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Sono a pezzi. Uno mi ha quasi sparato in testa e Love mi ha appena affettato l'anima. C'ho la faccia che mi brucia e lo stomaco sottosopra.

Mi sa che non la chiamo più, che per un po' non la rivedo, così sbollisce, così la lascio in pace. Già non mi sopporta, non voglio rischiare che alla fine mi odia. Non lei, non Lara. Il suo odio proprio non lo posso immaginare. Ma quel mafioso con la Vespa, quanto è vero Dio, lo ritrovo. Lo devo trovare, non posso rischiare che torna al pub.


Me la faccio a piedi mezzo barcollante, non sto dritto, sono sfasato. Uno stereo a cannone diffonde nell'aria una canzone di Ramazzotti. Sento le parole mentre cammino.

Fuggo dal nulla, da questa rabbia nera come una fogna; e vado in cerca di chi non sta dormendo eppure sogna...

Ho il disgusto, ma chi è che si ascolta ... e a pochi passi dal palo della luce dove ho legato la moto, lo vedo. C'ho la polvere dentro agli occhi e la terra addosso ma ancora so distinguere una Ferrari quando ce l'ho davanti.

È la 355 spider di Luis, parcheggiata accanto al palo e alla mia moto, e suona come un cazzo di juke-box.

Gli vado incontro a passo lento, abbracciato a me stesso.

Mi vede dal retrovisore, abbassa il volume ma non spegne l'incubo, e salta fuori con un balzo.

Tutto sorridente spalanca le braccia: «Rio! T'ho trovato, finalmente!».

La canzone esplode, palleggia tra batteria e ritmiche con la grinta di un tamburo ossessivo, Su queste strade di fuoco ci sono stato molto prima di te...

Luis è tutto tirato a lucido: completo di lino chiaro, capello impomatato, profumo stordente che sa di pineta, lo prenderei a calci per come mi innervosisce, io non riesco a smettere di vedermi davanti quella pistola.

Di questo cielo nascosto, conosco l'ultima stella che c'è...

Prova a mettermi le mani sulle spalle ma mi scanso e vado indietro.

Arrivo sulla catena per slegare il casco e parlo senza guardarlo: «Com'è che stai qua?».

Sento la sua voce arrivare incrinata, s'è già offeso. «Ti cercavo, devo chiederti una cosa. Fregene è un buco, fai due giri di campo e alla fine chi cerchi lo trovi. Ho visto la tua moto ferma qui e ho aspettato ...»

Questo deserto d'asfalto, l'ho attraversato e ti giuro che, che ci può essere vita...

Infilo il casco e gli parlo sopra: «Sì, ho capito, ma che vuoi?».

Gli do' uno sguardo attraverso la visiera e monto in sella, lo vedo che è deluso.

«Avevi detto che mi chiamavi.»

E fa pure il geloso.

Ramazzotti adesso urla proprio: un'altra storia per noi, un'altra storia per noooooooiiiii

«Spegni 'sta merda!», indico lo stereo.

«Non ti piace Eros?», dice imbarazzato mentre si piega sul cruscotto scappottato per spegnere. Poi mi osserva, «Ma sei pieno di terra, ti è successo qualcosa?».

Ma sì, te lo dico, così ti spaventi e ti levi dal cazzo.

«Uno mi ha quasi sparato.»

Alza le sopracciglia e fa una smorfia incredula: «Ma capitano tutte e te, queste situazioni da Bronx?».

Come non detto, non riesco a digerirlo, non c'è niente da fare.

Sto per inventare una scusa che mi faccia volare via ma uno squillo potente interrompe la scena.

∞ nessuno muore per sempre ∞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora