Buggy sta pelando le carote per la cena quando il campanello di casa sua prende a trillare con insistenza. Stranito, si pulisce le mani nel grembiule che indossa, poi corre ad aprire, ritrovandosi davanti Shanks.
Non lo aspettava, Buggy, ma quando lo vede non si sorprende più di tanto. Ormai ha fatto l'abitudine a quell'uomo bizzarro, e alle sue visite fuori orario.
Quella sera, oltre alla presenza di Shanks, c'è un altra cosa strana: Buggy non indossa nessun tipo di trucco. Ha il volto pulito, non porta nemmeno il solito rossetto o il naso rosso, sembra una persona del tutto differente dal solito.
Shanks sorride imbarazzato quando Buggy gli fa cenno di entrare e di accomodarsi sul divano, lo stesso divano sul quale la sera precedente il clown lo ha bellamente respinto. Il rosso cerca di non pensarci troppo, ma il ricordo è ancora vivido e ben impresso nella sua memoria.
Buggy gli serve un bicchiere di acqua fresca e fa per tornare in cucina, intenzionato a levarsi di dosso la tenuta da cucina e a darsi una piccola sistemata, ma il rosso non glielo permette anzi, gli afferra un polso con gentilezza e determinazione allo stesso tempo, poi prende a fissarlo con lo sguardo più serio che Buggy gli ha mai visto fare.
<<Dobbiamo parlare >> dice, e Buggy viene scosso da un brivido.
<<Di cosa? >> risponde quindi, deglutendo rumorosamente. Ha paura, Buggy. Non ha idea di dove quella conversazione li porterà, e ormai è cosa risaputa che le situazioni imprevedibili non sono certo le preferite del clown.
<<Buggs, devo dirtelo io, oppure riesci ad arrivarci da solo? >>
Buggy inarca un sopracciglio, facendo un bel respiro. Vuole dare in taglio alla loro storia? Ma quale storia poi? Nessuno dei due ha mai detto che tra di loro ci fosse qualcosa di più che non una semplice, ed innegabile, attrazione fisica.
<<Stai insinuando che potrei non essere abbastanza intelligente per rispondere? >> chiede quindi il clown, nella speranza di cambiare discorso. Shanks però non è uno stupido, cosa che Buggy continua a dimenticare, e poggiata la mano sul fianco gli intima di smetterla di continuare ad evitare di affrontare il problema.
Il fatto è che Buggy non sa come fare.
<<Potresti almeno guardarmi in faccia? >>
Il clown sobbalza, e si rende conto che dal suo arrivo non ha fatto altro che tenere lo sguardo incollato al pavimento oppure ad un punto non ben preciso del muro alle spalle del rosso, tutto pur di evitare un contatto visivo diretto.
Dopo la conclusione al quale è arrivato la sera prima, dopo aver finalmente ammesso di essere innamorato, teme che anche un semplice sguardo possa farlo sciogliere come un panetto di burro sul fuoco.
Shanks, invece, è calmo e paziente. Non gli tremano le mani, e la sua fronte non è imperlata da piccole goccioline di sudore. Ha la determinazione stampata in volto, la serietà di una persona che sta combattendo per qualcosa di importante, di una persona che la sua battaglia la vuole vincere a tutti i costi.
Attende che Buggy alzi da se lo sguardo, non lo costringe, e quando finalmente riesce ad incrociare il suo sguardo, il suo volto si distende in un sorriso dolce.
Buggy è troppo agitato, chiunque a vederlo potrebbe capirlo. Sente un groppo in gola, gli manca quasi il fiato e il suo cuore batte all'impazzata. Tutta quella serietà non si addice ad uno come lui,ad uno come Shanks. Tra di loro, si dice, è meglio quando ci sono battute, frecciatine e scherzi stupidi.
<<Buggy, tu mi piaci >>
Ed eccola lì, la bomba. La frase sempre sottintesa e mai detta. Quelle tre parole che entrambi morivano dalla voglia di pronunciare ormai da troppo tempo, quelle tre parole che hanno il meraviglioso potere di trasformare qualcosa di fin ora solo immaginato, in qualcosa di bellissimo e reale. Tu mi piaci.
Il clown deglutisce ancora, tenta di sdrammatizzare << Anche tu mi piaci, sei un caro amico dopottuto e ... >>
<<Non in quel senso, Buggy. Tu mi piaci >>
Per Shanks è facile esternare i propri sentimenti, è in grado di rivelarli con una leggerezza che Buggy gli invidia e che vorrebbe possedere, questo perchè il clown non è abituato ad essere ricambiato, ad essere amato, e non sa come comportarsi, come eliminare la paura che lo attanaglia e che lo porta a tenere tutti a debita distanza. Non lo sa Buggy, come fare avvicinare qualcuno.
Quel"tu mi piaci" continua a risuonare nella sua mente, a rimbalzare come una pallina nella sua scatola cranica, impedendogli di formulare un pensiero lucido.
Ci sono così tante cose che vorrebbe dire, domande che vorrebbe porre,conferme che vorrebbe sentirsi dare, ma dalla sua bocca esce solamente un "perchè?" appena sussurrato.
<<Perchè se mischi il blu e il rosso viene fuori il viola. Non trovi sia un colore bellissimo? >>
Quella battuta stupida, al limite del ridicolo, è abbastanza per smorzare la tensione ed alleviare la pressione dal petto di Buggy, che si lascia finalmente andare ad una risata.
<<Sei un vero stupido >>
<<Lo hai sempre saputo. Ma ora dimmi, tu? >>
<<Io cosa? >>
<<Non vuoi dirmi niente? >>
Buggy sa che quello è il momento. Ci sono due cose che può fare: mandare tutto all'aria, perdendo la possibilità di essere felice con una persona splendida e che, misteriosamente, prova dei sentimenti importanti per lui; oppure raccogliere tutto il coraggio accumulato in trent'anni di vita, e fare un passo verso quella felicità che agogna tanto, e per Buggy la strada da prendere è ormai chiara.
<<Anche tu >> dice, scandendo bene ogni parola << Anche tu mi piaci >>
Il volto di Shanks si illumina << Davvero? >>
<<Ti sembra che io possa scherzare su una cosa del genere? >>
Buggy sente il rosso sospirare per il sollievo e poi un braccio che gli si stringe attorno, in un abbraccio al quale lui si lascia andare più che volentieri. Il clown sta per dire qualcosa, ma un brontolio proveniente dallo stomaco di Shanks lo interrompe sul nascere.
<<Buggy, se ti chiedo una cosa, prometti di non arrabbiarti? >>
<<Posso provarci, ma non ti prometto nulla >>
<<Ho fame, puoi farmi qualcosa da mangiare? >>
<<Shanks, sai benissimo dove sta il frigo. Hai le mani, fatti un panino e mangia. Solo perchè sai che mi piaci questo non ti autorizza a startene in panciolle a casa mia >>
Buggy sente il mento di Shanks poggiarsi sul suo capo. << La mano, Buggy. Ho una mano. Quando imparerai? >>
Dopo aver cenato – con un piatto a base carne e verdure preparato dal povero Buggy – i due si gettano a capofitto sul divano a guardare la televisione, incuranti dei piatti sporchi e del pavimento della cucina ancora da spazzare, ma niente attira la loro attenzione, e tutti i programmi in onda sono noiosi e banali.
<<Sai Buggy, oggi è mercoledì >>
<<Quindi? >>
<<Si dice che il mercoledì sia il giorno della settimana in cui sono più probabili i tradimenti dei partner. Tu tradiresti mai qualcuno?>>
Buggy alza gli occhi al cielo, e poggia la testa sulla spalla di Shanks <<Forse questa sera potrei tradire la mia verginità. Tu, invece? >>
<<Dopo la tua risposta? Tradirò definitivamente il mio scarso autocontrollo >>
<<A questo punto, immagino non ci resti che tradire i nostri ideali insieme >>
<<Direi che non ci resta niente da fare se non questo >>
E mentre le luci del salotto si spengono, la porta della stanza di Buggy si spalanca con un boato.
Il resto è amore, semplicemente amore.
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30 Giorni [ShanksxBuggy]
FanfictionShanks è un avvocato; le sue passioni sono bere e poltrire tutto il giorno. Buggy è un barista; si trucca da clown e nel suo tempo libro fa il casalingo. Una scommessa porterà questi due mondi completamente diversi ad unirsi.