22 Giorni - Plans That End In Disaster

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Buggy ha dovuto pensarci a lungo prima di seguire il consiglio di Von Clay. Ha dovuto scacciare via il pensiero fasullo di non voler avere nulla a che fare con quello Shanks, con il suo mondo, con i suoi amici, perché la verità è che un pochino ci tiene a lui, e si sente quasi in dovere di controllare come se la sta cavando.

Quello che prova è un sentimento un po' contraddittorio, come contraddittoria è spesso la sua personalità, ma Buggy è un bravo ragazzo infondo e non lascerebbe mai nel proprio brodo una persona in difficoltà, non sempre per lo meno.

Coraggio Buggy, si dice, non è così difficile no? Devi solo fare un paio di metri e attraversare quella porta girevole, poi sei arrivato.

La porta girevole, il solo pensiero lo nausea. Non è abituato a questo genere di cose lui, è abituato alle vecchie e classiche porte di legno scheggiate e scardinate del suo condominio, a quelle malandate del pub dove lavora o a quelle di ferro glitterate del Kamabakka, quelle che sembrano reggersi in piedi per miracolo, le porte delle persone comuni, non come quella maledetta, la porta che conduce al mondo dei ricchi e dei benestanti.

Tira un sospiro e si arma di tutta la sua buona volontà, poi colma la distanza che lo separa dallo studio legale di Gol D. Roger, attraversa la porta, e si reca verso quella che sembra la reception di un hotel di lusso dove una donna, bellissima e con lunghi capelli biondo dorati e il viso affilato, sta seduta composta con in mano un plico di fogli uniti da una graffetta.

Buggy non può fare a meno di ammettere che è dannatamente bella ed elegante, prima di attirare la sua attenzione con un colpo di tosse.

La donna alza lo sguardo, ripone il plico in un cassetto pieno di altri documenti e poi poggia i gomiti sulla scrivania, mettendo in evidenza un seno prosperoso che a malapena riesce ad essere contenuto nella camicetta nera, un seno che a Buggy non interessa poiché il suo sguardo si sofferma sulla targhetta che la donna porta sulla camicia e che recita il nome Kalifa.

<< Salve, benvenuto allo studio legale gestito dal Signor Gol D. Roger. Necessita della consulenza di uno dei nostri avvocati? Posso darle un appuntamento se vuole >>

<< Più o meno >> si limita a dire, mentre pensa a come formulare una frase decente e con una grammatica corretta, all'altezza del posto in cui si trova. << Desidererei parlare con una persona che lavora qui. Voglio dire, non esattamente quella persona, ma con uno dei suoi colleghi. La persona in questione è un uomo alto e con i capelli rossi, braccio sinistro mancante, cappello di paglia, ha presente? >>

Lei sembra doverci pensare un po' su prima di collegare i pezzi e lasciarsi andare in un sospiro vagamente irritato. << Non mi pagano abbastanza per questo >> borbotta alzandosi, poi lo conduce al di là di una doppia porta enorme e infondo ad un corridoio tappezzato di diplomi e quadri di gente strana con addosso parrucche bianche ancora più strane, infine lo fa accomodare in una piccola stanza dall'arredamento minimalista e con un tavolo rotondo posto proprio al centro.

<< Si sieda qui e aspetti. Mando a chiamare le persone che sta cercando >>

<< Si, certo, Grazie per la disponibilità >> ma non fa in tempo a finire la frase che la donna ha già richiuso la stanza e Buggy si ritrova solo con i suoi pensieri.

La sedia su cui è seduto è scomodissima, senza braccioli cui appoggiarsi, e dopo quasi un ora di attesa inizia a dolergli il fondoschiena, tanto che è costretto ad alzarsi e a fare una camminata per far passare il fastidio.

Mentre si risiede, ecco fare il loro ingresso la banda del rosso al completo, tutti intenti a chiacchierare tra di loro con spensieratezza, in un vociare confuso di cui Buggy capisce poco niente, vociare che si spegne di colpo quando gli sguardi di tutti si incrociano con il suo, vagamente spaesato.

<< Ehm ... Salve? >> balbetta il clown, ma nessuno pare intenzionato a farsi avanti, a stringerli la mano, o a fare qualsiasi cosa gli avvocati facessero nell'incontrare un cliente. Anche se Buggy non è esattamente un cliente, ma quelli sono solo dettagli.

<< Salve? >>

Ancora nessun segno di vita. Forse non capiscono la sua lingua e ... Buggy per amor del cielo, piantala di pensare a cose inutili, certo che ti capiscono, datti una mossa e fai quello per cui sei venuto.

<< Mi chiamo Buggy. >> si presenta, con voce il più ferma possibile << E sono qui perché vorrei parlarvi di Shanks. Mi è stato detto che non lavora più qui e che da qualche giorno non si hanno sue notizie. Volevo informarvi che potrei avere trovato una traccia di lui ... >>

<< Ma tu sei quello del bar! >> esclama uno di loro, interrompendolo. Ha i capelli rosso scuro, di un rosso diverso da quelli di Shanks, e un tono di voce troppo squillante per uno che lavora in uno studio legale. << Sei quello che ha cercato di rimorchiare >>

Buggy, deglutendo rumorosamente e ricacciando indietro una serie di insulti, si costringe ad annuire pacatamente e con educazione.

<< Di cosa stavi parlando, scusa? >> chiede di nuovo il tipo, mentre tutti si accingono ad accomodarsi al tavolo a loro volta e la pazienza di Buggy entra in modalità risparmio energetico per evitare che si esaurisca.

<< Dicevo che potrei sapere dove si trova. >> riprende, i pugni serrati << Avete presente il ristorante Baratie? Il cameriere sonnambulo che lavora li dice che il vostro amico ora è un suo collega e ... >> e viene di nuovo interrotto.

<< Shanks fa il cameriere? >>

<< E' così disperato da lavorare in un ristorante come cameriere? >>

<< Non vedo dove sia il problema >>

<< Lucky, guarda che non può mangiare gratis come pensi tu >>

<< Non può? E allora che ci è andato a fare là? >>

<< Ce lo stiamo chiedendo tutti! >>

Buggy sente che anche il risparmio energetico sta per terminare e il nervosismo in lui è in continua crescita, talmente tanto che dopo aver sentito un altro paio di quelle che lui reputa stronzate, si alza di scatto colpendo un tavolo con un pugno.

<< Ehi! >> grida, attirando l'attenzione << Non so voi, ma io non mi sono fatto dei chilometri a piedi per sentire le cazzate di Tina Turner con i dread, Pink con la tinta sbagliata, Vin Diesel obeso e George Clooney versione poraccio, quindi smettetela di parlare a vanvera e lasciatemi finire perché ho fame, queste sedie mi stanno facendo venire il culo quadrato e voglio andarmene da questo posto il prima possibile perché ho paura che possiate attaccarmi la vostra stupidità >>

Cala un silenzio tombale, interrotto solo ogni tanto dal respiro fievole dei presenti.

<< Ma ... Perché devo essere io Tina Turner? >> domanda l'uomo con i dread al resto del gruppo, che scoppia a ridere.

<< Ecco che ci risiamo. Concentratevi, per favore. Non è questo il punto! >>

<< E allora qual è? >> domanda l'uomo con la coda di cavallo.

<< Il punto è: non volete andare a trovare il vostro amico? Perché se così fosse potremmo andare tutti assieme. Voi potrete prenderlo per i fondelli per il suo nuovo lavoro sottopagato e io potrò assicurarmi che sia vivo e ... che non sputi nel mio piatto >>

L'idea proposta dal clown sembra essere apprezzata da tutto il gruppo, per cui dopo aver discusso a lungo sul come e sul quando, il piano viene approvato all'unanimità: si ritroveranno tutti l'indomani nel parcheggio del ristorante alle ore otto in punto, e Buggy è finalmente libero di lasciare quell'enorme struttura e di respirare aria non viziata.

30 Giorni [ShanksxBuggy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora