28 Giorni - Roger's Party

469 39 62
                                    

Shanks, come da programma, non ha un vestito buono per le occasioni importanti: lo ha cercato in lungo e in largo per tutta la casa, in ogni armadio e in ogni cassettiera, ha cercato perfino nella lavatrice, elettrodomestico ormai inutilizzato da anni. Ha messo sotto sopra ogni oggetto, ogni stanza, lanciando tutto a terra o in qualche angolo polveroso. Niente, solo imbarazzantissime magliette con disegni e stampe ancora più imbarazzanti.

Disperato, si ritrova a chiamare la sua lavanderia preferita nella speranza di aver dimenticato li qualche capo di abbigliamento che si avvicinasse anche solo lontanamente al concetto di elegante, ma nulla neanche li. Secondo gli standard che gli aveva elencato Enel sul codice di abbigliamento da festa, non aveva assolutamente nulla da mettere.

<< Situazioni disperate richiedono misure disperate >> mormora tra sé e sé, quindi opta per mettersi addosso il solito completo, solo un po' più pulito. E inoltre dovrà dare una pulita anche a sé stesso, una bella pulita.

Ci mette quasi due ore a prepararsi – un po' perché la camicia non ne voleva sapere di asciugarsi, un po' perché non trovava una spazzola- ma alla fine riesce ad uscire di casa in tempo per raggiungere il tanto agognato pub. Quando ci arriva però è in ritardo.

Si ferma davanti all'ingresso, specchiandosi nella vetrata della porta, sentendosi in gran forma e in grado di soddisfare le aspettative di Enel in fatto di abbigliamento, poi varca la soglia, pregando che il suo capo non prenda il ritardo come un'offesa personale.

Il posticino è molto accogliente, dagli interni moderni e ampi, luminosissimi per l'occasione. Nell'aria un odore familiare gli risveglia tutti i sensi, l'odore agrodolce di birra appena spillata.

In lontananza vede i suoi amici. Appende dunque il cappotto ad un attaccapanni lì vicino e, rubando da un piatto uno stuzzichino al formaggio, si avvicina al gruppo con passo baldanzoso.

La tavolata che Roger ha prenotato occupa la maggior parte del locale e a capotavola ovviamente è seduto lui, il grande capo, contentissimo di vederlo lì e vestito impeccabilmente. Perfino i lunghi baffi arricciati sono tirati a lucido.

Roger si alza, salutandolo allegramente e abbracciandolo come solo due amici possono fare in pubblico, poi gli mette nella mano un boccale colmo di birra, indicandogli un posto vuoto proprio accanto alla sua destra, vicino a Yasopp.

<< Sai amico, devo dire che mi hai stupito questa sera. Una sola ora di ritardo e qualcosa che non puzzi addosso. Stai diventando un bravo ometto >> esclama l'amico divertito, facendogli un occhiolino.

Shanks sogghigna e lo colpisce amichevolmente alla spalla, qualche goccia di birra che esce dal boccale macchiando la tovaglia color crema. Il rosso è cosciente di non essere tutto questo granché in confronto agli altri ma si sente comunque a proprio agio. Vede Enel sul fondo della tavolata, intento a bere acqua, e gli alza il pollicione compiaciuto, ma lui si limita ad alzare le spalle, nascondendo un sorriso.

<< Avete già ordinato? >> domanda Shanks al suo altro vicino di tavolo, che gli risponde con voce tutt'altro che entusiasta. La persona in questione è il figlio diciottenne del capo che, esattamente come quando era piccolo, non pare divertirsi per nulla.

E' sempre stato un ragazzetto difficile lui, il caro vecchio Ace, sin da quando Roger e Rouge, molto occupati entrambi, lo lasciavano a casa sua in modo che il rosso potesse fargli da babysitter. Shanks ricorda di aver sempre fatto di tutto per farlo ridere ma che non ci è quasi mai riuscito anzi, crede di aver suscitato nel ragazzo soltanto odio alla fin fine.

<< Allora, avete ordinato o no? >>

Il ragazzo con le lentiggini si limita ad annuire e ad ingoiare un sorso di uno strano cocktail colorato di cui Shanks non sapeva il nome, poi si volta per parlare animatamente con un altro uomo. Shanks lo riconosce subito: è un suo collega, ma è talmente sommerso di lavoro che raramente trova il tempo di lasciare l'ufficio. Si chiama Marco ed è un tipo silenzioso e riflessivo, in grado di rispondere ad un'intera conversazione solamente a monosillabi. Eppure con Ace si sta lasciando andare, pronuncia addirittura frasi che contengono più di tre parole, un fatto che lascia il rosso piuttosto sconvolto, ma la vera cosa sconvolgente è che Ace con lui ride, una risata vera e gioiosa, una risata che Shanks non si permette di interrompere.

30 Giorni [ShanksxBuggy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora