Il bar dove lavora Von Clay è aperto ventiquattro ore su ventiquattro e Buggy spesso si chiede come faccia l'amico ad essere sempre così esuberante con quei turni massacranti e ai ritmi con cui è solito lavorare, ma la risposta che riceve non è mai soddisfacente.
Anche lui vorrebbe essere contento del suo lavoro e avere lo stesso entusiasmo, essere felice quando un cliente varca la soglia e accoglierlo con un sorriso caloroso, ma ogni volta che vede la porta aprirsi vorrebbe solo andarsene il più in fretta possibile; Alvida poi, a differenza di Ivankov che ama letteralmente i suoi dipendenti, non c'è mai e le poche volte che è presente – ovviamente o quando Buggy decide di staccare prima o alle occasioni importanti – non la smette di rimproverare tutti con quel suo tono saccente.
Von-Chan lo accoglie come sempre, con un enorme sorriso e un benvenuto sincero e disarmante, mentre Buggy invece, al solito, si lascia cadere inerte su uno sgabello, fra le mani il cappello di paglia che ha raccolto da terra quel fatidico giorno in cui ha rivisto quell'uomo nel suo locale.
<< Mi hai fatto venire un infarto, yo >> lo rimprovera però Von-Chan, colpendolo con uno straccio umido << Dal messaggio che mi hai mandato pensavo fosse una cosa urgentissima, yo. Che stavi morendo o che avessi un problema di salute. Invece sei sano come un pesce a quanto vedo, yo >>
<< Non fare il melodrammatico >> sbuffa il clown, scostandosi dal viso una ciocca di capelli ribelle, poi prende a raccontare con verve il vero motivo per cui ha richiesto un meeting speciale con l'amico sebbene quello non sia uno dei giorni in cui sono soliti vedersi.
Buggy indica il cappello, l'espressione intristita << Quel tizio, tu sai quale, lo ha lasciato al pub qualche sera fa >>.
Von- Chan gli strappa l'indumento di mano e inizia a rigirarselo fra le dita come un giocoliere esperto << Si, lo riconosco. È senza dubbio il suo, yo >>
<< Grazie, mister ovvietà >>
<< Ah-ah, il solito simpaticone, yo. Ma dimmi, qualche sera fa ... >> e lascia la frase in sospeso per permettere al clown di finire il racconto. Gli dice della festa organizzata da quell'uomo con dei baffi esageratamente pomposi, della grande tavolata imbandita, delle occhiatacce severe di Alvida e infine del rosso e della loro conversazione bizzarra che si è conclusa in maniera spiccia e senza un senso logico.
<< Capisci che intendo? Prima mi invita ad un appuntamento, poi lo disdice dieci minuti dopo e mi smolla questo cappello. >>
Ma a Von Clay è tutt'altra la cosa a cui è interessato << Appuntamento? >> esclama estasiato, sbattendo le ciglia come una drag queen << Raccontami tutto, yo >>.
Buggy vorrebbe ricordargli che non è quello il punto, che il nocciolo della questione è un altro, ma o sguardo curioso dell'amico gli fa tornare in mente il modo bizzarro in cui l'uomo gli ha chiesto di uscire, e senza volerlo arrossisce violentemente.
<< Sei un pettegolo >> borbotta, controllando a fatica la voce << Comunque mi aveva invitato a mangiare al Baratie. Poi ha detto che non se ne faceva nulla perché non poteva pagare la cena, o qualcosa di smile >>
Von Clay si mette in posa per riflettere – perché Von Clay assume pose osé oppure molto vistose per qualsiasi cosa, e c'è da sottolineare quel qualsiasi – poi arriva finalmente l'epifania.
<< Oh >> trilla, sbattendo le braccia agitato << Non so nulla di festa né niente, yo. Ma i suoi amici sono venuti qui ieri sera, senza di lui. Hanno parlato di licenziamento, yo. Un certo Shanks è stato licenziato in troco, ed immagino sia il tuo uomo >>
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30 Giorni [ShanksxBuggy]
FanfictionShanks è un avvocato; le sue passioni sono bere e poltrire tutto il giorno. Buggy è un barista; si trucca da clown e nel suo tempo libro fa il casalingo. Una scommessa porterà questi due mondi completamente diversi ad unirsi.