BEATRICE'S POV
Mi trovo qui, sull’altalena. Questa sera il cielo è pieno di stelle. Quando sono nervosa e ho bisogno di rilassarmi, esco e mi perdo ad osservarlo. Mi trasmette un senso di serenità e pace.
Il comportamento di Davis riesce sempre a mettermi in agitazione, per non parlare della sua vicinanza. Non capisco più niente quando i suoi occhi incontrano i miei. Quando mi ha guardata in quel modo, mi sono sentita rapita dal suo sguardo. Mi ci sono completamente persa. È proprio per questo che ho deciso di uscire a prendere una boccata d’aria: troppe emozioni tutte insieme.
Mentre sono intenta a fissare il cielo, sento un paio di mani posarsi con delicatezza sulla mia schiena. Istintivamente mi giro, e non posso credere ai miei occhi. È una persecuzione. Che ci fa qui adesso?
"C-che ci fai tu qui?" balbetto, sentendomi subito stupida. Perché la sua presenza mi rende così vulnerabile?
Per un attimo sembra riflettere, poi risponde:
"Facevo una passeggiata e ti ho vista. Tu che ci fai qui?"Il suo sguardo si posa su di me con un’intensità tale che non riesco a sostenerlo. Distolgo lo sguardo, tornando a fissare il cielo.
"Sono uscita per prendere un po’ d’aria e ho visto quest’altalena. Da piccola l’adoravo. E poi… quando ho bisogno di rilassarmi, guardo le stelle."
Una leggera brezza muove i miei capelli, e un brivido mi attraversa il corpo.
Davis si mette davanti a me. Sembra accorgersi del freddo che mi fa rabbrividire, perché fa qualcosa di inaspettato: si sfila il giubbotto e lo poggia sulle mie spalle. Un misto di profumi mi invade le narici - fumo e colonia maschile. Arrossisco.
"Grazie, non dovevi disturbarti…" mormoro, abbassando lo sguardo. All’improvviso, i miei piedi diventano molto interessanti.
Poi sento due mani calde accarezzarmi il viso, costringendomi a sollevarlo. I nostri occhi si incontrano.
"Cosa mi stai facendo? Quando sono con te, tutto il mio autocontrollo va a puttane. Perdo lucidità. Riesco solo a pensare ai tuoi occhi… alla tua bellezza."
Resto sorpresa dalle sue parole, ma non voglio illudermi. So che Davis gioca con le ragazze, e io potrei essere solo un’altra aggiunta alla sua lista.
Devo ammettere, però, che nei suoi occhi ho intravisto una luce diversa.Scaccio via quei pensieri e cerco di rispondere con tutta l’indifferenza che riesco a fingere.
"Non mi aspettavo parole del genere da uno come te. So che pensate solo a farvi le ragazze. E per tua informazione, io non sono come quelle cagne che ti girano attorno. Non mi stupirei se avessi già detto le stesse cose ad altre."
Mi alzo per andarmene, ma lui mi ferma.
"Sei la prima a cui faccio un complimento. Quello che dici in parte è vero. Con il mio atteggiamento probabilmente ti ho dato un’impressione sbagliata… ma non ho mai illuso nessuna. Sono sempre stato chiaro sulle mie intenzioni. Non ho bisogno di belle parole per conquistare una ragazza, sono loro a venire da me. Forse siamo partiti con il piede sbagliato, e lo ammetto, mi sono comportato da stronzo. Ricominciamo? Io sono Davis, piacere."
Rimango un po’ spiazzata. Devo ammettere che non ha tutti i torti. Inoltre, non lo conosco davvero. Non posso giudicare un libro dalla copertina. Non sarebbe da me.
"Hai ragione. Ho sbagliato a giudicarti senza conoscerti. Io non conosco te, e tu non conosci me. D’accordo, ricominciamo. Io sono Beatrice." Gli stringo la mano, un po’ imbarazzata, ma con la sensazione di aver fatto la cosa giusta.
Lui sorride, e non posso fare a meno di notare la tenera fossetta che si forma sul suo viso.
"Bene, adesso che siamo amici… che ne dici di rientrare? Qui fuori è bellissimo, ma fa freddo, e tu non sei vestita per questa temperatura." Mi fa l’occhiolino e, senza lasciarmi il tempo di replicare, mi prende per mano e mi guida verso l’ingresso.
Il mio cuore scoppia di felicità. Guardo le nostre mani intrecciate, e per poco non tremo. Un uragano di emozioni mi invade.
Rientriamo alla festa. Davis ancora mi tiene per mano. Sento su di noi gli sguardi curiosi di tutti, e sono certa che il mio viso stia andando a fuoco. Non ho mai provato un tale imbarazzo. Decido di ignorarli e continuo a camminare.
A un tratto, qualcuno mi si lancia addosso, costringendo Davis a lasciarmi la mano.
"Oh Bea! Ci hai fatto prendere un colpo! Ti abbiamo cercata ovunque. Non fare mai più una cosa del genere!"
È la mia migliore amica. Mi abbraccia e io ricambio, affettuosa. A volte sembra una mamma iperprotettiva.
"Scusa se ti ho fatta preoccupare… avevo solo bisogno di un po’ d’aria. Sono uscita a passeggiare nel giardino e non mi sono accorta del tempo che passava. Prometto che non succederà più, mammina."
Le sorrido ironicamente. Lei mi risponde con un sorriso e una gomitata scherzosa, poi si avvicina e mi sussurra:
"Dopo mi racconti tutto, eh. Che sta succedendo tra voi due?"
Inizia a muovere le sopracciglia in modo buffo, e io vorrei solo sprofondare. Lascio una rapida occhiata a Davis e arrossisco."Non sta succedendo niente. Siamo partiti col piede sbagliato e abbiamo deciso di essere… civili. Tutto qui" sussurro, cercando di non farmi sentire da lui.
Lei mi guarda con aria maliziosa.
Ci mancava anche lei con i suoi film mentali. Come se la situazione non fosse già abbastanza imbarazzante."Ora che sei tornata, andiamo a scatenarci! Magari rimorchiamo qualche bel fusto!"
Ah, Vittoria e il suo tempismo perfetto. Decido comunque di seguirla. Prima, però, restituisco il giubbotto a Davis.
"Grazie per prima, Davis. Ora, se non ti dispiace, vado con la mia amica, prima che mi trascini con la forza. Ci si vede in giro, ok?"
Gli sorrido e mi allontano senza lasciargli il tempo di rispondere.Ho bisogno di stargli lontano per un po’, altrimenti rischio un arresto cardiaco. Le sensazioni sono troppo forti, troppo contrastanti… e il mio povero cuore non reggerebbe.

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Il centro di tutto
RomanceBeatrice è all'ultimo anno di superiori. È bella, solare, e sa esattamente cosa vuole dalla vita. Al suo fianco c'è Vittoria, la migliore amica conosciuta cinque anni fa tra i banchi di scuola, diventata da allora la sua seconda metà. E poi c'è lui:...