Sono le due passate quando Shanks rientra nel suo appartamento, stanco e con un dolore lancinante ai piedi e ai muscoli della spalla buona. Dolore a parte è stata una serata produttiva alla fin fine: si è riappacificato con i suoi vecchi amici e colleghi, anche se, convincerli che l'unico motivo per il quale ha deciso di allontanarsi da loro è stata la disperazione del voler tagliare i ponti con quella vita che non avrebbe più riavuto indietro, è stata un'impresa titanica.
Gli è dispiaciuto l'aver saputo che Buggy aveva lasciato il tavolo nel momento in cui lui è tornato in cucina per prendere gli ultimi piatti, ma quando Yasopp gli ha consegnato quel tovagliolo e i suoi occhi stanchi hanno messo a fuoco quell'insieme di cifre sconosciute, un sorriso sollevato lo ha fatto tornare di buon umore.
Disteso sul proprio letto con ancora addosso i vestiti usati per la serata, Shanks pensa al clown. Non avrebbe mai immaginato che una scommessa fatta così, su due piedi, avrebbe potuto trasformarsi in qualcosa del genere, in qualcosa di importante e ricorrente, in qualcosa che lui vuole diventi al più presto la quotidianità, qualcosa di fisso. Perfino un cieco avrebbe potuto accorgersi di quell'intesa, di quell'alchimia che si è creata tra loro due e Shanks è certo che Buggy provi gli stessi sentimenti nei suoi confronti, glielo ha letto nello sguardo quella sera. Se fossero stati da soli non si sarebbe trattenuto e alla prima stuzzicata si sarebbe fiondato su di lui senza pensarci due volte, avrebbe intrecciato le dita fra quei capelli azzurri e ...
<< Maledetto Rockstar. Rovinare così l'atmosfera >> sbotta, voltandosi su un fianco.
Da quella serata comunque ci aveva guadagnato non solo un numero di telefono, ma anche un pacco di birre da dodici, regalo di un Lucky stranamente generoso, pacco che ora sta ai piedi del suo letto in attesa di essere consumato.
Vuole chiamare Buggy, ecco cosa vuole fare. Probabilmente starà dormendo, domani dovrà forse lavorare, ma dopo una lunga giornata passata a servire clienti scontrosi, a coprire i tavoli di quello scansafatiche di Zoro e a sopportare le lamentele dei suoi amici, comporre quel numero è l'unica cosa che può salvare quel poco di sanità mentale che gli resta.
Sfila dalla tasca dei pantaloni il cellulare e memorizza in fretta il numero scritto sul tovagliolo, salvandolo in rubrica con il soprannome di "Bellissimo Idiota", poi preme sul tastino verde della chiamata e attende che qualcuno risponda.
Sono quasi le tre di notte quando Buggy si risveglia di soprassalto a causa del trillo della suoneria orribile del suo cellulare: si ripromette sempre di cambiarla con una melodia più piacevole o più moderna, ma se ne dimentica quasi subito.
Stropicciandosi gli occhi con i dorsi delle mani, afferra il cellulare dal comodino, pronto a mandare a quel paese chiunque sia il pazzo che lo disturba a quell'ora immonda della notte.
Potrebbe trattarsi di Von Clay però, forse vuole essere messo al corrente dell'andamento che ha preso la serata al Baratie, di cosa si sono detti lui e il rosso, ma invece della voce dell'amico, quella dall'altra parte del ricevitore è diversa, stanca ma calda e profonda.
Ci mette un attimo a riconoscerne il proprietario, intontito ancora com'è dal sonno, ma quando finalmente riesce a collegare i pezzi del puzzle sgrana gli occhi per la sorpresa.
<< Sono le tre di mattina, per l'amor del cielo >> esclama quindi, senza nemmeno degnarsi di salutare mentre Shanks, dall'altra parte ride.
<< Lo so >> dice, e Buggy può immaginarselo, disteso sul letto, a sorridere al vuoto << Lo so, ma volevo ringraziarti per avermi dato il tuo numero. >>
<< Alle tre di mattina? Sai dove puoi mettertelo quel numero? Insieme al cavolo che me ne frega! Voglio dormire, imbecille che non sei altro ma tu me lo impedisci perché mi stai importunando con quella tua voce petulante >>
<< Su, su, non fare il drammatico >> ridacchia il rosso << Se fai il bravo, stanotte ti prometto che sognerò il tuo bel naso >>
<< IO TI AM... >>
Buggy sta per inveire prepotentemente contro l'uomo, ed è già pronto a sciorinare tutti gli insulti che fanno parte del suo vocabolario ma, prima ancora che possa aprire bocca, il rosso mette giù la chiamata.
Qualche secondo dopo, la suoneria del cellulare lo avvisa dell'arrivo di un messaggio, messaggio che una volta letto gli fa perdere subito le staffe.
Stavi per dirmi che mi ami?
Buggy sbuffa, facendo volare via una ciocca di capelli celesti. Stavo per dire che ti avrei ammazzato a dire il vero. E non farmi continuare ad insultarti, testa vuota, perché la maggior parte delle cose volgari che so sono considerate illegali in svariati paesi. Ora dormi, stupido idiota.
Lancia il cellulare dall'altro lato della stanza, e quello atterra sulla poltrona davanti allo specchio. Buggy invece, con il cuore che gli martella nel petto, si gira su un fianco, poi su un altro, infine seppellisce il volto nel cuscino per soffocare un gridolino che è a metà strada tra la gioia e il nervoso.
Riaddormentarsi non sarebbe stato affatto semplice.
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30 Giorni [ShanksxBuggy]
FanfictionShanks è un avvocato; le sue passioni sono bere e poltrire tutto il giorno. Buggy è un barista; si trucca da clown e nel suo tempo libro fa il casalingo. Una scommessa porterà questi due mondi completamente diversi ad unirsi.