Love è in ritardo. Tanto per cambiare. È un maschiaccio, una tosta, ma c'ha un difetto da femmina: è sempre in ritardo. Mi piace che non è una debole, di quelle che si mettono a piangere, che scrivono i diari, che telefonano alle amiche e si dicono i segreti; Lara, la mia Love è una che non ha bisogno di queste stronzate per essere vera. Anche se la cosa del tatuaggio mi ha sorpreso, non la facevo tipo. C'ho la moto appena uscita dalla carrozzeria, la mia sudatissima e nerissima Ducati Monster 900 del'94. Di seconda mano, sì, ma bella da morire che mi ha fatto penare per resuscitarla, ma adesso va che è una bomba e non posso spaccare la faccia al tatuatore boliviano perché non mi va di rischiare che me la sporca. Però odio le attese e ho finito le sigarette.
L'aspetto da mezz'ora qua davanti al negozio di Tatoo Smack Ever, una bettola piena di tatuatori boliviani e brasiliani che hanno unito le forze e l'inchiostro per colorare la vita della gente con frasi e vignette da vomito. Come si fa a farsi la pelle d'inchiostro? Poi non te lo levi più, ti tieni a vita la cazzata che hai fatto sotto metamfetamine o il giorno che sei pieno di alcol che non ti reggi in piedi. Uno che conosco s'è fatto tatuare un cazzo sulla schiena. Non si spoglia da due anni. C'ha il terrore di farselo cancellare, dice che fa un male bestia. Coglione tu che te lo sei fatto, ci potevi pensare prima.
«Finalmente!», esclamo esasperato alla vista della mia migliore amica che sbuca dalla porta a vetri.
Si chiama Lara Loversi, tutti la chiamano Love. Siamo cresciuti insieme. Ma siamo uno l'opposto dell'altra. Lei è emancipata, lo dice sempre, s'è fatta una vita lontano dalla famiglia, vive in un monolocale che puzza di pesce e affaccia sulla battigia e lavora al Pub del centro, quello per ex tossici e poliziotti fuori servizio. Vicino allo stabilimento per le famiglie dei militari. Dice che così si sente al sicuro dai balordi. Ma i balordi, come li chiama lei, non le si avvicinano, gli spacca una bottiglia in testa, se fanno gli stronzi.
Si china e mi sorride colpevole, «Scusa, Rio, è tanto che aspetti?».
È tanto sì. Che lo domandi a fare.
Le passo il casco. «Tieni», e la guardo e mi perdo un attimo.
Love porta i capelli neri e appesi sulle spalle come piombi ed è secca allampanata, senza forme, ma c'ha due occhi che fanno risvegliare tutti i santi dell'inferno, quelli che non si possono pentire perché in quelle onde di mare ci vogliono schiattare col sorriso sulla faccia.
«Che ti sei tatuata?»
Lei afferra il casco controvoglia, e mostra il braccio destro. È tutto bendato.
«T'ha squartato, quel boliviano di merda?»
Lei ride. «Si deve cicatrizzare, non lo so, sgonfiare. Me lo tolgo tra qualche giorno.»
«Sì, ma che è?»
Apre le gambe e monta dietro, «Non te lo dico. È un segreto.»
Mi assicuro che abbia allacciato bene il casco.
«Tu con me non c'hai segreti», metto in moto. «Però t'avverto che se ti sei fatta un cuore o una stella o tutte quelle minchiate lì, sulla mia moto non ci sali più.»
«Parti, vai, che sono in ritardo.» Mi stringe la vita e appoggia la testa contro la mia schiena, parto a razzo e accelero.
Lascio Love davanti al Pub, non spengo il motore. Do gas per fare incazzare il suo capo, un aretino con la terza media che ha fatto i soldi vendendo birra. Lo dico sempre, quello c'ha capito tutto.
Love urla per contrastare il frastuono di fumo che sto producendo apposta mentre me la rido.
Dice: «Dopo passi?».
«Adesso vedo gli altri al porto. Se faccio in tempo vengo.»
Lei mi assesta un bacio con lo schiocco sulla spalla e fila via.
L'aretino sta già sulla porta a fissarle le cosce e a fare il dito medio a me, il bastardo arricchito. Gli sgaso contro e sollevo una nube densa che lo fa sparire alla vista e poi parto a manetta e alzo, come un coatto. Mi piace troppo far incazzare quel birraiolo impennandogli davanti.
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∞ nessuno muore per sempre ∞
RomanceCOMPLETA: RECENSIONE a cura di G. C.: Gli anni sono i '90. Quelli della musica dance nei jukebox, del Festivalbar e dei primi cellulari. Ma non solo. Sono anche gli anni d'oro dei primi amori al mare. Questo è lo sfondo su cui si muove Valerio detto...