BEATRICE'S POV
Ogni mattina è una tortura: la sveglia suona e io vorrei solo andare in letargo come un orso. Fortunatamente la fine della scuola è vicina, manca poco al diploma e alla tanto sognata vita universitaria.
Mi trascino in bagno, sperando che la doccia mi svegli. Dopo essermi sistemata, infilo un jeans a vita alta, una felpa comoda, le mie amate Air Force bianche e opto per un trucco leggero.
Scendo al piano di sotto, dove i miei genitori sono già attivi e pimpanti. Beati loro.
"Buongiorno genitori," saluto con tono svogliato.
"Buongiorno, tesoro. Niente colazione?" chiede mamma.
"No mami, altrimenti perdo il bus lo sai."
"Lo so... ma la colazione è importante!" risponde lei, già rassegnata.
Le lascio un bacio veloce e corro fuori. Alle 7:40 sono già alla fermata, cuffiette nelle orecchie. Il bus arriva e alla fermata successiva sale Vittoria, la mia migliore amica.
"Beaaaa!" mi abbraccia con il suo solito entusiasmo contagioso.
"Vittooo mi sei mancata!" ricambio con affetto.
"Pronta per un’altra giornata infernale? Ancora due mesi e ciao liceo, ciao ragazzini, benvenuti bei ragazzi universitari!" esclama sognante.
"Lo dici ogni giorno..." rido, "e poi lo sai, per me c’è solo Davis."
"Bea, sono cinque anni che lo adori da lontano. Ti deciderai mai a parlargli? Dopo il diploma non lo rivedrai più."
Ha ragione. Davis è il ragazzo che ho sempre ammirato in silenzio, ma ho paura di essere solo una delle tante. Io non sono da storie passeggere: voglio qualcosa di vero, speciale.
"Lo so, Vitto... ma io voglio vivere la mia prima volta con qualcuno che mi ami davvero."
Lei mi guarda teneramente. Non lo ammetterà mai, ma adora il mio lato romantico.
"Te lo meriti, Bea. Sei speciale."
Scendiamo dal bus e arriviamo a scuola. Come sempre, il gruppo delle "oche" si accalca attorno ai giocatori di football. Roxie, la peggiore, si struscia su Davis come una piovra. A lui sembra non dispiacere.
Cerco di ignorare la scena, ma mentre cammino qualcuno mi afferra per il polso.
"Ehi scusa, ti è appena caduto questo," dice una voce maschile.
Mi volto. Santo cielo. È lui. Davis. In carne, ossa e sorriso micidiale.
"Grazie, che sbadata," mormoro riprendendo il bracciale.
"Se vuoi, dopo le lezioni vieni a vedermi agli allenamenti. Mi piacerebbe vederti lì."
Mi fa l’occhiolino. Aiuto. Resisti Bea, non cadere anche tu.
"Mi dispiace, devo studiare. Ma grazie per il bracciale. Ciao."
Brava me, per una volta ho usato il cervello.
Appena giro l’angolo, respiro profondamente. Quelle labbra… okay, basta Bea, concentrati.
Entro in aula e Vittoria capisce subito che qualcosa è successo. Mi siedo e le racconto tutto.
"DAVIS TI HA PARLATO?!" urla.
Ops. Silenzio tombale. Il professore è già seduto.
"Signorina Beer, visto il suo entusiasmo, che ne dice di un'interrogazione sulle biomolecole?"
Panico.
"Professore, non sto molto bene... Vittoria mi accompagna a prendere aria?"
Sbuffa, ci conosce bene ormai.
"Per questa volta, vada. Ma tornate."
Ovviamente non torneremo.
Giriamo per i corridoi finché non sentiamo dei rumori provenire dall’aula d’arte. Ci scambiamo uno sguardo curioso e apriamo lentamente la porta.
Quello che vediamo... ci lascia completamente senza parole.

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Il centro di tutto
RomanceBeatrice è all'ultimo anno di superiori. È bella, solare, e sa esattamente cosa vuole dalla vita. Al suo fianco c'è Vittoria, la migliore amica conosciuta cinque anni fa tra i banchi di scuola, diventata da allora la sua seconda metà. E poi c'è lui:...