11 Giorni - Fight

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Come quasi tutte le sere di Novembre, anche questa è particolarmente  fredda.

La mano di Shanks, fermo immobile davanti al pub in attesa dell'arrivo  della persona che ama, e' ormai completamente intorpidita. Nemmeno affondare il viso nell'enorme sciarpa di lana che gli avvolge il collo serve a proteggerlo dal gelo invernale. Il freddo ormai arriva a sentirlo nelle ossa, motivo per cui inizia anche a pensare di essere troppo vecchio per fare certe cose, come attendere quel maledetto clown, che nemmeno si è degnato di avvisarlo del ritardo.

Ogni tanto saltella sul posto, Shanks, pur sapendo di apparire ridicolo agli occhi delle persone che gli passano accanto, e lo fa perchè non accetta la resa, non accetta il fatto che Buggy potrebbe non arrivare.

E'solo in ritardo, si ripete più volte.

E se anche fosse così, anche se dovesse arrivare ore dopo, anche se dovesse iniziare a piovere a dirotto, a nevicare, a grandinare, lui non demorderebbe. Rimarrebbe lì, in attesa.

La serata è quella giusta, ha deciso. Basta che Buggy si presenti all'appuntamento e poi lui gli confesserà tutto ciò che prova nei suoi confronti, metterà completamente a nudo i suoi sentimenti, perchè non lo vuole perdere, perchè dentro di se si è reso conto che Buggy è la persona giusta per lui, la persona del quale non riesce più a fare a meno, ma Buggy ancora non c'è, e ora nella mente di Shanks si affaccia il pensiero che sia troppo tardi.

Si guarda nervosamente attorno, la coda dell'occhio che cerca disperatamente di cogliere anche solo un piccolo frammento di una capigliatura del colore del cielo, ma tutto ciò che vede è una coppia che passeggia per la strada. Il ragazzo tiene una mano poggiata delicatamente sulla spalla della ragazza, mentre lei gli si stringe vicino, un sorriso raggiante, di quelli in grado di donare calore nelle giornate fredde come quella.

Si trova ad invidiarli Shanks, mentre immagina come sarebbe poter passeggiare allo stesso modo con Buggy. Sicuramente sarebbe romantico, ma di un romantico buffo, il solo tipo di romanticismo che due come loro conoscono. Buggy tirerebbe fuori tutto il suo repertorio di freddure, mentre Shanks cercherebbe invano di tenergli testa. Ci sarebbero state litigate, quello era certo, ma ci sarebbe stata anche tanta complicità. Non si terrebbero mai la mano, forse per paura, forse per imbarazzo, le lascerebbero penzoloni, ognuno al proprio fianco, non unite, ma nemmeno abbastanza distanti da non potersi sfiorare.

Shanks lo accompagnerebbe a casa, dove i due avrebbero continuato a parlare ininterrottamente per ore, incuranti del gelo attorno a loro, fino a quando Buggy, esausto, non lo avrebbe invitato a casa propria.

Shanks adesso trema, si accorge che la forza di rimanere lì, immobile,comincia a scemare. Vorrebbe entrare nel pub qualche istante, per scaldarsi anche solo un secondo, ma teme che nell'esatto momento in cui varcherà la soglia, Buggy arriverà e, pensando di aver ricevuto un due di picche, se ne vada infuriato.

La tentazione però è troppo forte.

Solo un attimo, si dice, farò in fretta.

Appena entra, una piacevole ondata di calore lo attraversa, la circolazione prende a scorrergli nuovamente nella mano, la sente prepotentemente fin sulle punta delle dita intirizzite.

Si sente subito meglio, ragion per cui tenta di tornare fuori, ma una cameriera dai capelli corvini e le labbra di un rosso brillante lo ferma, stringendogli lievemente l'unico braccio che possiede.

<<Lei è il signor Shanks, per caso? >>

Shanks le sorride blando, il solito sorriso che da sempre rivolge alle donne che lo approcciano, poi chiede chi vuole sapere se quello sia il suo nome e il perchè. Il fatto è, Shanks ha un paio di debiti ancora da saldare, sciocchezzuole a suo dire, ma che lo spingono ad andare in giro per la città quasi sempre in compagnia, per evitare di ritrovarsi legato ed imbavagliato nel cofano di qualche macchina sospetta.

30 Giorni [ShanksxBuggy]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora