentrarono sui boccali di birra.

Il tenente, seppur avesse una davanti un boccale, non stava bevendo. «Siamo qui, al passo di Calais, e stiamo facendo vedere all'Inghilterra cosa significa mettersi contro la Germania del Führer».

«Un anno che siamo in guerra e ancora non l'abbiamo piegata» commentò uno degli avieri.

«È disfattismo, questo?».

Un sorso di birra gli andò di traverso. «No, macché». Fece un sorriso mellifluo. «Realismo, semmai. L'Inghilterra è un'isola e i nostri Panzer non possono arrivarci con così tanta facilità...».

«Ma i Messerschmitt sì, e avete visto che cosa gli stiamo combinando» disse con forza il tenente.

Il giorno dopo, il Messerschmitt BF109 del tenente era pronto alla partenza.

Il tenente indossava il giubbotto e la cuffia con occhialoni e corse verso l'apparecchio. Si arrampicò sulla scaletta e diede una pacca al motorista lì accanto.

«Tutto a posto» esclamò il motorista, un buon diavolo di Tubinga.

«Ottimo». Il tenente salì nell'abitacolo. Ci si accomodò e afferrò la cloche. Quando il motore diede abbastanza potenza, spostò una leva e il motore ruggì ancora di più.

Ci fu una corsa verso la fine della pista e il Messerschmitt BF109 decollò. Vibrazioni, assestamento nonostante le turbolenze, e uno dei novanta caccia dello JG 26 era pronto alla battaglia.

Il tenente osservò la bussola e puntò verso nord, per poi sollevarsi di quota. C'erano nuvole basse, ma già a mille metri era tutto sgombro. Di sotto si vedeva la Manica.

«Gli inglesi ci stanno mandando contro degli Spitfire e degli Hurricane» avvertì la radio.

Il tenente strinse con forza la cloche e oscillò lo sguardo.

La sua formidabile vista gli permise di vedere una dozzina di apparecchi in direzione contrapposta.

E i caccia dello JG 26 erano dispersi in un'estensione troppo grande.

Il tenente disse: «Terzo Gruppo JG 26, raduniamoci». Si tuffò nello scontro, dando voce alle MG131 calibro 13 millimetri e passò in mezzo alla formazione britannica.

Alcuni Hurricane dovettero cabrare per non collidergli contro.

Un'azione audace.

E ora c'era la battaglia vera e propria.

La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 1 GermaniaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora