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Non posso fuggire dai miei demoni, saprebbero sempre dove trovarmi. Devo prima risolvere questa cosa, il gruppo, mio padre, Love, le responsabilità. Tutti si aspettano che io risolva. Non posso tirarmi indietro e non devo scappare. Quando un giorno partirò sarà per arrivare lontano. Perché partire per scappare è come restare.


Il coglione ricco a fare il gangster sul divanetto del Gilda mi ha fatto fare tardi, è mezzanotte passata, arrivo in piazza rombando come un dannato per come mi è toccato spingere. Cisco e Massimo sono lì che fumano e fremono, li conosco, gli rode.

Spengo il motore e sfilo il casco.

Massimo mi arriva davanti e non si trattiene: «Oh, ma 'ndo cazzo stavi, eh? Sparisci e non mi dici dove stai. C'abbiamo un carico da spostare e un'ora de ritardo.»

Smonto e lo spingo indietro a palmo aperto contro il petto.

«Ho fatto un giro, abbassa la voce. Non siamo sposati, non ti devo dire dove vado.»

«Uagliune, state calmi e jamme.» Cisco s'è già incamminato.

Massimo la smette e tira fuori la chiave di una Passat. «L'ho fregata a zio Cecio ma la devo riportare prima dell'alba, muoviamoci.»

Nessuno dice più una parola, è sempre così quando facciamo un trasporto.

La Passat pare un carro funebre e ha gli ammortizzatori arrivati, quasi mi si spacca la schiena a starci dietro mentre Cisco guida come uno stronzo che le buche su 'sta strada di campagna le prende apposta per farci incazzare.

Accosta davanti allo sfascio nei pressi di Focene, non lontano dalle piste dell'aeroporto. Dobbiamo consegnare pezzi di ricambio per auto di lusso freschi di furto.

Cinque minuti e oltre il vetro si avvicina il nostro compratore abituale. Arriva col solito passo cadenzato che fa ballare centottantacinque centimetri di ladro, lo chiamiamo il Gommista.

Non è un gommista, è uno che traffica pezzi per auto da corsa e che si è guadagnato quel nome perché salda e smonta gomme con la velocità dei meccanici ai box nelle gare di Formula Uno. Non è nemmeno una cattiva persona, c'ha solo un grosso difetto.

Abbasso il vetro e lui mi parla attaccato: «Bella secco, ci hai parlato poi con Love?».

Sta in fissa con Lara. E assilla me per farli mettere insieme.

Massimo smonta insieme a Cisco e va ad aprire il portabagagli.

Gli apro la portiera addosso e lo costringo ad andare indietro. Mi pare già eloquente come risposta.

Massimo tira fuori i sacchi e Cisco glieli passa uno alla volta.

«C'è tutto, nun manca niente, bbuo' controllare? Tutta roba per Porsche e Mercedes.»

Mi appoggio alla fiancata e accendo una Camel.

Il Gommista ne apre uno e ci si affaccia dentro. «No, va bene, mi fido.» Si mette dritto sulla schiena e si fruga nelle tasche. Tira fuori una mazzetta di pezzi da cinquantamila e li sfoglia con la rapidità del prestigiatore. E intanto insiste: «Glielo hai chiesto a Love se si beve una cosa con me?».

Massimo lo sfotte: «Quella serve alcolici tutte le sere, e te la inviti a bere una cosa?».

Gli soffio fumo in faccia, manco lo guardo, «C'ha già uno, 'sto periodo. Un coglione ripulito che fa il barista. Non gliene serve un altro.»

«Infatti io mica faccio il barista. Casomai faccio il basista.» E ride della sua battuta.

«Dicevo un altro coglione.»

∞ nessuno muore per sempre ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora