30 Giorni [ShanksxBuggy]

14 Giorni - Surprise

Nella lista di cose che Buggy odia - in primis quelli che prendono in giro il suo naso da clown o i suoi abiti - il secondo posto è permanentemente occupato dal disordine, casa sua infatti, si è sempre distinta da quella dei suoi colleghi per un ferreo regime di pulizia e ordine costante, ma quel giorno particolare pare quasi che un tornado si sia abbattuto su di lui, mettendo tutto all'aria.

La scorsa nottata, dopo uno stressante turno lavorativo finito in tragedia, e dopo essere rincasato più tardi del solito, Buggy si è reso conto che potrebbe seriamente non rivedere più Shanks, ragion per cui, raggiunta la cucina, si è riempito un primo bicchiere di vino, bicchiere che poi ha finito con il trasformarsi in un'intera bottiglia che lo ha portato, poco dopo, a dare di matto e a cercare per tutta la casa oggetti che sapeva di non possedere più.

Il momento peggiore, quello dove veramente ha toccato il fondo, è stato quando, al sedicesimo bicchiere, si è messo a frignare per delle stupide lettere che un suo vecchio compagno di scuola, palesemente gay, gli aveva scritto per dichiararsi, lettere che ovviamente lui non conservava più, lettere che aveva direttamente bruciato con un accendino davanti agli occhi stessi di quel ragazzo.

Ora, il mal di testa da dopo sbronza si fa sentire prepotente, e Buggy non può fare a meno di pentirsi della sua condotta immorale. Armato quindi di detergenti vari, stracci, scope, mocci e sensi di colpa, una bandana legata in fronte, inizia immediatamente a ripulire da capo a piedi il casino che lui stesso ha combinato. Per l'occasione ha perfino indossato quel ridicolo grembiule rosa regalatogli da Von Clay per il suo compleanno.

Non fa nemmeno in tempo a prendere la paletta, che il campanello di casa inizia a trillare, facendolo innervosire.

Imprecando in tutte le lingue a lui conosciute, senza preoccuparsi minimamente del proprio abbigliamento, si affretta ad aprire, ritrovandosi di fronte l'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento.

Buggy spalanca gli occhi in preda al terrore, la mente una tabula rasa che non riesce a connettere neanche mezzo pensiero: cosa ci fa lui alla sua porta? O meglio, come fa a sapere dove abita? E ancora, perché sta sogghignando in quel modo inquietante e i suoi occhi non ne vogliono sapere di guardare altro se non il suo grembiule?

Sono vestito come un clown, si dice, inorridendo. E per l'agitazione chiude di colpo la porta in faccia al visitatore, emettendo un gridolino, sperando che tutto sia solo un brutto incubo.

<< Buggy? Si può sapere cosa stai facendo? >>

La domanda arriva ovattata alle orecchie del clown, che non riesce a pensare. Vorrebbe comportarsi da bravo padrone di casa, accoglierlo con un sorriso e magari servirgli una bella tazza di tè fumante, e forse lo farebbe anche, se solo la persona dietro la porta non fosse Shanks, lo stesso Shanks al quale messaggio non ha mai risposto.

Ansioso come non mai, si sfila di dosso grembiule e bandana bianca per poi gettarli in uno dei cassetti del comodino vicino all'ingresso e poi, con velocità impressionante, raccoglie tutta l'immondizia che le sue braccia gli consentono di trasportare, per infilarla in un grosso sacco dell'immondizia nero, che getta nel ripostiglio.

Una volta terminata l'operazione, con la mano sulla maniglia della porta di ingresso, Buggy si prende ancora un istante per chiedersi se sia il caso o meno di aprire. Shanks lo fa sentire strano, lo mette quasi a disagio con quel suo comportamento ironico ed imprevedibile.

Le buone maniere però prendono il sopravvento, scavalcando i suoi ragionamenti interiori, e non appena la porta si apre, i suoi occhi possono posarsi nuovamente su quelli verdi di lui.

<< Era ora! >> esclama Shanks, quasi si conoscessero da una vita e quella fosse una normale visita di routine ed entrando nell'appartamento senza neanche essere stato invitato << Credevo volessi lasciarmi fuori. Comunque, peccato per il grembiule >>